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La rivincita dei naturali | Tekneco

Tekneco #12 – Bioedilizia

La rivincita dei naturali

Acciaio, cemento e materiali più pericolosi come l’amianto hanno fatto il loro tempo. Oggi si progetta usando materie naturali e più performanti

Scritto da il 14 agosto 2013 alle 8:30 | 3 Commenti

La rivincita dei naturali

La bioedilizia e le tecniche per l’efficienza energetica stanno rimettendo in corsa materiali naturali che solo fino a pochi anni fa si pensava fossero destinati ai libri di storia. Fino agli anni Ottanta, infatti, in buona parte d’Europa i materiali di successo erano l’acciaio, il cemento e, purtroppo, l’amianto, tutte componenti che sembravano unire economicità nella costruzione, grande flessibilità e standardizzazione nelle operazioni di cantiere.

L’amianto, per fortuna, è stato messo fuori legge per il suo impatto disastroso sulla salute nei primi anni Novanta, mentre per i materiali tradizionali è da alcuni anni in atto un profondo ripensamento da parte dei progettisti che si stanno orientando per alcune realizzazioni all’utilizzo, o meglio al riutilizzo, di materiali naturali che oggi hanno diversi gradi sia d’utilizzo, sia di maturità, in relazione anche alle tecnologie costruttive che si stanno sempre più raffinando, come nel caso del legno.

Il concetto di base dei materiali naturali è che, non solo la loro origine deve evitare prodotti di sintesi, ma tutto il ciclo di vita, compresa la filiera di produzione, deve essere a basso impatto ambientale, specialmente per quanto riguarda i consumi energetici, ed è necessario che il fine vita contempli la possibilità di riciclo. Naturalmente un requisito fondamentale dei materiali naturali è rappresentato dal fatto che, oltre a garantire delle buone performance ambientali, devono avere lo stesso livello di qualità e abitabilità dei materiali tradizionali, cosa che negli ultimi tempi ha sviluppato la ricerca per l’affinamento delle performance di questi materiali.

Oltre al legno, materiale edile per eccellenza in molte culture di cui parliamo in articolo a parte, i materiali naturali abbracciano tutti gli aspetti dell’edilizia. Per quanto riguarda le opere di fondazione, il consiglio dei bioarchitetti è quello di utilizzare il cemento puro, nel quale non devono essere state utilizzate materie prime seconde provenienti da altre lavorazioni industriali, mentre per quanto riguarda l’armatura d’acciaio è preferibile utilizzare l’acciaio austenico che ha una bassa permeabilità magnetica e, quindi, riduce il fenomeno delle correnti indotte.

La terra cruda, che è uno dei materiali più antichi, è tutt’ora molto utilizzata – l’Unesco, infatti, stima che metà della popolazione mondiale viva in abitazioni realizzate con la terra – e può essere impiegata per le murature continue portanti, utilizzando le due principali tecniche di costruzione: il pisé e l’adobe. Con l’accoppiamento della terra cruda e della paglia, invece, si ottengono murature dalle forti proprietà termoregolatrici, ma non adatte a strutture portanti. Capitolo a parte, invece è quello dell’utilizzo della paglia come materiale di costruzione, che recentemente è tornato alla ribalta in alcune realizzazioni sperimentali, anche di alto livello. La paglia viene utilizzata altresì per le pareti esterne, fissandola con delle strutture di legno e si intonaca normalmente, ma il suo comportamento fisico è ben diverso dai materiali tradizionali. Un muro di paglia è in grado di traspirare, impedendo la formazione delle muffe, ha un alto coefficiente d’isolamento termico ed è, al contrario di ciò che si crede comunemente, resistente al fuoco, poiché nella paglia pressata c’è poco ossigeno. Oltre a ciò la paglia, vista la sua leggerezza, è adatta alle costruzioni antisismiche.

