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È ora di rinnovabili nel Giappone post-atomico

Dopo il disastro causato dal sisma/tsunami del 2011, il Paese, spenti i reattori nucleari, punta su incentivi importanti in favore delle rinnovabili

Scritto da il 11 giugno 2012 alle 8:10 | 2 Commenti

È ora di rinnovabili nel Giappone post-atomico

“Dobbiamo concepire una società che possa fare a meno del nucleare”. Sono le parole del premier del Giappone Naoto Kan: siamo a luglio e solo qualche mese prima il suo Paese è stato devastato dal terremoto e dalle conseguenze dello tsunami su Fukushima. Da quella frase forse è partito il nuovo corso “rinnovabile” del Paese del Sol Levante.

Fukushima e la fine dell’atomo

11 marzo 2011. Il Giappone viene colpito dal terremoto. La terra trema per un sisma di magnitudo 9, il più violento in Giappone da quando esistono le rilevazioni sismiche e il quarto più forte sisma al mondo del XX e XXI secolo. Ma non è finita: alla distruzione della terra arriva, quale conseguenza, lo tsunami che si abbatte sulle coste nord-orientali del Paese, innescando l’incidente nucleare alla centrale di Fukushima.

I reattori attivi a Fukushima erano tre al momento del tragico evento mentre altri tre erano stati spenti per manutenzione. Essi si sono disattivati automaticamente dopo la scossa, ma i sistemi di raffreddamento sono comunque risultati danneggiati, causando un surriscaldamento incontrollato. Quello che è avvenuto poi, comprese le esplosioni in due reattori e i vari avvenimenti che hanno portato l’Agenzia per la sicurezza nucleare e industriale a decretare il livello della crisi al 7, ossia quanto Chernobyl, posero di fatto fine all’era nucleare giapponese, giunta ufficialmente a maggio di quest’anno con lo spegnimento dell’ultimo degli oltre 50 reattori disseminati nel Paese. E diede avvio a quella delle rinnovabili.

Spunta il solare nel Paese del Sol Levante

Lo spegnimento delle centrali nucleari ha posto il Giappone a dover sostituire una fonte energetica davvero importante e fronteggiare il rischio di interruzioni dell’erogazione elettrica. Ecco che, prima ancora del governo, il popolo nipponico ha puntato sul solare come comprova il fatto che secondo l’associazione di settore, in Giappone nei primi sei mesi dell’anno fiscale 2011 (aprile-settembre 2011) le consegne nazionali di celle solari sono aumentate del 29,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, raggiungendo i 606.000 kW di potenza. Nello stesso periodo, le celle solari ad uso residenziale sono cresciute del 38,3% (a 543.000 kW).

Gli incentivi importanti del Governo

Ora è al vaglio dell’esecutivo giapponese il lancio di un nuovo regime di incentivazione per le energie rinnovabili davvero importante. A quanto riporta l’Istituto per il commercio estero italiano (Ice), la bozza di proposta prevede di pagare 0,39 Euro per kWh per le forniture di energia solare per un periodo di 20anni. Per le forniture di energia eolica con capacità da 20kW in su viene proposta una tariffa di 0,22 Euro per kWh per 20 anni e di 0,26 Euro per kWh per l’energia geotermica proveniente da unità con capacità pari a 15.000 kW o superiore per oltre 15 anni.

I segnali dell’interesse per le rinnovabili sono confermati da altri segnali tra cui l’avvio dei lavori per la costruzione della più grande centrale solare del Paese. Un progetto avviato da un gruppo di imprese alla cui guida c’è il produttore nazionale di pannelli fotovoltaici Kyocera: si parla di 70 MW e di un investimento pari a 235 milioni di euro.
Il sole brilla davvero nel Paese del Sol Levante…


Commenti

Ci sono 2 commenti.

  • cosimo
    scrive il 12 giugno 2012 alle ore 11:51

    o in Giappone fanno una legge che obbliga a mettere su tutti i tetti moderni dei pannelli fotovoltaici oppure faranno un buco nell'acqua dato che è un paese molto montagnoso, più piccolo dell'Italia ma con abitanti il doppio dell'Italia. Dove mettono tutti i pannelli necessari a sostituire in modo significativo il nucleare? Mi meraviglio che invece non abbiano incentivato la produzione di energia dal mare, quello si che ne hanno in abbondanza. Ci sono boe che producono una marea di energia con il moto ondoso, serve solo il cavo per portarla a riva..

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L'autore

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.


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