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Il risparmio energetico in casa più importante del rinnovabile | Tekneco

Il risparmio energetico in casa più importante del rinnovabile

Il risparmio sui consumi edilizi è il primo passo verso la sostenibilità: consumare meno e meglio permette di ridurre le emissioni di CO2. Ecco come fare

Scritto da il 22 dicembre 2010 alle 16:39 | 0 commenti

Il risparmio energetico in casa più importante del rinnovabile

Il risparmio sui consumi a casa è il primo passo verso la sostenibilità: consumare meno e meglio permette di ridurre le emissioni di CO2 e gas serra e di andare cosi a centrare gli obiettivi per l’ambiente del 2020.

Il taglio degli sprechi associato a un piano strutturato di risparmio energetico potrebbe consentire la riduzione del fabbisogno energetico da fonti non rinnovabili, senza contare che per ogni 1KWh/anno risparmiato, si richiede un investimento in efficienza energetica decisamente inferiore rispetto alla produzione dello stesso quantitativo di energia.

Dove si perde l’energia? Per ottimizzare i consumi è necessario analizzare la dispersione del calore e quanto costa alle tasche dei consumatori una cattiva gestione delle proprie abitazioni.

In pochi sanno che l’energia consumata nelle case per riscaldamento e produzione di acqua calda rappresenta il 30% del fabbisogno energetico totale ed è responsabile del 25% delle emissioni di CO2, una delle cause principali dell’effetto serra.

L’energia utilizzata per riscaldare una abitazione nei periodi invernali a 20° e per condizionarla a 26° durante i mesi estivi viene dispersa da muri, finestre e tetto (oltre che in piccola parte dall’impianto) per circa il 20-40%. Il fabbisogno energetico dell’edificio può essere ridotto fino al 40% con notevoli risparmi sulla bolletta di energia e gas.

Le nuove costruzioni edilizie residenziali rispettano la maggior parte delle best practices per l’efficientamento dei consumi. Il costo da sostenere nel momento dell’acquisto è di circa il 10-15% in più rispetto ad un’abitazione normale ma garantiscono dispersioni minime e risparmi molto elevati, sia in termini economici che di impatto ambientale.

I principali fattori di dispersione del calore risiedono nelle pareti, nel pavimento e nel tetto. L’involucro è particolarmente rilevante e la soluzione più efficace è l’utilizzo dell’isolamento a cappotto che permette di correggere i ponti termici. Inoltre è fondamentale limitare le fughe di aria calda e intervenire in primo luogo su serramenti e finestre. Non si deve poi trascurare la revisione degli impianti che, se manutenuti in modo corretto, permettono di sfruttare al massimo il combustibile.

E’ necessario un investimento nella miglioria delle infrastrutture dell’abitazione ma il costo è limitato: secondo le ultime ricerche ogni KW risparmiato richiede un esborso 1,8€ contro 5€ di produzione per i pannelli fotovoltaici. Il risparmio è immediato nelle bollette di energia elettrica e di gas: una famiglia media (con un consumo di 2700kW/h e 1400mc) può arrivare a risparmiare fino a 400 euro all’anno.

Non tutte le abitazioni infatti hanno un medesimo stato di coibentazione e di efficienza energetica: negli ultimi anni sono state deliberate diverse normative per la riduzione dei consumi.

Per gli edifici costruiti prima del 1991, quando non vi era ancora nessuna norma in merito, le dispersioni di calore sono tra le più alte e sarebbe necessario intervenire quanto prima utilizzando le incentivazioni fiscali disponibili.

Per tutte le abitazioni costruite dopo il 1991 e fino al 2006 è già stata applicata la legge 10 del ’91 che aveva stabilito le prime linee guida per l’efficientamento dei consumi. Tuttavia la normativa è ormai inefficace in quanto superata dal DLgs 192 del 2005: a livello pratico risulta poco performante alla luce dei nuovi materiali costruttivi ed è possibile, con un investimento sulla coibentazione, ottenere un beneficio economico anche per tutti gli edifici prima di ottobre 2005.

Dall’8 ottobre 2005 è entrato in vigore il DLgs 192 che regola i consumi energetici e impone limiti molto più stringenti sulle dispersioni di calore per quanto riguarda le perdite invernali, i surriscaldamenti estivi e l’obbligo all’utilizzo di fonti rinnovabili. Con il decreto legislativo del 2005 viene introdotta anche la certificazione energetica ossia un documento che verifica le qualità costruttive in termini di risparmio energetico e attribuisce un punteggio di consumo all’immobile, necessario in alcuni casi (dopo il DL 112/2008) per i contratti di affitto e vendita: la situazione più rilevante è per la compravendita dei singoli appartamenti, nei cui casi è richiesto obbligatoriamente dal 1 luglio 2009 il certificato di efficienza energetica.

Il consumo e la dispersione di energia inciderà in modo inversamente proporzionale al valore dell’immobile che avrà una quotazione maggiore se rispetterà in modo migliore l’ambiente. Il certificato è anche indispensabile per richiedere gli incentivi fiscali (con detrazione al 55%) per il risparmio energetico da efficientamento dell’involucro e installazione di caldaie. Non è più indispensabile invece nei casi di installazione di infissi e pannelli solari termici.

Alla luce delle ultime manovre correttive sull’incentivazione delle fonti rinnovabili che hanno portato una diversa diluizione dei contributi, sarebbe necessaria (per famiglie e imprese) una maggiore stabilità delle decisioni per garantire investimenti continuativi nel tempo. Agendo in modo discontinuo, senza una politica unitaria in tema energetico, si rischia di bloccare tutti gli investimenti (soprattutto esteri) nel settore durante i prossimi anni a causa della troppo alta varibilità del contesto regolatorio.

L’intervento dell’Autorità per l’Energia e il Gas sui temi di investimenti più strutturali e risparmio energetico, datato 20 dicembre 2010, evidenzia come si debbano promuovere tecnologie che consentano risparmi durevoli nelle bollette eliminando gli attuali comportamenti speculativi nei mercati dei certificati bianchi.

Inoltre il documento di consultazione (DCO 44/10) contiene le semplificazioni per l’accesso agli incentivi per ridurre i consumi su riscaldamento e condizionamento (ad esempio sull’installazione di pompe di calore).

Il tema del risparmio energetico e delle fonti rinnovabili è sempre più importante alla luce degli obiettivi previsti per il 2020, per i quali sarà necessario tagliare del 20% le emissioni e ottenere un recupero in efficienza sull’energia primaria del 13,4%, senza dimenticare che il rinnovabile dovrà crescere del 17% tra le fonti di produzione energetica.

Il risparmio sui consumi è il primo passo verso la sostenibilità: consumare meno e meglio permette di ridurre le emissioni di CO2. Ecco come fare

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L'autore

Alessandro Bruzzi

Esperto di tariffe, collabora con le principali fonti di informazione italiane come Il Sole 24 Ore e Repubblica nei settori di telefonia, energia e finanza. Rivolge l'attenzione al rinnovabile e alle energie ecosostenibili.


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