Politiche su clima ed energia
Super rete e rinnovabili per tagliare i consumi elettrici UE
Secondo Greenpeace, L’Europa ha bisogno di politiche energetiche unitarie e di impianti che integrino più rinnovabili per evitare un notevole aumento dei costi
Photo: Oran Viriyincy
«Il sistema energetico europeo è a un bivio. È stato progettato e costruito per supportare centrali elettriche grandi e inquinanti che devono essere spente e sostituite dalle energie rinnovabili, se vogliamo avere un sistema energetico realmente sostenibile. Allo stesso tempo, l’accordo dai leader europei sugli obiettivi 2030 in tema di clima ed energia dell’Europa modellerà il futuro del sistema energetico europeo al 2030 e oltre». Comincia così il report da poco pubblicato da Greenpeace, intitolato “PowE(R) 2030 – Una rete europea per ¾ di elettricità rinnovabile entro il 2030”.
Il messaggio che proviene dalla relazione è chiaro: l’Europa ha bisogno di politiche energetiche unitarie, altrimenti i costi del sistema dell’energia elettrica aumenteranno di circa 2 miliardi di euro l’anno entro il 2030.
Il rapporto dimostra come con investimenti uguali a quelli previsti da ENTSO-E (il network europeo dei gestori delle reti elettriche) sarebbe possibile dimezzare i chilometri di nuove linee elettriche aumentando contemporaneamente l’integrazione delle rinnovabili fino al 77% sul totale. Se invece ogni paese continuerà a procedere autonomamente questo causerà costi più alti per tutto il sistema.
Il fatto è, come sottolinea lo stesso report, la transizione dell’Europa verso un sistema energetico sostenibile basato sulle fonti rinnovabili è già in corso, con conseguenze positive sia in termini di posti di lavoro aumentati, di taglio sensibile di importazioni di combustibili fossili e di riduzione delle emissioni di CO2.
Tuttavia la crescente incertezza nelle politiche degli Stati verso le rinnovabili ha conseguito un rallentamento della loro crescita e una diminuzione degli investimenti.
Il nuovo rapporto di Greenpeace sulla base di modelli tracciati da Energynautics illustra gli enormi risparmi potenziali se l’Europa scegliesse di spostarsi più rapidamente a un sistema basato sulle fonti rinnovabili.
In particolare si mettono in evidenza i vantaggi nell’utilizzo di una “super rete“, una rete di una nuova generazione di trasmissione a lunga distanza con linee High Voltage Direct Current (HVDC) al posto del linee di trasmissione attualmente utilizzati. Inoltre, un elevato livello di rinnovabili può essere integrato nel sistema europeo di alimentazione con modeste variazioni alla rete di trasmissione.
Ma ciò che è veramente necessario perché tutto ciò si possa concretizzare è l’impegno congiunto di «governi europei, operatori di rete ed enti regolatori che devono garantire le giuste politiche sono in atto per contribuire a non ostacolare questa transizione» segnala Greenpeace.
Da qui le proposte dell’organizzazione ambientalista, prima di tutto partendo dalla necessità che i governi concordino un ambizioso piano da qui al 2030 in tema di clima e ed energia per puntare a una chiara direzione per il futuro del sistema energetico dell’Europa, basato su energie rinnovabili ed efficienza energetica.
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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