edilizia antisisma
Un ambulatorio in legno a servizio dei terremotati
A quasi un mese dal sisma che ha colpito l’Emilia, tra i primi segni della ricostruzione c’è un esempio di struttura provvisionale in bioedilizia
Photo: Di.Co Bioedilizia
A quasi un mese dal sisma in Emilia comincia la ricostruzione, un compito difficile ma nel contempo altamente simbolico per permettere alle popolazioni colpite di riprendere la vita di tutti i giorni e che si concretizza di solito con la costruzione di strutture provvisionali chiamate a ospitare i servizi essenziali, come gli ambulatori medici, gli asili, le scuole e i negozi che vendono beni di prima necessità.
Di solito queste strutture di emergenza vengono organizzate all’interno di tende e container, ma al campo Pascoli di San Felice sul Panaro un ambulatorio medico dotato di una piccola farmacia sarà a breve alloggiato all’interno di un edificio in legno di circa 16 metri quadrati, che è stato eretto in meno di una settimana.
La struttura spicca già tra le tende della zona riservata al presidio medico, ispirando un maggiore senso di stabilità agli abitanti del luogo e dimostrando nel contempo come con materiali salubri e tecnologie edilizie innovative e sicure si possa restituire in tempi ragionevoli ciò che il sisma ha tolto loro.
L’iniziativa è partita dall’intenzione della Associazione Medici Omeopati per l’Emilia di realizzare un presidio da dove fornire assistenza volontaria alla popolazione colpita dal sisma. I medici si sono rivolti quindi ad una azienda locale, la Di.Co Bioedilizia, per chiedere la realizzazione di un piccolo padiglione atto ad ospitare questa attività.
L’impresa ha coinvolto a sua volta l’architetto Silvia Pietta e Reinhold Holzer, storico imprenditore altoatesino che commercializza un sistema di costruzioni modulari in legno, che hanno contribuito volontariamente alla realizzazione, la prima redigendo il progetto ed il secondo fornendo il materiale e parte della manodopera, la quale è stata completata altrettanto spontaneamente dall’impresa interpellata.
La struttura è facilmente e quasi completamente smontabile ed i blocchi di legno che la costituiscono potranno essere re-impiegati nella realizzazione di una ulteriore costruzione a prova di sisma, questa volta definitiva, a servizio della intera comunità. Sembra che anche la Amministrazione Comunale ed il parroco di San Felice siano d’accordo.
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L'autore
Beatrice Spirandelli
Divisa tra le professioni di architetto, ricercatrice e giornalista free lance, Beatrice Spirandelli congiunge queste diverse forme di espressione con un filo verde, la passione sostenibilità. Questa passione arriva dalle sue radici in quanto, nonostante viva a Milano, è nata nella campagna veneta e vanta un padre e un nonno falegnami.
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Erik
scrive il 03 luglio 2012 alle ore 19:38
Bravo stefano, dopo la distruzione, nuove costruzioni con nuove tecnologie per prendersi cura di nuovi malati!!!