I settori dove troviamo una grande quantità di materiali naturali, in grado di soddisfare le esigenze più disparate, sono quelli delle finiture superficiali e della coibentazione. La calce, in tutte le sue versioni, ha delle buone caratteristiche sul fronte della sostenibilità – ha anche un bilancio energetico basso – e può essere utilizzata per le malte, gli intonaci e le pitture, mentre quella idraulica è adatta in molti casi in sostituzione del cemento, offrendo un’ottima traspirabilità, cosa che aumenta parecchio il comfort degli ambienti. La calce spenta, invece, viene utilizzata per le finiture e gli intonaci, garantendo le caratteristiche microclimatiche necessarie a una buona abitabilità.

Per quanto riguarda le impermeabilizzazione, specialmente quelle a terra, anche in questo settore è possibile puntare su un materiale naturale come la bentonite, che è una sostanza d’origine vulcanica a struttura cristallina lamellare, non tossica e chimicamente inerte che possiede la caratteristica di divenire, con l’aggiunta dell’acqua, un gel impermeabile che si espande anche di venti volte riempiendo così eventuali cavità e fessure ed impedendo di conseguenza la risalita dell’acqua per capillarità. L’utilizzo delle cere, invece, consente di realizzare, per impregnamento, delle fibre o delle carte cellulosiche, realizzando così delle vere e proprie guaine utili nelle coperture.

Sul fronte delle vernici la scelta è decisamente ampia e si va dagli oli vegetali, ai coloranti, sempre vegetali, passando per le resine e finendo con i minerali naturali come gessi, terre colorate, bianco titanio e così via. In buona parte si tratta di sostanze ampiamente sperimentate sia sul fronte dell’utilizzo, sia su quello dei risultati finali, poiché sono stati materiali molto utilizzati nel passato, prima che i prodotti realizzati con la chimica di sintesi prendessero il soppravvento durante tutto il secolo scorso.

I coibenti, infine, offrono una grande varietà di possibilità poiché possono essere d’origine vegetale, animale e minerale e sono spesso già ampiamente utilizzati, come nel caso del sughero. La carta riciclata, con l’aggiunta di sali minerali come il boro, per esempio, diventa un coibente robusto e ignifugo, mentre, sempre con lo stesso metodo, si possono utilizzare scarti di legno, impastati con il cemento bianco. Altre fibre vegetali, come quelle di cocco, lino, mais e così via, possono essere utilizzate senza trattamenti aggiuntivi, così come con le fibre di legno provenienti dagli scarti delle segherie si possono realizzare pannelli assolutamente naturali, poiché sono tenuti assieme dalla lignina già presente nel legno.

Dal mondo animale arriva la lana di pecora, ottima per l’isolamento acustico e termico, che possiede delle caratteristiche igroscopiche eccezionali visto che è in grado di assorbire acqua per il 30% circa del suo peso senza dare segni d’umidità. I minerali, infine, garantiscono resistenza e caratteristiche coibentanti di ottimo grado. L’argilla espansa è un ottimo isolante inerte e leggero, mentre il vetro cellulare espanso aggiunge a queste caratteristiche quella della resistenza chimica. La lana di roccia, se prodotta dopo il 2001, non è classificata come cancerogena per cui può rientrare nel novero dei materiali da utilizzare nella bioedilizia. E con i materiali di origine naturale si difende anche il clima. Un metro cubo di isolante realizzato in canapa e calce “sequestra”, secondo i calcoli fatti dall’azienda Equilibrium, fino a 60 chilogrammi di anidride carbonica.

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Commenti

Ci sono 3 commenti.

  • Equilibrium
    scrive il 14 agosto 2013 alle ore 17:09

    Grazie per la citazione del biomattone, realizzato in natural beton (canapa e calce). Inoltre il biomattone potrebbe dar vita a una filiera virtuosa dell'edilizia, con la possibilità di reperire le materie naturali da costruzione direttamente sul proprio territorio, garantendo sviluppo e abbattimento dei costi, economici e ambientali, da trasposto. Per tutte le altre informazioni su tutte le applicazioni rimandiamo al sito-web di Equilibrium - Equilibrio Naturale Costruito.

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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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