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Ecco come ti faccio risparmiare. Parola dell'Energy Manager

Ecco come ti faccio risparmiare. Parola dell’Energy Manager

Una guida a una professione molto richiesta dal mercato e utile per ridurre i consumi

Scritto da il 02 febbraio 2011 alle 9:02 | 1 commento

Ecco come ti faccio risparmiare. Parola dell’Energy Manager

Photo: NNSANews


La figura dell’Energy Manager è diventata molto richiesta dal mercato del lavoro italiano ed è ormai considerata molto importante per risparmiare sui consumi.

Il primo passo fondamentale verso il risparmio energetico e la sostenibilità dell’ambiente è infatti l’ottimizzazione dei consumi. Un risparmio che deve avvenire non solo nelle case ma anche e soprattutto nelle imprese.

La figura dell’energy manager non è tuttavia nuova. L’introduzione in Italia è avvenuta nel 1991 e riguarda soggetti sia pubblici che privati che consumano un quantitativo di energia elevato: la legge 10/91 fissa infatti l’obbligo di individuare nel proprio organico un energy manager. Le imprese del settore industriale devono quindi dotarsi di un responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia a partire da consumi di 10.000 Tep (tonnellate equivalenti di petrolio) mentre il limite è molto più basso per imprese terziarie (a partire da 1.000 Tep) e Pubblica Amministrazione che deve rispettare la normativa in contesti superiori a 15.000 abitanti.

Come possono essere tradotti i consumi minimi? Di che dimensioni di aziende stiamo parlando? Si può fare un paragone grazie alla conversione in unità di misura più quotidiane e semplici da capire. Se trasformiamo 1.000 tep in metri cubi di gas o in kWh di energia elettrica ottieniamo circa 1,2 milioni di m3 o 4,5 milioni di kWh.

Ma cosa fa in pratica un energy manager? Il primo obiettivo è di ottimizzare i consumi. La mansione di responsabile per l’energia spazia dall’analisi del consumo energetico alla pianificazione delle fonti da utilizzare.

L’esperto deve ricercare il giusto mix di fonti produttive che garantiscano una sempre maggiore efficienza e risparmio energetico, utilizzando tutte le leve a propria disposizione. Ad esempio l’uso delle energie rinnovabili, dal fotovoltaico all’eolico, è fondamentale per andare verso la direzione della sostenibilità energetica.

In particolare i compiti che meglio si individuano nella figura in esame partono dalla raccolta dati di bollette e misure interne, per poi creare ed analizzare le serie storiche e gli indici di consumo specifico. E’ inoltre compito dell’energy manager elaborare i profili di consumo dell’energia su base giornaliera, settimanale e annuale suddividendo, nella valutazione dei costi di energia, la tipologia energetica per fonte, per uso specifico e per centro di costo.

Il ruolo, che può essere svolto sia da un dipendente che da un consulente esterno, ha anche la responsabilità delle diagnosi energetiche per individuare interventi migliorativi di tipo organizzativo, manutentivo o per modifiche dirette su impianti. L’energy manager deve quindi elaborare uno studio di fattibilità che comprende un primo approccio di massima fino all’analisi tecnico economica, di impatto ambientare e di autorizzazioni e permessi. Un’altro compito pratico consiste nella verifica e nel controllo delle manutenzioni, nella gestione dei contratti di fornitura anche per appalti di servizi energetici.

Come si diventa energy Manager? La Legge 10/91 non fissa requisiti particolari sia per quanto riguarda il titolo di studio che per l’esperienza minima. Sicuramente energy manager non ci si improvvisa perchè è necessario conoscere a fondo le due tematiche di energia e ambiente unite ad economia e finanza. Gli studi più richiesti sono in ingegneria energetica uniti ad un’esperienza maturata sul campo e ai corsi di aggiornamento.  Per diventare energy manager ed essere iscritti nell’elenco del FIRE, l’ente nominato dal Ministero dello Sviluppo Economico per la gestione dell’accreditamento, è necessario ottenere la nomina da una società o ente che può anche non richiedere obbligatoriamente la figura professionale.

