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Grassello di calce? Ottimo d’annata e “bio” | Tekneco

Materiali green

Grassello di calce? Ottimo d’annata e “bio”

È rinomato in edilizia e migliora col tempo. E c’è chi in Italia, con un certificato innovativo, ne garantisce invecchiamento ed eco-sostenibilità

Scritto da il 10 settembre 2013 alle 8:31 | 2 Commenti

Grassello di calce? Ottimo d’annata e “bio”

Photo: La Banca della Calce


C’è vino e vino, come c’è calce e calce. Eh sì, lo stesso rapporto tra un comune vino da tavola e, per fare esempi illustri, un Barolo o un Brunello di Montalcino, c’è anche tra la calce e il grassello di calce invecchiato. E proprio come i migliori vini d’annata c’è chi ha pensato di valorizzare l’uso della calce “a denominazione controllata”: è la Banca della Calce, società bolognese nata nel 2009 – sostenitrice del Forum Italiano Calce – che intende far sì che, attraverso di essa, artigiani e addetti del settore del restauro possano acquistare la calce e farla maturare per migliorarne le caratteristiche chimico-fisiche, ottenendo il grassello di calce invecchiato. Proprio come i più prestigiosi “vini d’annata”, sempre facendo un parallelo enologico, pre-acquistabile a un prezzo inferiore (dal 20 al 50% in meno) rispetto al corrispettivo già invecchiato.

Ma cos’è il grassello di calce invecchiato? È il prodotto dello spegnimento della calce viva con un’aggiunta d’acqua tale da creare il cosiddetto “latte di calce” che poi viene trasferito in vasche, e della successiva stagionatura, variabile da mesi ad alcuni anni. Il materiale, che deve rimanere sempre coperto da uno strato d’acqua, col tempo sedimenta e subisce delle trasformazioni, a livello microscopico, che determinano un miglioramento delle caratteristiche prestazionali del materiale. Viene così ottenuto un prodotto di elevato livello qualitativo, che offre diversi vantaggi nella formulazione di malte, intonaci, marmorini, tinte a base di grassello di calce correttamente invecchiato.

«Dopo una maturazione di 12, 24 o 48 mesi, il grassello di calce sviluppa eccezionali caratteristiche chimico-fisiche che conferiscono al materiale formidabili doti di lavorabilità e plasticità, una maggiore resa e una accresciuta velocità di presa – spiega Costantino Polidoro, membro del Consiglio Direttivo del Forum Italiano Calce –. Questo processo è garantito da un certificato di invecchiamento unico al mondo, creato proprio dalla Banca della Calce. La produzione a filiera corta, in zone vocate e con impianti tradizionali a basso impatto ambientale, risponde alle esigenze più avanzate del restauro del patrimonio e dell’edilizia eco-sostenibile».

E dire che le proprietà del grassello erano note sin dall’antichità e dai migliori artisti: basti pensare che il Brunelleschi per la cupola del Duomo di Firenze, la più grande cupola in muratura del mondo, utilizzò «mattoni disposti a ‘spinapesce’ e murati con una malta formata da grassello di calce e materiale inerte leggero, con funzione antiritiro», come evidenzia uno studio dell’architetto fiorentino Massimo Ricci, presentato in anteprima mondiale lo scorso novembre – segnalato dal Forum Italiano Calce –. Non solo: dallo stesso studio «non sono stati riscontrati elementi in ferro con caratteristiche di armatura né conglomerati di alcun tipo»: mattoni e calce, quindi, debitamente strutturati, hanno dato luogo non solo a un capolavoro della storia dell’arte, ma anche a un’opera che sfida con noncuranza i secoli.

Ma non c’è il solo grassello a far apprezzare le peculiarità della calce: vanno segnalate la calce idraulica naturale, la calce e canapa (biocomposto carbon negative dalle pregevoli caratteristiche di isolante acustico e termico, ottimo per la realizzazione di massetti, intonaci e finiture) e, in catalogo presso la Banca della Calce, l’originale Tadelakt marocchino: «Si tratta di una tecnica d’intonacatura molto antica, a base di calce debolmente idraulica tipica di Marrakech, che grazie ad una sapiente ed elaborata applicazione manuale dona alle superfici straordinarie doti di impermeabilità», conclude Polidoro.


Commenti

Ci sono 2 commenti.

  • costanzo salis
    scrive il 10 settembre 2013 alle ore 22:13

    Ciao Andrea vedo che stai sagramando l'intonaco complimenti anche per le informazioni che ci fornisci e in bocca al lupo per l'atività ciao

  • Equilibrium
    scrive il 29 settembre 2013 alle ore 11:01

    Materiali naturali come il biocomposito in canapa e calce sono materiali ottimi e versatili per garantire un elevato comfort abitativo e sostenibilità ambientale! Per saperne di più vi suggeriamo di consultare il nostro sito web: http://www.equilibrium-bioedilizia.it

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L'autore

Andrea Ballocchi

Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.


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