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Shale gas: stop bulgaro per ragioni ambientali

Il sistema di fratturazione idraulica conosce un altro stop in Europa dopo quello della Francia. Ma le potenzialità del settore restano enormi

Scritto da il 09 febbraio 2012 alle 9:04 | 2 Commenti

Shale gas: stop bulgaro per ragioni ambientali

Il parlamento bulgaro ha votato una legge per mettere al bando il fracking, ovvero la tecnica di fratturazione idraulica usata per estrarre il gas di scisto. Noto anche con il nome di “shale gas”, (dall’inglese “shale”, roccia scistosa) questo gas non convenzionale è presente in grandi quantità negli Stati Uniti e in Europa – dove si stima vi siano riserve equivalenti a oltre 90 miliardi di barili di petrolio – ed è particolarmente ambito per le sue proprietà, che ne fanno una valida alternativa in termini economici agli idrocarburi tradizionali.

Grazie al recente provvedimento, il paese balcanico è il secondo Stato in Europa dopo la Francia ad aver detto no ad una pratica considerata da alcuni studiosi dannosa per l’ambiente e per l’uomo. L’uso di questa tecnica, infatti, è controversa poiché le scisti spesso si trovano al di sotto di falde acquifere che vengono contaminate dalle sostanze usate per fratturare la roccia. Non solo: l’acqua avvelenata, salendo in superficie, rappresenta un fattore inquinante per il terreno che si impregna di agenti tossici come metanolo, naftalene, benzene e piombo. A questo si aggiunge la preoccupazione di molti geologi internazionali, che sostengono che l’estrazione da fratturazione rocciosa in aree sismiche alteri profondamente gli equilibri dell’ecosistema.

La vittoria bulgara, ottenuta con una maggioranza di 166 voti favorevoli contro 6, farà piacere ad associazioni ambientaliste e atenei, come l’americana Cornell University, da tempo impegnata in una campagna di sensibilizzazione sulle conseguenze ambientali di questa tecnica estrattiva. Meno contente, invece, le compagnie petrolifere come la Chevron, che di recente aveva messo gli occhi sulla catena montuosa balcanica, ricca di gas naturale. Infrangere il bando le costerà caro: la multa destinata ai trasgressori è di 65 milioni di dollari.


Commenti

Ci sono 2 commenti.

  • Andrea Ricci
    scrive il 10 febbraio 2012 alle ore 13:22

    EVVIVA! Fa piacere che un paese che potrebbe essere succube degli spaventosi interessi economici in gioco, abbia avuto la forza di resistere. Fa dispiacere che una testata come Tekneco mantenga una posizione neutra se non tenera verso una tecnologia che devasta l'ambiente dall'interno. Fatevi un giro sui siti francesi per capire la portata dei danni provocati dall'estrazione dei "Gaz de schiste" (fr.)

  • Luigi Dell'Olio
    scrive il 10 febbraio 2012 alle ore 14:02

    Andrea, la ringrazio per il commento. Come saprà, la missione di Tekneco è raccontare l'evoluzione del mercato: le nuove tecnologie, le opportunità che si creano, le posizioni in campo, le divergenze tra gli attori. I nostri commenti non mancano, ma cerchiamo di tenere le opinioni sempre ben separate dalle notizie, per una questione di rispetto in primo luogo verso i lettori.

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L'autore

Camilla Mastellari

29 anni, Camilla Mastellari è giornalista e si occupa di comunicazione dal 2006. In veste di redattrice freelance ha scritto e continua a scrivere di temi quali ecosostenibilità, tecnologie nei paesi in via di sviluppo e giustizia sociale. Laureata in lingue e letterature straniere è nata a Torino, ma vive a Milano da almeno un decennio.


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