Energie rinnovabili
Spalma incentivi, arriva la controproposta degli operatori
Anie-Gifi e AssoRinnovabili chiedono di legare l’andamento dell’incentivazione al costo dell’energia
Al di là delle polemiche che campeggiano ormai da giorni sui giornali, la trattativa sul cosiddetto spalma incentivi sulle rinnovabili sembra essere partita. È questa l’impressione che si ha leggendo una lettera di Anie-Gifi e AssoRinnovabili al ministero dello Sviluppo economico, resa nota soltanto ieri ma in realtà risalente a fine aprile. Nella missiva, ovviamente, non mancano le critiche: le due associazioni ritengono che, anziché proseguire sulla strada della rimodulazione degli incentivi, sarebbe molto più ragionevole valutare altre opzioni, come ad esempio la via della cartolarizzazione degli incentivi attraverso l’emissione di obbligazioni del GSE a copertura di parte degli oneri dell’A3, ipotesi considerata dal precedente Governo e su cui assoRinnovabili e Gifi si erano espresse favorevolmente. I due organismi, inoltre, evidenziano che una misura di rimodulazione degli incentivi obbligatoria, così come ventilato da alcuni quotidiani nazionali nelle ultime settimane, sarebbe altresì assolutamente deleteria e pericolosa per la credibilità internazionale del sistema Paese.
Da un punto di vista più pratico, le due associazioni evidenziano come il meccanismo così delineato comporti seri problemi applicativi che rendono l’opzione poco appetibile e quindi destinata ad avere scarso successo. Ad esempio l’opzione per la modulazione porta come inevitabile conseguenza la rinegoziazione dei contratti di erogazione dell’originario finanziamento per la realizzazione dell’iniziativa energetica. Oltre all’entità dei corrispettivi per la sola procedura di rinegoziazione (fino a 50.000 € per iniziativa), è prevedibile che gli istituti di credito impongano condizioni particolarmente gravose (e, dunque, inaccettabili) per la modifica dei contratti in essere (ad esempio alzando lo spread sul tasso di finanziamento preso a riferimento).
A sorpresa, però, le due associazioni in qualche modo aprono allo spalma incentivi, lanciando una controproposta: “Nell’incertezza futura sull’andamento della domanda elettrica e in maggior misura sul prezzo dell’energia, appare, infatti, ragionevole poter modulare il decalage dell’incentivo proprio in funzione dell’andamento del prezzo dell’energia. Non potendo, infatti, intervenire direttamente sul prezzo di mercato dell’energia, è ipotizzabile una rimodulazione degli incentivi in un’ottica maggiormente flessibile, individuando delle percentuali diriduzione – differenziate per tipologia di fonte e fasce di potenza degli impianti – variabili al diminuire del prezzo dell’energia. In altri termini, si tratta di inserire nell’ordinamento una misura di salvaguardia, valore floor, per i produttori aderenti allo spalma incentivi”. Insomma, forse esistono margini di trattativa, al di là del muro contro muro che campeggia da giorni sui mass media.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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