***ATTENZIONE***
VERSIONE OLD DI TEKNECO AGGIORNATA SINO A GENNAIO 2017
Clicca qui per visualizzare il nuovo sito
Le conseguenze dello Spalma incentivi secondo Simone Bonacini

L'intervista a Simone Bonacini

Lo Spalma incentivi colpirà anche i piccoli imprenditori

Secondo Simone Bonacini, rappresentante del Cda di Ater i cambiamenti introdotti dallo Spalma incentivi, rispetto alla versione originaria del Decreto Competitività, sono insufficienti

Scritto da il 12 settembre 2014 alle 8:45 | 1 commento

Lo Spalma incentivi colpirà anche i piccoli imprenditori

Quali saranno le conseguenze concrete dello Spalma incentivi, il contestato provvedimento del Governo che è andato a incidere sulle tariffe incentivanti assegnati negli anni passati agli impianti fotovoltaici oltre i 200 kW? Ne abbiamo parlato con Simone Bonacini, ingegnere elettrico attivo da anni nel mondo del fotovoltaico e delle rinnovabili, rappresentante del Cda di ATER (Associazione tecnici energie rinnovabili) e portavoce di M.S.A. (Movimento per lo sviluppo delle energie alternative).

Per voi il varo dello spalma incentivi è stato un fulmine a ciel sereno oppure temevate il varo di qualche provvedimento?

Purtroppo nessun fulmine a ciel sereno. Tutto nasce dal cosiddetto “Salva Alcoa”, ovvero la legge 129/2010, che ha consentito di accedere alle tariffe previste dal DM 19/02/2007 (secondo conto energia), semplicemente comunicando la fine lavori degli impianti entro il 31/12/2010. Normalmente per fissare il valore di tariffa incentivante è necessario avere connesso alla rete elettrica l’impianto di produzione. Questo approccio semplificato ha determinato una crescita esponenziale delle installazioni, causando quindi una crescita significativa della spesa annua a carico delle “bollette” elettriche di aziende e famiglie. Da allora, sulla falsa riga di quanto avvenuto in Spagna, si vociferava di un taglio retroattivo degli incentivi, ora concreto e a parere di molti legali incostituzionale.

 

Dallo scorso agosto lo spalma incentivi è legge: che giudizio date delle modifiche introdotte rispetto alla versione originale del Decreto competitività?

Insufficienti. Riteniamo che sia errato il principio che sta alla base del provvedimento. L’Italia, come sistema paese, ha perso negli anni credibilità. Dall’estero l’immagine che il paese trasmette è di corruzione, inaffidabilità, burocrazia ipertrofica, tassazione fuori controllo.. Un posto, in sostanza, dove nessuno vuole venire a investire. Questo provvedimento, oltre essere punitivo nei confronti degli investitori, lede ulteriormente l’immagine dello Stato. Se pensiamo che nei giorni in cui si susseguivano le bozze del decreto e gli annunci del ministro Guidi si sono sbilanciate a criticare l’intervento anche riviste specializzate straniere, capiamo il costo in termini di credibilità che operazioni di questo tipo determinano. Pare che in fase di conversione in legge il Governo abbia voluto, grazie all’iter parlamentare, limitare gli aspetti che possano rendere la norma retroattiva. La retroattività sarebbe ovviamente fonte di sconfitta quasi certa negli innumerevoli ricorsi che verranno. Noi siamo tecnici, non avvocati, ma riteniamo che se il Decreto determinerà un risparmio in termini di incentivi erogati, quale che sia il metodo scelto dai prodotto, la norma sarà evidentemente retroattiva. Viceversa se gli esborsi del GSE spa dovessero rimanere immutati la norma sarebbe inutile.

Gli impianti colpiti sono quelli sopra i 200 kW: i proprietari sono davvero anche piccoli operatori, come spesso avete affermato?

