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L’Alto Adige cerca buoni imprenditori per investire sul territorio

La Provincia di Bolzano agevola le aziende specializzate in energia rinnovabile, ambiente e tecnologie alpine o informatica. Vediamo come.

Scritto da il 31 agosto 2011 alle 9:15 | 0 commenti

L’Alto Adige cerca buoni imprenditori per investire sul territorio

Photo: (da sinistra) Manuela Defant vicedirettore Bls; Maurizio Bergamini, assessore all’Innovazione; Stefano dal Savio, Area Manager Energia & Ambiente - TIS Innovation Park e Matteo Del Buono dell’l’Eurac (l’Istituto Energie Rinnovabili)


La caccia agli incentivi “verdi” non si limita solo al Conto Energia italiano. C’è chi sta guardando con attenzione alla vicina Francia il cui Gse locale, il Cre, ha aperto le danze per la realizzazione degli impianti fotovoltaici superiori ai 100 kW da qui al 2013.  Ma c’è anche chi considera “incentivo” un qualsiasi voglia sgravio fiscale per cui si sta guardando in giro per trasferire la sede della propria impresa in terre di minor tasse. Che non sembra, ma potrebbero essere più vicine di quello che si possa pensare.

In Alto Adige, per esempio, l’ Irpef è garantita al 2.98% e secondo quanto lascia intendere Maurizio Bergamini Riccobon, direttore dell’assessorato Innovazione e Cooperative, nel 2012 si potrebbe arrivare a un’altra sforbiciata forse anche di un punto percentuale.

Certo è che non ci si può mica trasferire in massa a Bolzano dove solo il 6% del territorio è ormai edificabile. Eppure, qui  è spasmodica la ricerca di imprenditori di qualità, tanto da “garantirgli – afferma ancora Bergamini – 30 milioni di euro per la promozione e lo sviluppo della propria impresa. Che da queste parti  per essere “buona”  deve ruotare attorno a un progetto in ambito di energie rinnovabile, di ambiente e tecnologie alpine o  di informatica. Essere del settore, insomma, è già una buona carta da visita. Certo non sufficiente. In Provincia e presso la Business Location Sudtirol non ci mettono molto a fiutare la bontà dell’impresa che deve essere soprattutto “sincera”, ovvero che garantisca al territorio sviluppo economico e impiego di braccia cervelli  in loco. Oltre a una produzione almeno quinquennale in queste lande.

In cambio viene offerta un’organizzazione che ha pochi eguali: un assessorato all’innovazione preposto a finanziare la Ricerca e sviluppo; un Innovation park (il Tis) che funge da incubatore di impresa ed eroga servizi di accompagnamento  “che – traduce Stefano Dal Savio, area manager energia e ambiente – significa dare una mano nello sviluppo del business plan, nel promuovere l’impresa”. Poi c’è sempre la possibilità che intervenga anche l’Eurac (l’Istituto Energie Rinnovabili) per aiutare a sperimentare i prototipi..
I pallini di questa facoltà – è una sorta di consiglio che viene da Matteo Del Buono, senior researcher – sono efficienza energetica, solare termico e solar cooling, ma anche tutto ciò che si applica all’efficienza energetica nelle costruzioni .

Se poi teniamo presente che la dichiarazioni di intenti della Provincia è la lotta armata alle emissioni di CO2 pro capite da 5 a 2 tonnellate, capiamo che forse la call for project dell’Alto Adige è veramente rivolta agli imprenditori d’Italia, e ai loro colleghi europei, che in cantiere hanno soluzioni ambientali ad hoc.

Scarica il report di BLS: Fare impresa in Alto Adige


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L'autore

M. Cristina Ceresa

M.Cristina Ceresa, giornalista professionista si occupa da anni di energie alternative e ambiente. È anche autrice teatrale ed è impegnata nella diffusione delle buone pratiche ambientali anche in ambito scolastico.


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