World energy outlook 2014
La Iea prevede un cambiamento energetico poco travolgente
Solo un quarto dell'energia prodotta nel 2040 potrebbe essere a basso tenore di carbonio, aumentando i rischi di climate change
Riuscirà il settore energetico mondiale a trasformarsi nella strada indicata dall’accordo Usa-Cina, ossia ad andare verso una produzione a più basso tenore di carbonio? La risposta che arriva dall’ultimo World Energy Outlook elaborato dalla Iea è sostanzialmente un Ni: questa trasformazione ci sarà, ma forse avverrà in tempi più lunghi di quelli che ci possiamo permettere. Perché l’energia (intesa come elettricità ma anche come carburante e consumi termici) è la prima responsabile al mondo delle emissioni e, in ultima analisi, del cambiamento climatico ormai dato per assodato dai principali enti scientifici globali.
Cosa dice allora complessivamente questo rapporto? Innanzitutto che il settore energetico è attraversato da una profonda incertezza, che rischia di distrarre eccessivamente i responsabili delle politiche pubbliche. Come usuale, la Iea ha poi elaborato diversi scenari prospettici, ma quello a cui bisogna fare riferimento è quello centrale, ossia intermedio. Secondo questa previsione la domanda di energia primaria a livello mondiale è nel 2040 sarà superiore del 37% rispetto a oggi, cosa che ovviamente metterà ancora più pressione sul sistema energetico globale. Ma questa pressione sarebbe ancora maggiore se non fosse per le misure di efficienza che svolgono e svolgeranno sempre più un ruolo vitale nel frenare la crescita della domanda mondiale. In negativo c’è che la stabilizzazione dei consumi di due dei tre principali combustibili fossili – petrolio e carbone – verrà raggiunto soltanto nel 2040, data che forse potrebbe rivelarsi troppo lontana per il nostro pianeta.
Certo le energie rinnovabili guadagneranno rapidamente terreno ma, sostanzialmente, nel 2040 la fornitura mondiale di energia sarà divisa in quattro parti quasi uguali: fonti a basso tenore di carbonio petrolio, gas naturale e carbone. Tra l’altro, cosa destinata come al solito a far discutere, nelle fonti a basso tenore di carbonio è ricompreso anche il nucleare, per il quale la Iea prevede una crescita del 60% al 2040, sebbene concentrata in soli quattro paesi (Cina, India, Corea e Russia). Ritornando alle sole rinnovabili, la Iea si aspetta che rappresentino quasi la metà della crescita globale nella produzione di energia da qui al il 2040, tanto da superare il carbone come fonte principale di energia elettrica. In particolare a crescere sarà l’eolico, seguito da idroelettrico e solare. Basterà tutto questo per contenere il cambiamento climatico? I dubbi sono leciti e, infatti, anche la stessa Iea auspica una svolta dalla conferenza sul clima di Parigi del prossimo anno, dove si dovrà cercare di siglare un accordo internazionale per il contenimento delle emissioni.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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