Le nuove professioni dell’edilizia sostenibile
In testa alle richieste ci sono il facility manager, il bioarchitetto e i profili commerciali
Lo sviluppo dell’edilizia sostenibile porta con sé anche novità sul fronte occupazionale, con nuove figure che si affacciano sul mercato e ruoli più tradizionali chiamati a reinventarsi per non perdere capacità attrattiva. “Il green building sta sostenendo il mercato dell’edilizia e non si tratta certamente di un fenomeno temporaneo”, riflette Gianni Buccheri, energy and construction manager di Antoitalia Group. “Per trovare lavoro nel settore occorre un mix di competenze a livello di pianificazione del progetto in materia di edilizia, urbanistica, impiantistica e di tecnologia dei materiali”.
L’architetto specializzato in bio-compatibilità
Le principali figure professionali coinvolte nella bioedilizia sono “l’architetto, che deve possedere una vasta conoscenza dei materiali eco-compatibili e soprattutto delle caratteristiche degli stessi e dei campi di utilizzo”, aggiunge Buccheri, ”e il progettista di impianti, chiamato a integrare le caratteristiche dei materiali e le componenti impiantistiche per rendere la costruzione conforme alle caratteristiche ambientali e climatiche in cui deve essere inserita”.
L’ingegnere deve muoversi con logiche commerciali
La società di ricerca e selezione Randstad rileva che negli ultimi mesi è in forte crescita la domanda di ingegneri altamente specializzati (civile, meccanico, elettrotecnico a seconda del settore – edilizio o impiantistico) esperti nella progettazione di edifici a basso impatto ambientale e impianti per la produzione di energia per il settore edilizio e industriale (soprattutto fotovoltaico e solare). Oltre che di ingegneri con competenze anche in ambito commerciale, esperti nella vendita di strutture e impianti ad alto tasso di sostenibilità (edifici, impianti a pannelli solari su abitazioni private o capannoni industriali), soprattutto nel fotovoltaico. “L’evoluzione del mercato sta cambiando le caratteristiche richieste ai professionisti”, spiega l’amministratore delegato di Randstad Italia, Marco Ceresa. “Così, ad esempio, ai tecnici commerciali vengono richieste competenze nella definizione dei progetti, dei preventivi e delle offerte, nonché esperienza nella vendita B2B e B2C”.
Il manager che minimizza gli sprechi
La tutela dell’impatto ambientale da parte degli edifici non riguarda esclusivamente la fase di costruzione e o ristrutturazione. Nella fase di vita dell’edificio è fondamentale prestare particolare attenzione ai consumi energetici. E’ su questo fronte che opera il facility manager, che oltre a cercare di ottimizzare gli spazi è chiamato a minimizzare i consumi energetici, dalla predisposizione di ascensori “intelligenti” all’adozione di soluzioni domotiche per ridurre gli usi impropri dei dispositivi tecnologici. Di solito a svolgere la funzione è un ingegnere, che ha completato il percorso formativo con un master in energy management, impiegato come consulente (nel caso si tratti di un free-lance che opera anche per altri edifici) o come dipendente negli edifici che presentano un numero elevato di uffici, integrati tra loro.
Spesso il facility manager lavora fianco a fianco con il tecnico per la verifica delle performance degli edifici, chiamato a effettuare stime quantitative del bilancio e dell’efficienza energetica dell’immobile in funzione delle dei materiali utilizzati e degli strumenti utilizzati per l’isolamento.
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Luigi Dell'Olio
Luigi dell'Olio, giornalista pugliese free-lance, vive a Milano, dove si occupa di temi legati all'economia, alla tecnologia e alle energie rinnovabili.
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Michele
scrive il 03 marzo 2011 alle ore 10:27
Maggiori informazioni sul master.Grazie e buon lavoro
Luigi Dell'Olio
scrive il 03 marzo 2011 alle ore 11:56
i master sul management dell'energia sono organizzati da diverse business school italiane. se ha la possibilità, le consiglio di prendere in considerazione anche le opportunità all'estero.