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I parchi sono una risorsa per l’Italia
Non solo ambiente: le aree protette rappresentano un’opportunità per l’economia nazionale: è quanto emerso dalla conferenza nazionale “La Natura verde dell’Italia”
Nei parchi, dove la natura è protetta e valorizzata, ci sono più giovani che lavorano, più imprese, più turisti. La biodiversità vale, solo negli ecosistemi marini italiani, 9 miliardi di euro l’anno. E le aree verdi garantiscono aria e acqua pulite, difesa dal dissesto idrogeologico, protezione contro il cambiamento climatico e i suoi effetti. È quanto emerso dalla conferenza nazionale “La Natura verde dell’Italia”, che si è chiusa ieri a Roma, che ha fatto il punto sullo stato e le potenzialità delle aree protette nel nostro Paese.
La principale conclusione dei lavori è che la natura rappresenta un asset per lo sviluppo del nostro Paese, anche se l’impostazione economica del secolo scorso (brown economy) ha lasciato eredità pesanti in termini di perdita della salute, dissesto idrogeologico, inquinamento dell’aria e dell’acqua, scomparsa di una parte del paesaggio che tutto il mondo ci invidia.
Eppure i numeri di partenza sono di tutto rispetto: circa l’11% del territorio italiano è tutelato da parchi nazionali e regionali, se si aggiungono i siti di interesse comunitario (Rete Natura 2000) la percentuale di estensione protetta arriva al 22%. Ma oltre all’aspetto ambientale ci sono da considerare i vantaggi economici: nelle aree parco si calcolano 101 milioni di presenze turistiche l’anno, fortemente destagionalizzate.
Nei parchi, inoltre, cresce il valore delle aziende che scelgono la strada della green economy e ci sono maggiori opportunità di lavoro per i giovani e le donne non solo in rapporto alle aree circostanti, ma anche rispetto alla media nazionale.
Come un po’ per tutti i settori, anche quello delle aree protette deve fare i conti con una certa penuria di fondi: secondo l’associazione 394, il decreto di riparto relativo alle risorse del 2012 per i parchi nazionali era di 2.180.000 euro, ossia una media di 95.000 euro a Parco nazionale, che sicuramente non basterebbero se non ci fossero i finanziamenti straordinari come quelli comunitari.
Ma la natura va oltre i parchi: siamo la nazione europea con la maggiore ricchezza di specie naturali: un terzo degli animali del continente vive nella Penisola, anche se l’Italia ha meno di un quindicesimo della superficie europea (Ue a 27). La percentuale di boschi è aumentata di quasi il 2% negli ultimi 20 anni (un dato in controtendenza rispetto al crescente consumo di suolo cementificato), fornendo in linea di massima una migliore protezione da frane e alluvioni.
Senza poi contare che l’agricoltura biologica, il turismo verde, i prodotti tipici, il “made nella Natura dell’Italia”, l’innovazione dei prodotti e dei sistemi di produzione, possono realmente fornire al Paese una via di uscita dalla crisi dell’economia e dell’occupazione.
In questa direzione, secondo quanto annunciato alla Conferenza dal ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, sarà varato proprio oggi un decreto per il contenimento del consumo di suolo: «Mi piace pensare – ha dichiarato Orlando – che da un’ambizione di rigenerazione del nostro territorio possa muoversi una rigenerazione della nostra democrazia in grado di restituirle la forza, di interpretare i bisogni e le speranze di questo nostro meraviglioso Paese».
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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