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Desertec, il progetto in crisi tenta un difficile rilancio globale
In campo restano solo tre dei 19 azionisti originari. Gli alti costi e il cambiamento di quadro sono alla radice della fine del sogno di esportare l’energia dell’Africa in Europa
Chi si ricorda di Desertec? Qualche anno fa il progetto era sulla bocca di tutti: d’altronde l’idea di sfruttare l’energia solare prodotta nei caldi Paesi africani per soddisfare i fabbisogni energetici del Vecchio Continente sembrava perfetta. I primi avrebbero beneficiato di massicci investimenti nei propri territori, i secondi avrebbero avuto in dotazione una massiccia dote di energia pulita senza bisogno di costruire impianti nei propri (affollati territori).
Eppure, a distanza di cinque anni dall’annuncio dell’iniziativa, Desertec sembra a un passo dal fallimento definitivo. Nel corso di questo quinquennio alcuni importanti operatori hanno abbandonato il progetto, tra cui Siemens, Bosch, E.ON e Bilfinger. Ormai, come emerso in un recente incontro che si è tenuto a Roma, in campo restano soltanto 3 dei 19 azionisti originari: si tratta della saudita ACWA, della tedesca RWE e la Cina State Grid.
Quali sono le ragioni di questa fuga? Fondamentalmente, il principale problema è rappresentata dai costi, che si sono rivelati fin da subito superiori a quanto preventivato. Trasportare energia dall’Africa all’Europa richiede investimenti in modernissime reti di trasmissione non certo economiche, non certo semplici da sostenere in un momento di crisi economica come quello attuale. Non solo: il boom delle rinnovabili in Europa in questo quinquennio ha messo in secondo piano Desertec, anche perché ha alimentato l’urgenza di investire nelle infrastrutture di rete europee (come ampliamente richiesto dall’Ue).
Nonostante la crisi e gli addii, però, Desertec non vuole morire: l’obiettivo è, soprattutto, intercettare la possibile crescita futura del solare termodinamico a livello globale, prevista anche dalla Iea. Tanto che – con un bel po’ di faccia tosta – nel sito ufficiale si legge che Desertec non avrebbe mai avuto come scopo quello di portare l’elettricità dall’Africa all’Europa. Dunque l’obiettivo del progetto sarebbe, ora globale e non più ristretto al bacino euro mediterraneo. Ma le forze del Consorzio Desertec, al momento, appaiono troppo scarne per una sfida così impegnativa.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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Rodolfo Rizzotto
scrive il 20 ottobre 2014 alle ore 18:41
Desertec il progetto è stato fatto per trasportare miliardi di € e non di watt, nulla è tecnicamente più stupido di portare l'energia prodotta dal sole africano quando lo stesso sole irradia anche lìEuropa. Sul sistema energetico europeo e come è stato ed è gestito meglio stendere un velo pietoso , chi ci ha guadagnato sono state come sempre e solo le banche, e pensare che sarebbe molto molto facile produrre energia ed abbassare i costi per tutti, ma questo non è nella testa dei faccndieri e politici. Siamo alle solite.