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Riscaldamento, ecco come tagliare la bolletta in 10 mosse.

Riscaldamento domestico

Riscaldamento, tagliare la bolletta in 10 mosse. I consigli di ENEA e MiSE

Come gestire il riscaldamento in maniera efficiente tagliando gli sprechi e la bolletta? Ecco i consigli stilati da ENEA e MiSE

Scritto da il 06 novembre 2015 alle 8:00 | 0 commenti

Riscaldamento, tagliare la bolletta in 10 mosse. I consigli di ENEA e MiSE

Caro riscaldamento, quanto mi costi? È questa una delle domande più frequenti di fronte alla bolletta del gas o alla ripartizione dei consumi nei condomini. Un “dilemma” non di poco conto se si considera che una famiglia spende annualmente diverse centinaia di euro per la climatizzazione domestica. Tra il 15 ottobre ed il 1 dicembre di ogni anno prendono il via le accensioni degli impianti centralizzati, in base alle diverse zone climatiche di appartenenza. È questo, quindi uno dei momenti dell’anno in cui l’attenzione sui consumi è decisamente più alto. Per aiutare i consumatori a scaldare le proprie abitazioni in maniera più ecoefficiente (evitando “brutte sorprese” in bolletta ed eventuali sanzioni per non essere in regola con le revisioni di legge), il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Enea hanno stilato un decalogo che include pratici consigli per le famiglie e anche l’elenco degli obblighi normativi, un vademecum, quindi per chi vuole decisamente tagliare i costi ma anche effettuare un “check” sulla conformità agli adempimenti previsti per legge.

1) Effettuare la manutenzione degli impianti. È la regola numero uno del vademecum sia per motivi di sicurezza sia per evitare sanzioni. Un impianto ben regolato e ben manutenuto consuma e inquina meno e si evita di incorrere in una multa non inferiore a 500 euro (ex DPR 74/2013).

2) Regolare la temperatura ambiente. La normativa consente una temperatura di 20 – 22 gradi. Secondo il vademecum però si ottiene un giusto comfort già a 19 gradi. A riguardo è importante sottolineare come ogni grado in meno si traduca in un risparmio dal 5 al 10% sui consumi di combustibile.

3) Fascia oraria di accensione. Le zone climatiche non regolano solamente il periodo dell’anno in cui accendere il riscaldamento. Indicano anche l’accensione massima giornaliera (da non sforare).

4) Cronotermostati. A chi non è capitato di pensare che spreco sia che i riscaldamenti vengano automaticamente accesi mentre si è fuori casa, generando un vero e proprio spreco?! Programmare e regolare le temperature con un cronotermostato nelle fasce orarie in cui si è in casa permette un forte risparmio ed evita sprechi.

5) Valvole termostatiche. Tali apparecchiature permettono di aprire, chiudere un singolo termosifone e regolarlo. Immaginate di avere una casa in cui le stanze non hanno tutte lo stesso comfort (ad esempio perché alcune esposte a nord, altre più interne e così via) o di avere alcune stanze della casa che non vivete tutti i giorni. Tali valvole vi permetteranno di accendere i termosifoni solo negli ambienti da voi frequentati e di uniformare il calore tra le diverse camere (evitando anche le “discussioni” tra chi soffre di più il caldo e chi il freddo).

6) Installare pannelli riflettenti tra muro e termosifone. È un ‘trucco’ semplice ma molto efficace per ridurre le dispersioni di calore. Da fare però ovviamente prima dell’accensione dei termosifoni ove non sia semplice far “scivolare” dietro il pannello.

7) Schermare le finestre la notte. Con l’arrivo del buio, chiudere persiane, tapparelle e tende contribuirà ad isolare l’ambiente ed evitare la dispersione termica verso l’esterno garantendovi un confortevole risveglio.

8) Non coprire i termosifoni. Posizionare tende o mobili davanti ai termosifoni o usare i radiatori come asciuga biancheria può far disperdere il calore e generare sprechi. Un altro consiglio è rinnovare l’aria nelle stanze rapidamente e richiudere le finestre, evitando inutili dispersioni di calore.

9) Impianti di riscaldamento innovativi. Se l’impianto ha più di 15 anni, può essere conveniente valutarne la sostituzione ad esempio con le nuove caldaie a biomasse, le pompe di calore, o con impianti integrati dove la caldaia è alimentata con acqua preriscaldata da un impianto solare termico e/o da una pompa di calore alimentata da un impianto fotovoltaico. Per questi interventi si può usufruire degli ecobonus per la riqualificazione energetica degli edifici 65% e del patrimonio edilizio del 55%.

10) Effettuare il check up alla propria casa. La costruzione è precedente al 2008? Potrebbe non essere in regola con le attuali normative sul contenimento dei consumi energetici e conviene valutare un intervento per isolare le pareti ed eventualmente sostituire le finestre. Con nuovi modelli che disperdono meno calore, il beneficio può essere doppio: si riducono i consumi di energia fino al 20% e si può usufruire dei cosiddetti ecobonus, la detrazione fiscale del 65% (prorogati).

A chiusura il vademecum ricorda inoltre come da fine settembre sia entrata in vigore la nuova etichettatura energetica che definisce gli standard minimi di efficienza per le caldaie. Introdotta dal MiSE sulla base del regolamento europeo Ecodesign, prevede una classificazione energetica da A+ a G per gli apparecchi per riscaldamento degli ambienti e da A a G per gli apparecchi per produrre acqua calda sanitaria. Da fine settembre, inoltre, si possono installare soltanto caldaie ad alto rendimento, in base ai regolamenti del Mise che attuano la normativa europea sull’efficienza. Altra novità importante in tema di risparmio ed efficienza riguarda l’Attestato di Prestazione Energetica: dal 1° ottobre sono in vigore le “Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici” introdotte dal MiSE anche per superare alcune riserve dell’Unione europea sull’applicazione della direttiva in materia di efficienza energetica. Le novità principali riguardano il modello da usare e le regole per la redazione dell’attestato.


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L'autore

Letizia Palmisano

Giornalista dal 2009, esperta di tematiche ambientali e “green” e social media manager. Collabora con alcune delle principali testate eco e scrive sul suo blog letiziapalmisano.it. È consulente sulla comunicazione 2.0 di aziende ed eventi green e docente di social media marketing. In 3 aggettivi: ecologista, netizen e locavora (quando si può).


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