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Visiondivision, gli architetti che non hanno paura dell’architettura

Come costruire e sperimentare, sacrificando materia prima per trasformarla in qualcosa di utile e priva di shock per l’ambiente circostante

Scritto da il 25 gennaio 2012 alle 8:10 | 0 commenti

Visiondivision, gli architetti che non hanno paura dell’architettura

Photo: Concessione Visiondivision


Costruire utilizzando materiali naturali non è un novità. Disegnare e realizzare opere architettoniche partendo da forme esistenti in natura, plasmare gli alberi, integrare le strutture quasi a farle scomparire nell’ambiente circostante, tanto da destare prima scetticismo e poi meraviglia, è la peculiarità di Visiondivision.

Le realizzazioni di Visiondivision

“Non temiamo di andare oltre il nostro ruolo di architetti pur di risolvere qualsiasi problema progettuale”. E’ riportato questo pensiero sul sito internet dello studio di architetti Visiondivision, nato a Stoccolma nel 2005 ad opera di Anders Berensson e Ulf Mejergren. Poche parole che rispecchiano appieno la filosofia che sta dietro le loro realizzazioni, molto richieste in Olanda e Sud America.

Tra le opere più fantasiose menzioniamo una delle più recenti The Patient Gardner, progetto proposto durante il workshop Miaw2, tenutosi al politecnico di Milano. L’incontro verteva sul concetto di designer verde, sul riciclo e sull’impatto ambientale che produce il frenetico stile di vita moderno. Il risultato è stato The Patient Gardner, “paziente” perché è una struttura di cui sono state poste le basi, ma sarà completa solo tra 60 anni. Sono stati piantati, infatti, 10 alberi di ciliegio giapponese, attorno a un anello di otto metri di diametro, i quali crescendo prenderanno la forma di una straordinaria struttura a due piani, luogo ideale per studiare o ricaricarsi. Effettuando di anno in anno degli interventi sulla direzione dei rami, questi ultimi prenderanno la giusta flessione. Nel mentre è stata posizionata una torre al centro del cerchio, per tirare le estremità dei ciliegi e incurvare i tronchi piano piano. Ci saranno inoltre delle scale con passamano e degli intrecci naturali al piano superiore per evitare cadute, ovviamente utilizzando gli stessi rami degli alberi.” Il risultato finale “can be enjoyed at Politecnico di Milano in about 60 years from now”.

Uno zoo con apertura su cascata

In Argentina è stato proposto Eden Falls, uno zoo verticale per la riserva di Buenos Aires, Costanera Sur, che si trova vicino al fiume Rio de la Plata. Il progetto consiste nel costruire una struttura verticale dove ospitare gli animali, gli uffici amministrativi, e i servizi relazionati allo zoo.

Sopra la torre scorre, a mo’ di cascata, dell’acqua proveniente dal fiume la quale oltre all’effetto scenico, rende autosufficiente la struttura provvista di turbine che trasformano la forza dell’acqua in energia. Per entrare all’interno si passa attraverso un’apertura della cascata, si cammina sopra un fossato con dentro dei coccodrilli e infine si attraversa una strada selvaggia con scimmie e uccelli tropicali. All’interno della torre c’è lo zoo vero e proprio con tanto di gabbie per animali, con balcone che si affaccia sulla cascata.

Dell’albero non si butta via nulla

Chop Stick, è stato commissionato a Visiondivision dal Museo dell’arte di Indianopolis per The Virginia B. Fairbanks Art & Nature Park (uno dei parchi più belli negli Stati Uniti). La materia prima è un tronco di pioppo di 30 metri preso nello stato dell’Indiana. L’intento era trasformarlo in uno spazio per trarre beneficio dai momenti di relax all’aria aperta. Durante la prosecuzione di lavori tutte le varie componenti dell’albero ( foglie pressate, radici, rami, corteccia e così via) sono state trasformate in qualcosa di utile alla realizzazione del progetto (struttura, pilastri portanti, tavoli, sedie, altalene per bambini).


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L'autore

Anna Simone

Anna Simone è una Sociologa Ambientale e si occupa di tematiche ambientali dal punto di vista sociale e culturale, contestualizzando quello che succede al posto in cui è successo per comprenderlo, analizzarlo e spiegarlo. È autrice del blog Ecospiragli.


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