Tendenze
Quanto corre la green economy
L’economia generata da rinnovabili e pratiche “verdi” crea occupazione, investimenti e benefici. Lo confermano dati e trend anche a livello globale
Photo: NNSANews
La green economy non risente della crisi. Tutt’altro. Non è uno slogan, ma un dato oggettivo confermato da rapporti e da trend di investimenti. L’economia “verde” dimostra infatti di piacere e di creare occupazione.
Il ministro dell’Ambiente Clini lo ha segnalato in un suo recente intervento, affermando “negli ultimi due anni i nuovi occupati, soltanto nel settore delle fonti rinnovabili e sono prevalentemente giovani, sono 120 mila. Questo è un settore che è ancora in grado di assorbire nuova occupazione soprattutto nella produzione e nello sviluppo di nuove tecnologie avanzate”. Le rinnovabili e, in generale, la green economy funzionano quindi. “A dirlo sono i dati che emergono dalle analisi internazionali: a livello globale la maggior concentrazione di investimenti è proprio nelle tecnologie tipiche della green economy”, ha sottolineato Clini.
Occupazione ed economia, se son verdi corrono
L’affermazione del ministro trova conforto in indicatori quali il rapporto ‘Green Italy 2011′, realizzato dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere, secondo cui tra il 2008 e il 2011 il 23,9% delle imprese italiane ha investito o ha programmato di investire in tecnologie e in prodotti “verdi”; il 38% delle assunzioni programmate nel 2011 ha riguardato figure professionali legate alla sostenibilità.
La green economy è un fenomeno che ha coinvolto tutta l’Italia, non limitandosi alle “solite” regioni settentrionali: e questo trend lo si deve anche al fatto che nel 2011 è stata la nazione europea ad aver installato più fotovoltaico superando persino la Germania.
E a chi obietta che le rinnovabili hanno goduto di un sostegno considerevole grazie agli incentivi occorre allora ricordare le conclusioni cui è giunta la recente indagine conoscitiva sulle rinnovabili approvato dalla commissione Ambiente e Ll.Pp. della Camera.
Nel documento si legge infatti che, sebbene gli incentivi al settore delle rinnovabili pesino per circa il 10% sulla bolletta elettrica di famiglie e imprese, “nel medio periodo i benefici supereranno di gran lunga gli oneri”. Per il solo fotovoltaico, prosegue l’analisi “si spendono annualmente circa 5,5 miliardi; se, come risulta da valutazioni condivise, tale importo crescesse ulteriormente fino ad arrivare alla soglia, stimata in 7 miliardi, considerata essenziale per arrivare senza conseguenze negative per il settore alla grid parity, il saldo positivo al 2030 sarebbe veramente notevole”.
Nel documento si rileva infine che le stime variano, pur sempre lusinghiere, da quelle “molto prudenziali che valutano il saldo positivo in circa 20 miliardi (Irex annual report 2012) a valutazioni che superano di molto i 70 miliardi (stima dell’Osservatorio internazionale sull’industria e la finanza delle rinnovabili)”.
Il trend green nel mondo
Se il quadro italiano appare decisamente lusinghiero anche all’estero i segnali che arrivano specie nel settore degli investimenti nelle rinnovabili è quanto mai significativo.
Un esempio? Ne facciamo volentieri due. Il primo è quello che riguarda Goldman Sachs, una delle banche d’affari più importanti del mondo: bene, il colosso bancario statunitense ha deciso che stanzierà 40 miliardi di dollari in un piano di investimento decennale proprio nelle energie “pulite”.
Secondo esempio: la Cina ha appena fatto sapere che gli investimenti per il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni oltre che per lo sviluppo delle energie rinnovabili ammonteranno nel 2012 a 97,9 miliardi di yuan (l’equivalente di 15,5 miliardi di dollari), 25,1 miliardi in più rispetto allo scorso anno.
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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