Quali le opportunità di lavoro? Dalle aziende arriva una maggiore richiesta di figure professionali che consentano atteggiamenti virtuosi ed ecosostenibili per tagliare gli sprechi e ottimizzare i consumi. Posti di lavoro che non solo si trovano in realtà consolidate come multinazionali, imprese manifatturiere, metallurgiche o enti locali. La tecnologia sta ampliando i propri settori di applicazione e l’energy manager è richiesto addirittura in agricoltura. E’ possibile ottimizzare il territorio e le risorse produttive ma le competenze richieste sono ancora più specifiche e comprendono un’ampio studio delle leggi ambientali e delle caratteristiche di produzione zootecnica e agro-forestale. L’ambito di applicazione riguarda specialmente le energie rinnovabili con particolare importanza alle tecniche di produzione a biomassa e al trattamento dei rifiuti agricoli.

L’energy manager può spaziare da nuove forme di produzione energetica nelle aziende agricole fino alla gestione dell’energia dei data center.

Nelle multinazionali di information technology (IBM è un esempio su tutti) si stanno attuando sistemi di gestione dell’energia che permettono di registrare il consumo di ogni componente e ottimizzare le risorse per le varie situazioni di carico del sistema.

Il passo verso un’efficienza energetica di alto livello è tuttavia ancora lungo: servono nuove infrastrutture che consentano di unificare la gestione di tutte le diverse fonti di consumo energetico. Aziende come Google, IBM e Cisco stanno investendo svariati miliardi per la gestione intelligente dell’energia nei Data Center. Compito importante anche nelle soluzioni a più alta tecnologia per gli energy manger che devono analizzare consumi, valutare i trend e predisporre la corretta pianificazione delle risorse energetiche.

Le prospettive per gli energy manager nel 2011 sono positive. Attualmente i professionisti che operano nel settore energetico sono circa 2700 di cui 500 impiegati nella pubblica amministrazione.

I settori privati più interessanti riguardano il comparto produttivo e civile dove è impiegato circa l’80% del totale. La parte rimanente è dedicata all’ottimizzazione dei consumi nel settore dei trasporti.

I numeri in gioco sono ancora bassi e, dopo quasi 20 anni dall’introduzione della figura professionale, sono ancora pochi i professionisti ufficialmente incaricati nella gestione della razionalizzazione energetica. La mancanza di una diffusione capillare deriva innanzitutto dalla cattiva responsabilizzazione sul risparmio energetico nel settore pubblico e privato delle piccole e medie imprese. L’iter poi non viene facilitato dalla formazione: ad oggi non esiste un vero e proprio corso universitario o un programma specifico per l’abilitazione alla professione.

Il 2011 porta però prospettive incoraggianti: sono stati avviati numerosi corsi di formazione e il trend del mercato del lavoro sottolinea una crescita esponenziale di richieste nel settore green, anche per merito delle nuove normative per la riduzione delle emissioni inquinanti. Energy manager, ingegneri ambientali e progettisti per impianti fotovoltaici sono i professionisti più ricercati in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Piemonte e Lazio. Un piccolo segnale di ripresa viene anche dal Sud con richieste di assunzione anche in Puglia e Sicilia, location strategicamente fondamentali per sfruttare al meglio l’energia di risorse rinnovabili come sole e vento.


Commenti

È stato inserito 1 commento.

  • Giovanni Coppa
    scrive il 08 febbraio 2011 alle ore 17:22

    È un peccato non prendere in considerazione i Data Center che con le giuste modifiche possono far risparmiare fino al 50% di energia. http://www.korematic.com/studio-per-lottimizzazione-del-bilancio-energetico-di-un-centro-di-calcolo/

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    L'autore

    Alessandro Bruzzi

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