Le rinnovabili possono coprire il 100% dei consumi della California

Le energie rinnovabili possono sostituire completamente le fonti fossili in un moderno Paese occidentale? La risposta è: al momento ancora no, ma in un futuro non lontanissimo sì. Questo almeno secondo uno studio delle Università statunitensi Stanford e Cornelo che ha preso in esame lo stato più importante (almeno da un punto di vista economico) degli Usa, la California. Una terra estremamente avanzata, avanguardia delle nuove tecnologie, dove però oggi la domanda energetica è in massima parte assicurata da fonti non green, principalmente petrolio, gas naturale, nucleare e una piccola quantità di carbone. Ma una rivoluzione energetica – di cui oggi già si intravedono i primi segnali con l’installazione di tantissimi impianti solari nei deserti californiani – è possibile.

Nel 2050 le energie rinnovabili, infatti, potrebbero garantire il 100% del fabbisogno energetico californiano. Prerequisito indispensabile è che l’elettricità garantisca la stragrande maggioranza dei consumi energetici, dunque anche quelli legati ai fabbisogni termici e, soprattutto, ai trasporti. Dunque il rapporto immagina una incredibile diffusione della mobilità elettrica e a idrogeno, che sostituirebbe integralmente quella a fonti fossili. Il fabbisogno sarebbe così coperto da un mix di fonti pulite: per  il 55,5% dal solare, per il 35% dall’eolico e per il restante 9,5% da altre tecnologie, come geotermico, idroelettrico ed energie marine. In buona sostanza servirebbero complessivamente a 598,2 GW di potenza rinnovabile. Per dare un’idea, occorrerebbero 25.000 turbine eoliche on-shore da 5 megawatt (MW) l’una, 7.800 turbine eoliche off-shore da 5 MW, 1.200 impianti solari a concentrazione da 100 MW , 15 milioni di impianti fotovoltaici domestici da 5 kW l’uno. Più tante altre migliaia di impianti solari, geotermici e così via.

Ma non si deve pensare che in questo scenario  la California sarebbe tappezzata e invasa da impianti da fonti rinnovabili, come sostengono spesso i detrattori delle rinnovabili. Anzi: le nuove infrastrutture energetiche occuperebbero appena lo 0,9% del territorio californiano. Se si considera lo spazio intermedio tra le torri eoliche si arriva al 2,7%, ma questa superficie in realtà può essere impiegata per attività extraenergetiche. Lo studio fissa l’obiettivo 100% rinnovabile al 2050, ma in realtà già nel 2030, tra appena 15 anni, si potrebbe arrivare a una copertura dell’80-85%. Certo, la rivoluzione energetica avrebbe dei costi significativi, stimati dai ricercatori americani in ben 1.100 miliardi di dollari. Il passaggio a eolico e solare sarebbe inizialmente costoso, ma le esternalità per la società sarebbero ampliamente positive. Innanzitutto si si creerebbero centinaia di migliaia di posti di lavoro (220 mila unità stimate), mentre il risparmio sui mancati costi sanitari derivanti dall’uso di combustibili fossili è stimato in circa 150 miliardi di dollari l’anno al 2050.