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Fotovoltaico

Spalma incentivi modificato, ma l’irretroattività resta

Il Senato ha approvato la ratifica del contestato provvedimento, che ha subito alcuni importanti cambiamenti. Che non piacciono agli operatori

Scritto da il 30 luglio 2014 alle 9:00 | 1 commento

Spalma incentivi modificato, ma l’irretroattività resta

Nelle scorse settimane abbiamo parlato moltissimo del cosiddetto Decreto Spalma incentivi, il provvedimento del Governo che ha rimodulato gli incentivi per i grandi impianti fotovoltaici (oltre i 200 kW), con l’obiettivo dichiarato di alleggerire le bollette elettriche delle Pmi. Un intervento che ha scatenato le ire delle associazioni delle rinnovabili, in particolare per la sua irretroattività, perché cioè va a modificare contratti e diritti assegnati anni fa. Il 26 giugno il decreto è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale ma, come tutti decreti,  deve essere convertito in legge ordinaria dalle Camere (in questo caso entro il 23 agosto).

Si è aperta così la possibilità di una modifica del testo e nelle settimane successive si sono susseguite le ipotesi più disparate. In particolare, quella appoggiata da Confindustria e operatori del settore puntava a sostituire lo spalma incentivi con un sistema di bond, che avrebbe dovuto “coprire” i sussidi per i grandi impianti solari, alleggerendo così il peso sulle bollette elettriche. L’ipotesi è decaduta soprattutto per i dubbi sull’impatto sul debito. Si è comunque arrivati a delle modifiche (già approvate in prima lettura dal Senato) che, però, non piacciono per niente alle associazioni di categoria, che parlano apertamente di intervento peggiorativo.

Ma cosa contiene la modifica, nota anche come emendamento Mucchetti, dal nome del relatore del DL competitività, Massimo Mucchetti (Pd)? Sostanzialmente i proprietari degli impianti solari oltre i 200 kW avranno 3 possibilità a disposizione: spalmare l’incentivo su 24 anni (invece che 20), ricalcolandolo secondo una percentuale di riduzione che va dal 25% per un periodo residuo di 12 anni al 17% per chi è oltre 19 anni.  Oppure potranno mantenere il periodo di incentivazione a 20 anni, ma rimodulando la tariffa in modo che ci sia una prima fase in cui viene ridotta e una seconda in cui sarà incrementata in pari misura. Infine, è questa la novità più importante, in caso di mancata scelta delle altre due opzioni, scatterà in automatico l’introduzione di 3 scaglioni di diminuzione dell’incentivo a seconda della potenza (del 6% per gli impianti tra 200 e 500 kW; dell’8% fino a 900 kW e del 10% sopra tale soglia).

Altri passaggi dell’emendamento sembrano in qualche modo cercare di andare incontro alle richieste degli operatori, che temono che l’irretroattività del testo (che sostanzialmente rimane) vanifichi o complichi gli investimenti effettuati in passato. Infatti la nuova versione prevede la possibilità per i beneficiari di incentivi pluriennali per il fotovoltaico di cedere una quota fino all’80% a un «acquirente selezionato tra i primari operatori finanziari europei». Inoltre il Governo potrà fare “accordi con il sistema bancario per semplificare il recesso totale o parziale di beneficiari di contratti di finanziamento”. In concreto, però, bisognerà vedere come il Governo tradurrà queste formule e la presa di posizione degli operatori non sembra indurre ottimismo. Però, come si diceva, il provvedimento è già passato in Senato e, con tutta probabilità, sarà presto ratificato senza ulteriori modifiche alla Camera.  Insomma, lo spalma incentivi produrrà i suoi effetti dal 2015, a meno di “ribaltoni” in sede giudiziaria.


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L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


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