Questo è un mito da sfatare. La taglia dei 200 kW è del tutto simbolica, dato che da alcuni anni identifica il limite per poter stipulare la convenzione di “scambio sul posto” (limite peraltro incrementato oggi dallo stesso decreto a 500 kWp). Non dobbiamo pensare che impianti di taglia maggiore siano tutti in mano a fantomatiche società straniere, ma spesso sono a servizio di aziende, anche agricole. Inutile nascondere che alcuni di questi non sono in “autoconsumo”, ovvero non servono direttamente unità produttive, ma rispetto alla produzione energetica del fotovoltaico installato i numeri parlano chiaro e dicono altro. L’a stessa Aeeg  evidenzia che su una produzione elettrica totale da generazione distribuita di 17.763.756 MWh (anno 2012), ben 15.312.939 MWh sono stati consumati in loco. Nella maggioranza dei casi, infatti, gli impianti vennero realizzati realizzati da imprenditori che, conti alla mano, hanno ritenuto lecito differenziare i propri ricavi investendo anche nel settore delle rinnovabili. Parliamo in ogni caso di ricavi del tutto leciti, realizzati rispettando norme in vigore al momento della realizzazione degli interventi. Conosciamo aziende agricole, ad esempio, che con gli introiti derivanti dalla realizzazione di un impianto fotovoltaico anche di grossa tagli hanno avuto liquidità per sopravvivere o reinvestire nell’azienda. Siamo inoltre in contatto con diversi enti pubblici, quali ad esempio comuni, che hanno realizzato impianti per garantire qualche introito ulteriore rispetto ai tagli subiti negli ultimi anni. Questi enti si troveranno a far fronte agli impegni finanziari in altro modo, ovvero mettendo le mani nelle tasche dei cittadini. Altrettanto vero che molte installazioni sono frutto di investimenti da parte di fondi stranieri, che magari portano capitali fuori dal paese. Purtroppo non possiamo accettare la globalizzazione solo quando esportiamo merci.

 

Come Ater e MSA siete molto attivi sui social su questa questione (tweet bombing). Ritenete di aver informato in questa modo una più ampia fetta di opinione pubblica?

I social sono diventati in pochissimo tempo uno strumento essenziale di comunicazione, pur non coinvolgendo la totalità della popolazione, per la loro rapidità e la loro diffusione. Informare i cittadini su queste tematiche non è semplice, soprattutto in momenti come questo, dove la crisi, la peggiore dal dopoguerra, soffoca le famiglie e brucia le nuove generazioni di italiani. I temi trattati non sono semplici. Spesso sono resi indigesti da tecnicismi e burocrazie poco comprensibili da parte di un pubblico “generalista”. Come professionisti tentiamo quotidianamente di divulgare queste tematiche partendo dalla nostra clientela sul territori, avendo come obbiettivo la diffusione della cultura delle rinnovabili e dell’efficienza energetica. In sintesi è stato fatto molto ma tantissimo c’è ancora da fare, riteniamo quindi utili tutti gli strumenti che gli attuali mezzi tecnologici possono offrirci.

Che impatto avrà tutta questa vicenda sul futuro del fotovoltaico?

Se parliamo degli impianti esistenti e interessati dal taglio degli incentivi l’impatto potrebbe essere importante. Ribadiamo che gli introiti sono necessari per far fronte a impegni finanziari ma anche per mantenere “in vita” gli impianti stessi. Ad oggi, parlando dei soli impianti incentivati, sono attivi in Italia più di 18 GW di impianti fotovoltaici. Possiamo stimare che producano oltre 21TWh (21.000 miliardi di wattora) all’anno. Come Sistema paese abbiamo tutto l’interesse nel preservare questo tesoro d’energia. Vuol dire non acquistare fossili (dall’estero) o energia elettrica sempre dall’estero. Anche non volendo parlare dei benefici ambientali, ovvi, la nostra bilancia dei pagamenti ne giova e con essa il Pil Riferendoci invece alle installazioni presenti e future, ovvero prive di incentivi, non vi saranno conseguenze.

 


Commenti

È stato inserito 1 commento.

Rispondi

Nome (richiesto)

Email (richiesta, non verrà pubblicata)

Sito web (opzionale)


Condividi


Tag


L'autore

Gianluigi Torchiani

Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili


Il solare termico, corso online
Focus, la rivoluzione della domotica
Klimahouse 2017
RUBNER
AQUAFARM
BANCA ETICA
SIFET
BUILDING INNOVATION

ANICA
tekneco è anche una rivista
la tua azienda su google maps

Più letti della settimana



Continua a seguire Tekneco anche su Facebook:

Altri articoli in Energia Alternativa
installazione pannelli fotovoltaici
Spalma incentivi, arriva la bocciatura dell’Epia

La principale associazione di categoria europea del fotovoltaico boccia lo spalma incentivi, definendolo retroattivo e nefasto per l’economia italiana. Ma anche per l’intera Europa

hoval_logo
Casa Hoval: in cantiere senza sosta

A Zanica si è continuato a lavorare incessantemente alla nuova sede, ecco cosa è cambiato

Close