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Indonesia, roghi dolosi per costruire nuove piantagioni di olio di palma | Tekneco

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Indonesia, roghi dolosi per costruire nuove piantagioni di olio di palma

Greenpeace diffonde nuove foto che mostrano il recente disastro ambientale in Indonesia (fotogallery)

Scritto da il 12 novembre 2015 alle 11:00 | 0 commenti

Indonesia, roghi dolosi per costruire nuove piantagioni di olio di palma

Dopo settimane di emergenza roghi, diventa sempre più grave il rifiuto del governo indonesiano di rendere pubbliche le mappe aggiornate che mostrino i siti di produzione di olio di palma e le concessioni forestali a norma, con dati relativi alla perdita di copertura arborea e foreste primarie. Greenpeace chiede al governo indonesiano di impedire che si possa trarre profitto dalla distruzione delle foreste e dalla conseguente emergenza ambientale e sanitaria provocata dagli incendi, dal fumo e dalle ceneri che soffocano la regione.

Questa inaccettabile posizione è inoltre accompagnata da fatti gravi, come l’incendio sospetto che la settimana scorsa ha distrutto gli archivi cartacei del Dipartimento delle Finanze del governo del Kalimantan. Tutto ciò determina l’impossibilità di definire con esattezza il danno reale che gli incendi stanno provocando e fare chiarezza sulla legalità delle piantagioni di palma da olio. A riprova di ciò, il mese scorso la Commissione anti-corruzione ha riferito che, negli ultimi dieci anni, la deforestazione illegale è costata all’Indonesia nove miliardi di dollari in royalties del legno perdute. «Questi incendi sono uno dei peggiori disastri che abbiano mai colpito il Paese: è impensabile che sia consentito trarre profitto da una tale crisi. Il Presidente indonesiano Joko Widodo deve impegnarsi urgentemente nel ripristino delle foreste distrutte, impedendo che altre palme da olio vengano piantate», afferma Martina Borghi, campaigner Foreste di Greenpeace Italia. Un portavoce dell’Associazione Indonesiana di Produttori di Olio di Palma ha dichiarato che l’industria dell’olio di palma è vittima di una campagna diffamatoria, e ha suggerito che gli incendi siano stati orchestrati per danneggiare l’immagine dell’industria dell’olio di palma in Indonesia. Tuttavia, quando Greenpeace aveva visitato la zona interessata dagli incendi, lo scorso 27 ottobre, la popolazione locale aveva dichiarato agli investigatori che l’area era stata bruciata due volte: una pratica illegale ma molto comune per preparare il suolo per la palma da olio.

«La polizia sta ancora indagando su quanto successo in quest’area per determinare se ha avuto luogo un reato. Eppure qualcuno sta già sfruttando la devastazione causata dagli incendi per piantare palma da olio. A chi appartiene davvero questa terra? Gli incendi sono stati appiccati dolosamente? Non lo sapremo finché il governo non pubblicherà le mappe delle concessioni e prenderà seri provvedimenti nei confronti di chi vorrebbe lucrare su questa emergenza ambientale e sanitaria», conclude Borghi.

 


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