Edilizia & prevenzione
I materiali naturali resistono al terremoto
A San Giovanni in Persiceto un edificio con struttura in telaio di legno e riempimento in mattoni a calce-canapulo ha resistito bene alle scosse
Il recente terremoto in Emilia ha riacceso il dibattito circa la sicurezza delle costruzioni in cui si vive e si lavora. Forse era scontato che gli edifici più antichi subissero i danni peggiori, ma la maggior parte delle vittime stavolta si è contata in moderni capannoni industriali in cemento armato costruiti meno di dieci anni fa.
Nella zona tra Medolla e Mirandola, ovvero nell’area più disastrata, accanto agli stabilimenti crollati in cemento armato, le strutture di legno sono rimaste tutte in piedi. Tanto che a Finale Emilia il primo punto sicuro di raccolta e soccorso per gli sfollati è stata proprio la nuova scuola media costruita in legno.
Questo tipo di strutture sono sicure non solo per le tecnologie moderne applicate, ma soprattutto perché il legno pesa un quinto rispetto al cemento armato e riesce a dissipare l’energia in modo eccezionale.
L’Officina servizi tecnici ambientali ha terminato di recente a San Giovanni in Presiceto un edificio low-tech con struttura in telaio di legno e riempimento in mattoni a calce-canapulo (calce mista a canapa) che ha resistito bene alle scosse di questi giorni.
E anche la paglia si dimostra un materiale fortemente antisismico, che, come ha dimostrato un test dell’Università del Nebraska, è capace di sopportare sollecitazioni pari ad un sisma di magnitudo 6,7 della scala Richter.
L’istituto Ivalsa CNR di Trento ha dimostrato come un edificio di sette piani costruito in legno lamellare rimanga praticamente integro dal punto di vista strutturale a fronte di un terremoto di magnitudo 7.2 della scala Richter.
E forse senza conoscere questi dati nei paesi più colpiti dal sisma di questi giorni molti si stanno organizzando autonomamente, come è nello spirito degli emiliani, per costruirsi un alloggio temporaneo di legno sicuramente più comodo e sicuro di un camper. O di una tenda.
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L'autore
Beatrice Spirandelli
Divisa tra le professioni di architetto, ricercatrice e giornalista free lance, Beatrice Spirandelli congiunge queste diverse forme di espressione con un filo verde, la passione sostenibilità. Questa passione arriva dalle sue radici in quanto, nonostante viva a Milano, è nata nella campagna veneta e vanta un padre e un nonno falegnami.
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pietro
scrive il 08 giugno 2012 alle ore 13:22
Salve: Io sono sempre di più per la bioarchitettura, ma, presentato così questo articolo è un po scorretto, nel senso che nelle zone terremotate tutti i capannoni costruiti con materiali e tecniche Baraclit (in c.a.) hanno resistito perfettamente al sisma. I motivi per cui alcuni capannoni moderni in c.a. sono crollati sono da ricercare nell'italianità di alcuni committenti; ovvero, nella ricerca assoluta del massimo risparmio, a scapito della sicurezza e della qualità. Arch. Pietro Cavallo