Fonti pulite
Starace al vertice, arriva la svolta green per Enel?
Il mondo ambientalista plaude alla designazione dell’ex numero uno di Enel green Power a capo dell’ex monopolista dell’elettricità
Al comando dell’utility numero uno italiana arriva l’uomo delle rinnovabili: già questo basterebbe a spiegare perché la recente indicazione ad amministratore delegato di Enel di Francesco Starace, già a capo della controllata leader nelle fonti pulite Enel Green Power, abbia provocato un’apertura di credito da parte del mondo ambientalista.
Un riconoscimento che arriva dopo anni di polemiche molto accese, in particolare per il tentativo (fallito) dell’ex monopolista elettrico di riavviare il nucleare civile in Italia in consorzio con la francese Edf e di varare un piano di raddoppio della produzione da carbone, tutte iniziative avviate sotto il lungo regno di Fulvio Conti.
Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace, ha ricordato come, in realtà, già l’ultimo piano industriale di Enel avesse segnato un cambio di rotta, rispetto al passato, soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo dell’efficienza energetica.
“Francesco Starace viene dal ramo migliore dell’azienda – prosegue Boraschi – quello che ha sviluppato un’importante filiera rinnovabile e garantito a Enel di continuare a stare sul mercato nonostante i molti errori del vecchio management. Speriamo voglia estendere a tutta l’azienda l’impulso sulle energie pulite e sull’innovazione, e che la sua nomina segni un rapido abbandono del carbone con cui Enel fa, ancora oggi, quasi il 50 per cento della sua elettricità in Italia”.
L’apertura di credito, insomma, c’è ed è significativa: Starace in questi anni, d’altronde, ha guidato una spin-off a diventare l’unico big nazionale delle rinnovabili a livello internazionale. Anche se, occorre ricordarlo, la crescita della società non ha privilegiato tanto la generazione distribuita sul territorio quanto la costruzione di grandi impianti da fonti pulite in giro per il mondo.
In particolare nell’ultimo biennio, i progetti si sono concentrati soprattutto sull’estero, complice anche la forte riduzione degli incentivi in Italia. Così facendo, però, Enel Green Power è arrivata a contare sul 20% del fatturato dell’intero gruppo.
L’attesa è che ora Starace trasformi la principale utility italiana in qualcosa di diverso: attenzione alle rinnovabili, come lecito attendersi. Ma anche al crescente treno dell’efficienza energetica per famiglie e imprese, che un’utility così capillarmente diffusa sul territorio nazionale (e non solo) potrebbe far diventare veramente un mercato di massa.
Sull’addio alle fonti fossili occorrerà vedere cosa farà Starace alla prova dei fatti, anche se forse – data la situazione di sovraccapacità produttiva nazionale – qualche impianto obsoleto e non remunerativo potrebbe essere fermato.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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