L’edilizia diventa 2.0

La produzione si sposta vicino al cliente. Questa è la logica che pervade tutte le iniziative di una brillante start up italiana arrivata ormai al quinto anno di vita. Personal Factory, questo il nome dell’azienda che conta 33 addetti tra dipendenti e collaboratori, è una startup di Simbario, nei pressi di Vibo Valentia, fondata dai fratelli Francesco e Luigi Tassone rispettivamente 34 e 28 anni che promette di ribaltare la logica, e la filiera del materiale edile. Grazie a una macchina sviluppata da Personal Factory, chiamata Origami, infatti, diventa possibile effettuare la miscelazione di diversi componenti per confezionare prodotti pronti all’utilizzo in edilizia, come inerti e prodotti chimici, direttamente presso il punto vendita. La macchina, che occupa uno spazio di circa sei metri quadrati è una vera e propria piattaforme tecnologica con la quale i rivenditori possono diventare produttori di materiali per l’edilizia risolvendo le problematiche e le esigenze più particolari della clientela. Un fatto non da poco se si pensa alle specificità delle lavorazioni in edilizia. La forte automazione, la flessibilità nel soddisfare le richieste della clientela, la produzione in tempo reale, la diminuzione del magazzino e la possibilità al tempo stesso di disporre di un ampio catalogo sono tutte qualità che consentono all’utilizzatore di realizzare delle economie in grado di abbassare, oltretutto, il prezzo del prodotto finale.

E sembra che il mercato abbia apprezzato l’innovazione. Personal Factory, infatti è ai primi posti di parecchie classifiche delle start up innovative sia sul fronte della capacità di drenare risorse, sia sotto al profilo dell’occupazione. E c’è di più. I realizzatori del sistema lo hanno dotato di una  piattaforma di cloud computing che è abbinata ai processi manifatturieri, riducendo drasticamente i trasporti. La maggior parte dei prodotti per l’edilizia, infatti, contiene elementi di base che sono comuni in ogni luogo, mentre la specificità di un prodotto è data da una piccola percentuale di sostanze chimiche dedicate che sono le uniche a dover essere trasportate, cosa che consente di ridurre i costi della logistica e del trasporto anche dell’80%. L’azienda calabrese ha, per ora, il grosso del proprio mercato all’estero in paesi come il Nord Afria, la Russia e il Sud America.

Ora l’evoluzione del sistema sta nella realizzazione del Hacking Materials Lab, un laboratorio icon il quale Personal Factory intende studiare i materiali da costruzione innovativi. E i finanzatori sembrano credere all’impresa. Questa nuova fase, infatti, ha ricevuto l’interesse di svariato venture capital in due round per complessivi 3,8 milioni di euro.