mercati esteri
Rinnovabili, gli investimenti sono sempre più concentrati all’estero
Secondo l’Irex annual report 2014 di Althesys nel 2013 è diminuita la costruzione di nuovi impianti rispetto al 2012
Meno impianti e perlopiù concentrati all’estero. È questa la fotografia che arriva dall’Irex annual report 2014 realizzato da Althesys, che ha fatto il punto sullo stato di salute degli investimenti nelle rinnovabili italiani (quelli cioè effettuati dalle aziende italiane e straniere in Italia e quelli all’estero fatti dagli operatori nostrani). Il dato inequivocabile è calo complessivo delle operazioni 2013 rispetto al dato dell’anno precedente, con 204 operazioni complessivamente censite, per un valore stimato di 7,8 miliardi di euro, ossia 2,3 miliardi in meno rispetto all’anno precedente (-23%).
Cosa si fa con questi investimenti? La realizzazione di nuovi impianti costituisce ancora la categoria più rilevante, anche se risulta in calo del 17% rispetto all’anno precedente: di fatto gli operatori (società interamente dedicate alle rinnovabili ma sempre di più anche utility e fondi di investimento), visto lo stallo del mercato italiano (tra calo degli incentivi e instabilità normativa), si sono dedicati soprattutto all’estero, dove sono stati realizzati il 76% degli impianti, in buona parte eolici. Aumenta invece di peso il valore delle acquisizioni, che ormai rappresentano un quarto delle operazioni complessive nelle rinnovabili.
“Si sta delineando un nuovo modello di mercato – ha dichiarato Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys e direttore scientifico dell’IREX Annual Report. – Per reazione alla situazione di stallo italiana, le aziende conquistano nuovi mercati. In pratica, mentre da noi nel 2013 rispetto all’anno precedente si investiva il 39% in meno nell’eolico e il 30% in meno nel fotovoltaico, le industrie italiane realizzavano oltre tre quarti dei nuovi impianti in altri Paesi, specie nei mercati emergenti e nelle Americhe: circa 1.900 MW su 2.400 totali. Molteplici le destinazioni, con in testa Nord e Centro-Sud America (oltre un terzo delle operazioni), mentre si iniziano a ‘esplorare’ Asia e Africa”. I mercati su cui stanno puntando le imprese nazionali sono numerosi: il Sudamerica innanzitutto, dove in Brasile e Cile l’eolico costa meno delle fonti tradizionali. Oppure la Cina, dove nel 2013 sono stati installati ben 16.000 MW di eolico e 12.000 di fotovoltaico; ma anche l’India, che ha norme difficoltose, ma costi di costruzione molto bassi. Pure in Sudafrica sono presenti molte imprese italiane, anche con alleanze tra big player e piccole-medie “pure renewable”.
Opportunità ci sono anche nel Marocco, che ha mosso i primi passi nelle politiche di sviluppo, nel Giappone, che ha un settore fotovoltaico esploso grazie a tariffe molto attraenti, nel Messico che ha varato riforme per aumentare gli investimenti privati. A questi mercati “nuovi” si aggiungono Paesi che di per sé si caratterizzano per una particolare vocazione rinnovabile, come la California leader per gli impianti fotovoltaici installati o l’Inghilterra per l’eolico.
Condividi
Tag
L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
Ultimi articoli
Più letti della settimana
- Come scegliere una stufa a pellet : Consumi, costi e dati tecnici sono i parametri riportati sull’etichetta dell’apparecchio e le caratteristiche della stan...
- NovaSomor vince la prima edizione del Klimahouse Startup Award : La startup di Rimini ha ideato un motore solare termodinamico a bassa temperatura applicato al sollevamento delle acque...
- Tutti gli studi : ...
- Amianto, quando la minaccia si nasconde in casa : Chi chiamare se sospettiamo di avere manufatti o coperture in cemento-amianto a casa nostra...
- Pellet di qualità, istruzioni per l’acquisto : Quali sono i parametri utili per il consumatore all’acquisto del pellet? Qualità, innanzitutto, ma anche la lettura dell...