normativa
Rinnovabili, incentivi spalmati su più anni
Il Governo ha varato la misura (volontaria) per abbassare il costo della bolletta elettrica degli italiani e favorire il recupero di competitività del Paese
Dopo mesi di annunci, polemiche e smentite, nell’ultimo Consiglio dei ministri è arrivata la conferma: alla fine l’annunciato intervento sui sussidi già assegnati alle energie rinnovabili si farà, anche se non sarà forzoso come si era immaginato.
Il Governo, insieme a una serie di altre misure varate nell’ambito di “Destinazione Italia”, ha adottato una serie di interventi finalizzati a ridurre in modo strutturale il costo della bolletta elettrica, ritenuto un presupposto imprescindibile per il recupero di competitività del Paese.
Cosa c’entrano le energie rinnovabili in tutto questo? Anche se è poco noto alla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica, gli impianti da fonti rinnovabili (fotovoltaico in particolare) in Italia sono sostenuti direttamente dalle bollette elettriche dei consumatori, per oltre 10 miliardi di euro l’anno. Anzi, si può dire che, oltre ai rincari del barile del petrolio, una delle cause del lievitare della spesa elettrica degli italiani in questi anni è stato senza ombra di dubbio anche il sostegno alle rinnovabili, che tra l’altro ricade soprattutto sulle spalle di famiglie e Pmi.
Le nuove misure del Governo dovrebbero assicurare risparmi per circa 850 milioni di euro sulla bolletta e l’intervento principale riguarda soprattutto l’introduzione di un sistema incentivante alternativo offerto ai produttori di energia elettrica rinnovabile, sia eolica che fotovoltaica, in grado di diluire nel tempo gli oneri delle rinnovabili sulla componente A3.
Secondo quanto comunicato dal ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, “Si tratta di un intervento molto significativo sul costo delle bollette. La prima misura prevede la possibilità volontaria dei produttori di energia rinnovabile di avere un contributo ridotto, allungato però di 7 anni. Quindi il contributo alle rinnovabili, sia nel fotovoltaico che nell’ eolico, anziché avvenire in 15 o 20 anni avviene in un periodo allungato di 7 anni e questo determina una riduzione del peso sulla bolletta elettrica dell’ordine di circa 700 milioni.
“Altri 150 milioni di risparmi – ha aggiunto il ministro – si conseguono attraverso una misura complessa che si chiama ‘ritiro dedicato’ (come avevamo recentemente indicato su Tekneco, ndr) e infine è stata apportata anche una modifica della tariffa bioraria”. Occorrerà vedere, però, quanti proprietari di impianti rinnovabili decideranno di ridursi nell’immediato il valore dell’incentivo; la spalmatura del sussidio, che di fatto allunga il periodo di “rischio Paese” per gli investitori, potrebbe infatti non incontrare particolari apprezzamenti. A meno che la “volontarietà” della spalmatura, nei fatti, si riveli abbastanza forzosa.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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