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Tekneco #12 – Green energy

Rinnovabili: le banche ci hanno già messo 25 miliardi

Ammontano a circa 110-130 miliardi gli investimenti stimati al 2020 per rinnovabili ed efficienza energetica: è quanto emerge dal forum “Green Economy: 2013”

Scritto da il 05 agosto 2013 alle 8:30 | 0 commenti

Rinnovabili: le banche ci hanno già messo 25 miliardi

Parlare male delle banche, potremmo dire, è lo sport nazionale. Gli aiuti che in tempo di crisi i governi di un po’ tutto il mondo hanno dato agli istituti bancari sono stati letti come la capitolazione della politica rispetto ai grandi interessi monetari. Inoltre, scandali grandi e piccoli hanno minato la fiducia del grande pubblico. Eppure il sistema bancario da molti secoli è la dorsale alla quale, dai comuni rinascimentali agli Stati moderni, è stato necessario appoggiarsi se non per incentivare per mettere in moto e sostenere l’economia sia pubblica che privata.

Certo, si è trattato di una storia non lineare e non identica in tutti i paesi del mondo, ma, secondo uno schema di evoluzione convergente che tende in tutti i paesi ad andare in una direzione, si può dire che banche, fondi di investimento e persino risparmiatori tendono a concentrarsi laddove l’affare è più profumato. Un po’ come le formiche con lo zucchero. Non stupisce, quindi, che il sistema bancario sia interessato alle fonti rinnovabili e alla cosiddetta green economy. Le idee migliori, le innovazioni tecnologiche più avanzate, la capacità di fare molto con poco, parsimonia ed efficienza sono qui. Non che per fare soldi sia necessario essere virtuosi – i titoli tossici e le carte di debito hanno insegnato molto in questo senso, così come il dumping ambientale – ma certamente queste doti attirano gli investitori proprio come lo zucchero fa con le formiche.

Ecco quindi che anche il sistema bancario italiano si rivela interessato alle rinnovabili, nonostante il quadro nazionale degli incentivi risulti sempre incerto e il quadro politico che dovrebbe sostenerlo ancora più traballante. Ma il 20-20-20 europeo è là e le innovazioni e le idee pure.

Così, per il terzo anno, si è celebrato a Roma il Forum ABI “Green Energy 2013 – Energia, ambiente, credito. Lo sviluppo del Green nel terziario” in collaborazione con ABI Energia, Competence Center ABI Lab su Energia e Ambiente, in cui si è discusso, testuali parole, di «nuovi investimenti delle imprese in uno scenario senza incentivi, opportunità sul fronte dell’efficienza energetica, obiettivi prioritari fissati dalla Strategia energetica nazionale per una crescita sostenibile del comparto, sia dal lato economico che ambientale».

Un momento di confronto tra banche, imprese e Pubblica amministrazione sulle azioni da intraprendere per far sì che la sostenibilità diventi la chiave strategica per la ripresa economica del Paese.

«Il settore della Green Economy – si legge nei documenti dell’evento – rappresenterà un notevole volano di investimenti per la crescita anche nel prossimo futuro; gli investimenti stimati al 2020 per le rinnovabili e per gli interventi di efficienza energetica ammontano a circa 110-130 miliardi di euro. In questo scenario e in un quadro di regole certe, il settore bancario è pronto a fare la propria parte svolgendo un duplice ruolo: da un lato, soggetti finanziatori di nuovi impianti e della relativa filiera di produzione; dall’altro, soggetti utilizzatori di energia, impegnati a garantire la continuità dei servizi offerti».

A sostegno di queste posizioni è stato presentato il rapporto “Le Banche e la Green Economy”, elaborato dall’Osservatorio Rinnovabili, coordinato da ABI e ABI Energia. Nell’indagine si evidenzia come nel periodo 2007- 2012 le principali banche operanti in questo comparto, e partecipanti alla rilevazione, hanno assunto impegni di finanziamento per circa 25 miliardi di euro, di cui oltre 12 miliardi di euro negli ultimi due anni.

«Il settore delle rinnovabili – si legge – resta di grande interesse per il mondo bancario, considerandone i volumi di sviluppo: dal 2009 al 2011 si è assistito a una crescita straordinaria di tale mercato, che è continuata anche nel 2012. Secondo le stime diffuse dal GSE a marzo 2013 (su dati Terna/GSE), nel 2012 gli impianti alimentati con fonti rinnovabili hanno raggiunto una potenza efficiente lorda pari a 47.092 MW e una produzione lorda complessiva di oltre 92.000 GWh (con un incremento di oltre 10.000 GWh rispetto al 2011)». Come a dire che con questi numeri era ovvio che banche e banchieri sostenessero il tutto.

Nel rapporto, infatti, si tiene bene a precisare il ruolo che le banche hanno avuto nello sviluppo della green economy italiana, non solamente dal punto di vista dell’attività di finanziamento, ma anche attraverso l’implementazione di progetti green al proprio interno, sia in termini di ottimizzazione dei processi che di investimenti realizzati presso il parco immobiliare gestito. Per fare un esempio: le sole segnalazioni giunte dalle banche partecipanti alla rilevazione su interventi di efficienza energetica realizzati dal 2008 al 2012 hanno sviluppato un risparmio di energia elettrica complessivo superiore a 2 milioni di kWh.

Per costruire una banca a basso impatto ambientale

Il greening delle banche italiane, secondo l’ABI, passa anche per l’applicazione del loro vademecum “Linee guida per la gestione dell’energia e dell’ambiente in banca”.

Il documento – spiega l’ABI – evidenzia un modello organizzativo applicabile alla realtà delle banche e ispirato alle più importanti norme internazionali sul tema dell’energia e dell’ambiente (UNI CEI EN ISO 50001:2011 e UNI EN ISO 14001:2004). Le linee guida contengono proposte metodologiche per l’esecuzione di analisi energetiche e ambientali da realizzare in banca al fine di individuare tutte le possibili opportunità di miglioramento e raccolgono un insieme di best practice, che la banca può decidere di attuare, suddivisibile in 5 ambiti: edifici, green procurement, mobility management, green ICT, processi e servizi. È stato, inoltre, predisposto un elenco di normative di riferimento in ambito energetico ambientale. Le linee guida vogliono, quindi, essere uno strumento che permetta una visione di insieme della tematica, offrendo una modalità di gestione integrata delle materie energia e ambiente in banca.

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L'autore

Marco Gisotti

Direttore scientifico di Green factor, ha creato e dirige dal 2005 il Master in Comunicazione ambientale del Centro studi CTS con il Dipartimento di scienze della comunicazione della Sapienza di Roma e l’ENEA. È autore, con Tessa Gelisio, di “Guida ai green jobs. Come l’ambiente sta cambiando il mondo del lavoro” (Edizioni ambiente).


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