sviluppo mobilità sostenibile
Bikee Bike, la start up italiana approda nel mercato americano
La start up trentina Bikee Bike avrà il suo lancio mondiale nella Fiera Interbike di Las Vegas. L'intervista a Matteo Spaggiari
Si chiama Bikee Bike, è una startup fondata da due fratelli emiliani, Matteo e Luca Spaggiari, avviata a Rovereto all’interno di Industrio Ventures, l’acceleratore di startup hardware insediato in Polo Meccatronica.
Il prodotto brevettato da Bikee Bike non è in realtà una bici completa, bensì un kit che permette di motorizzare elettricamente qualsiasi bicicletta, conferendole una versatilità e una potenza senza confronti e, quindi, prestazioni da mountain bike quanto alla capacità di superare pendenze. Il kit si chiama Best, è fornito con diversi livelli di potenza partendo dai 250W legali in Europa fino a 999W ed è facilmente removibile. Il motore può essere regolato tramite una app per cellulari e l’abbinamento è previsto con batterie da 320, 420 o 550 Wh per autonomie fino a 300 chilometri.
Da oggi 21 settembre al 23 Bikee Bike avrà il suo lancio mondiale nella Fiera Interbike di Las Vegas. Grazie, anche, ai 145 mila euro appena raccolti con una campagna di crowdfunding appena terminata su Kickstarter, oggi la più prestigiosa piattaforma di finanziamento “crowd” per startup al mondo. Abbiamo intervistato Matteo Spaggiari (nella foto) uno dei fondatori, chiedendogli di raccontarci cosa significa oggi costituire una start up e qual è stata la loro esperienza diretta.
Come è nata l’idea della vostra Start Up?
È nato tutto per caso da una semplice telefonata con un amico che di professione è concessionario di scooter, mi raccontava di come le vendite fossero calate dell’80% e di come invece fossero in voga le bici elettriche. Non c’è bisogno del casco, del bollo, dell’assicurazione quindi assolutamente convenienti da più punti di vista ma con un solo difetto: non sono adatte per affrontare le salite. E così mi lanciò una sfida sapendo che da anni lavoravo come ingegnere nella filiale italiana di una multinazionale, la “Kinetek”, azienda americana specializzata in motori elettrici su misura. Da lì è partita l’idea della bici elettrica che avesse una potenza maggiore poi trasformatasi nella versione più autonoma ed economica del kit da installare su qualsiasi bici.
Che tipo di percorso avete seguito? (finanziamento, avvio, mantenimento)
Siamo partiti da una semplice condivisione sui social network, quello è stato il primo step per tastare un po’ l’opinione della gente, grazie a questo passaggio siamo stati contattati da Industrio Ventures, un acceleratore trentino che ci ha finanziato e affiancato nei primissimi passi per costituire la start up Bikee Bike. Abbiamo poi scelto di puntare su Kickstarter, questo si è rivelato il primo vero step per vedere subito se l’idea è vincente. La campagna di crowfunding andava benissimo e intanto abbiamo deciso di partecipare a “Extreme Tech Challenge”, la competizione mondiale patrocinata da Richard Branson, l’ imprenditore britannico fondatore del Virgin Group, che coinvolge oltre 2000 start up mondiali, ci siamo aggiudicati il premio come migliore start up nel campo delle automobili e abbiamo ricevuto dalle mani dell’amministratore delegato di Ford ben 50mila dollari che sono stati fondamentali per la sussistenza dell’azienda nei primi mesi. Infine, a giugno scorso, ci siamo aggiudicati anche il premio Edison che prevede 65mila euro e una settimana di incubazione presso la “Italian Trend Factory”, un famoso acceleratore italiano.
Qual è stata la parte più difficile da affrontare?
La parte iniziale è la più complessa, non è facile costruire da un’idea, un prodotto e poi un’azienda e un mercato… soprattutto con la burocrazia italiana.
Che tipo di riscontro avete avuto?
Ottimo, abbiamo chiuso la campagna Kickstarter raccogliendo 3 volte il nostro goal. Inoltre riceviamo ogni giorno moltissimi ordini del nostro kit sul sito.
Al via oggi la tappa in America, come avete ottenuto la partecipazione alla Fiera Interbike di Las Vegas?
L’America è uno dei principali mercati di riferimento e per noi suscita molto interesse, grazie alla tecnologia da noi brevettata possiamo aumentare la potenza del motore fino a 750 o 1000 watt contro i 250 dell’Europa con ingombri molto ridotti. Per questo la nostra start up rappresenta una grande opportunità per il mercato americano.
Quale tipo di supporto credete sia opportuno per la prosecuzione di successo di una start up?
Consiglierei di validare il mercato il più possibile e il prima possibile per capire se il prodotto risolve un problema concreto nel mondo della domanda.
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L'autore
Eleonora L. Moscara
Eleonora L. Moscara, freelance leccese. Inizia a lavorare come giornalista nel 2008 nella redazione tg di un'emittente televisiva locale. Fino ad oggi ha collaborato con diverse testate: dalla carta stampata al web e uffici stampa di vario genere. Si occupa prevalentemente di ambiente e cultura. Scrive sul Nuovo Quotidiano di Puglia e sulla rivista Salento Review. Per Tekneco coordina la redazione web e si occupa della gestione del social media management.
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