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L’investimento è sempre più green

Dal terzo Green Investor Day di VedoGreen si evince che il settore è sempre più maturo e attira un maggior numero d'investimenti

Scritto da il 12 maggio 2014 alle 9:30 | 0 commenti

L’investimento è sempre più green

È partito con un annuncio significativo il terzo Green Investor Day organizzato da VedoGreen a Milano durante l’edizione 2014 di “Solar Expo-Innovation Cloud”. VedoGreen e Cariparma Crèdit Agricole, infatti, hanno siglato una partnership per lo sviluppo della finanza a sostegno del green nel nostro Paese, con l’obiettivo di favorire la crescita delle imprese green italiane che operano nei settori dell’agribusiness, ecobuilding, ecomobility, environmental services, green chemistry, lighting solutions, smart energy, waste management, water, air, noise treatment, white biotech. Si tratta di un segnale importante che arriva da un istituto bancario estero che ha, con ogni probabilità, identificato nel green in Italia un settore affidabile e redditizio, cosa che, del resto, è stata ribadita più volte durante gli interventi.

«Il Green Investor Day, giunto alla terza edizione, si conferma un appuntamento di standing internazionale di grande successo. Il pubblico ha apprezzato le testimonianze dei nove imprenditori di successo della green economy che hanno delineato sviluppi strategici e innovazioni tecnologiche – ha detto Anna Lambiase, amministratore delegato di VedoGreen -. Al confronto sull’industria green è seguito un approfondito dibattito sulle strategie di investimento tra i principali esponenti della comunità finanziaria nazionale. Dalle rilevazioni dell’Osservatorio VedoGreen, che monitora oltre 3.000 aziende green non quotate appartenenti ai 10 settori, emerge che la green economy italiana ha continuato a creare valore nel 2012, con una variazione positiva dei ricavi che ha interessato principalmente i settori smart energy (182 milioni di euro il fatturato medio, in crescita del 52%, EBITDA margin del 12%), green chemistry (fatturato medio di 202 milioni di euro, in crescita del 38%, EBITDA margin del 10%) e agribusiness (fatturato medio di 157 milioni di euro, in crescita del 17%, EBITDA margin del 9%)».

Dal dibattito della mattinata è emerso che le strategie adottate dagli attori di mercato sono: l’internazionalizzazione verso i Paesi emergenti attraverso la crescita per linee esterne e gli investimenti diretti; gli investimenti per l’innovazione di prodotto e di processo; la diversificazione del business in segmenti contigui e l’integrazione sulla catena del valore, con focus su sinergie industriali; le partnership industriali e commerciali.

Concetti che sono stati ribaditi nel pomeriggio durante la tavola rotonda dedicata al “capitale” con una nutrita presenza di investitori che hanno spiegato al pubblico il loro punto di vista circa le aziende green e che hanno ribadito più volte che il green sta ribaltando logiche che si consideravano consolidate da anni, come quelle dei business considerati obsoleti che possono essere rivitalizzati in qualsiasi settore.

«Siamo un fondo generalista che investe in PMI, non siamo specializzati nel green – anche se stiamo attenti al settore -, soprattutto non abbiamo mai approfondito i mercati incentivati – ha detto Fabrizio Medea di WISE SGR – Questo nostro particolare punto di vista ci ha consentito di rilevare che esistono business “storici” che, grazie all’implementazione di nuovi prodotti e tecnologie green, sono riusciti a raggiungere nuove fette di mercato all’estero». Il green, sempre secondo Medea, sta ribaltando le vecchie logiche secondo le quali l’innovazione di processo e di prodotto realizzata per seguire le esigenze di mercato era, per così dire, “sommersa” nell’azienda, anche a costo di non brevettarla per timore di renderla pubblica. Ora il green sta ribaltando questa logica poiché l’innovazione diventa un valore aggiunto che deve essere comunicato. «Oltre a ciò, osserviamo la crescita incrociata in chiave green – ha concluso Medea -, processo che aggiunge ancora più valore».

«In un quadro di questo tipo le due diligence diventano anche di tipo tecnologico – ha detto Massimo Guasconi di DINTEC -. Si tratta di operazioni da eseguire in maniera riservata e accurata, ma che aggiungono valore alle aziende che spesso non contabilizzano il valore delle loro tecnologie».

«È l’essenza delle smart energy quella di combinare tecnologie diverse come l’elettronica di potenza, la meccanica e la meccatronica, settori nei quali siamo forti come Paese e che sono cruciali per il green – ha detto Sergio Buonanno di IDEA CAPITAL SGR -. Ma non è tutto oro ciò che luccica. La frammentazione, aspetto negativo del nostro Paese, è anche nel green e servono degli aggregatori per gli investimenti e, da questo punto di vista, il private equity può avere un ruolo importante. In altri Paesi l’aggregazione ha creato dei colossi che ora, se non nascono soggetti importanti in Italia, il ischio è che questi arrivino come acquisitori e non come aggregatori».

L’impatto del green sta comunque diventando pervasivo e ci sono maggiori opportunità, ma che necessiteranno anche di maggiori investimenti da parte del private equity. «Bisogna ricordare, però, che le green tech sono settori sia ad alto investimento, sia ad alto rischio perché le tecnologie devono essere valutate con molta attenzione», ha concluso Buonanno.

Comunque sia, il settore gode di buona salute. In un anno, infatti, VedoGreen ha registrato l’ampliamento degli indici attraverso l’ingresso di otto nuove società quotate, con una raccolta di 87 milioni di euro. Le aziende del panel VedoGreen sono ora 22: Alerion CleanPower, Ambienthesis, Biancamano, EEMS, Enertronica, Ergy Capital, Falck Renewables, Fintel Energia Group, Frendy Energy, Gala, GreenItaly1, Gruppo Green Power, Industria e Innovazione, Innovatec, Isagro, K.R. Energy, Ki Group, Kinexia, Landi Renzo, Sacom, TE Wind, TerniEnergia. Le aziende del panel hanno registrato una capitalizzazione totale pari a 1,6 miliardi di euro, segnando un + 63% rispetto a maggio 2013.


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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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