Tekneco #11 – Edilizia
Il futuro è nell’efficienza dei Comuni
Crolla il mercato edilizio e l’unica speranza di ripresa arriva dalla riqualificazione degli edifici. E dai regolamenti comunali, sempre più “green”
Il mercato edile va giù. Lo dice l’Istat e lo confermano praticamente tutti gli istituti di ricerca in materia. Nel secondo trimestre 2012 i permessi per costruire sono scesi del 22% (appena 22.564 unità), toccando il loro minimo storico. Conseguenza del taglio dei mutui, che l’anno scorso sono più che dimezzati. Si vendono meno case e il prezzo di vendita cala. Chi ha voglia di costruire un bene che oggi vale meno di ieri? Ammesso, poi, che si riesca a vendere.
Una specie di spirale che poi si riflette nei rapporti delle imprese del settore con le banche. Il livello di sofferenza bancaria del settore ha toccato record storici, sfiorando la cifra dei 22 miliardi di euro in novembre.
In termini generali tutto questo ha significato per il 2012 un calo della produzione del 14% rispetto al 2011, peggiore del dato che fu registrato nell’anno “nero” 2009 (allora si registrava ancora un – 11,4%). Un dato che tiene conto sia delle nuove costruzioni che della manutenzione. Secondo il Cerved Group, una sorta di super società di consulenza per orientare gli investimenti, in cinque anni sarebbero andate perdute, cioè fallite, quasi tremila imprese, un quarto del totale. Per l’Ance, l’Associazione nazionale costruttori edili, bisogna «sbloccare 39 miliardi di investimenti» che equivarrebbe a salvare 660mila posti di lavoro e creare una ricaduta, si stima, di circa 130 miliardi nell’economia del Paese. Si tratta dei 39 miliardi di fondi disponibili per gli investimenti in edilizia, ma mai resi disponibili per via dei vincoli imposti dal Patto di stabilità o per ritardi vari dopo gli stanziamenti del Cipe.
Come invertire la rotta? Per Giuliano Dall’Ò, autore di “Green building economy” (Edizioni Ambiente) i segni positivi ci sono già: «Nel settore delle costruzioni le imprese italiane si stanno già impegnando ad adottare un nuovo modo di costruire. E lo fanno con una convinzione sempre maggiore nella consapevolezza che in una situazione di crisi sia ancora più importante distinguersi per la qualità dell’offerta».
D’altronde è la stessa Ance a mettere in evidenza un cambiamento di mentalità, quasi una rivoluzione culturale del settore: «La riconoscibilità dell’azienda sul mercato è stata la molla più importante che ha spinto a costruire in modo ecosostenibile. Un’azienda che innova, che introduce tecniche costruttive in grado di migliorare la vivibilità degli spazi e che presta attenzione all’ambiente si distingue rispetto alla concorrenza. La seconda motivazione che stimola le imprese a innovare è, infatti, la maggiore tenuta del mercato delle abitazioni costruite secondo i dettami della green economy».
E, infatti, più che una proposta quello che emerge dal rapporto Onre 2013 di Legambiente e Cresme, è un fatto: se c’è un verso dal quale può esserci ripresa del settore, e quello della sostenibilità e arriverà dal “basso”. «Sono, infatti, 1.003 i Comuni italiani – spiegano Legambiente e Cresme – che hanno modificato i propri regolamenti edilizi per inserire nuovi criteri e obiettivi energetico-ambientali in modo da migliorare le prestazioni delle abitazioni e la qualità del costruito, anticipando e andando oltre la normativa in vigore».
Un numero in aumento costante da quando, 5 anni fa, Cresme e Legambiente hanno promosso l’Osservatorio Nazionale sui Regolamenti Edilizi (da qui l’acronimo “Onre”), che fotografa il cambiamento in atto nella filiera delle costruzioni, ricostruendo annualmente il quadro dei provvedimenti nazionali e regionali in materia di innovazione energetica e ambientale.
«I regolamenti edilizi comunali – spiega Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente – si stanno dimostrando un’ottima chiave di lettura per raccontare l’evoluzione verso l’edilizia sostenibile e strumenti preziosi per accompagnare l’innovazione in corso, per una corretta progettazione e per la realizzazione di edifici efficienti dal punto di vista energetico. I risultati – ha aggiunto Zanchini – dimostrano che l’innovazione sta andando avanti e che la spinta alla certificazione energetica e al miglioramento delle prestazioni impressa dall’Unione europea sta producendo buoni risultati. Ora occorre, però, una regia nazionale che consenta di superare le troppe contraddizioni del quadro normativo italiano e i ritardi nel recepimento della normativa europea di riferimento, per raggiungere gli obiettivi fissati al 2021 quando tutti i nuovi edifici dovranno essere progettati e costruiti in modo tale da avere bisogno di una ridotta quantità di energia per il riscaldamento e il raffrescamento che, in ogni caso, dovrà essere prodotta da fonti rinnovabili. È indispensabile anche una strategia per la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, dando certezze per le detrazioni del 55% che terminerebbero a giugno e legando gli incentivi ai risultati raggiunti in termini di riduzione dei consumi energetici, aiutando così concretamente le famiglie».
A fare da eco alle analisi di Onre, uno studio Ance uscito a inizio aprile dal quale, in mezzo ad una ulteriore descrizione catastrofica del settore, si conferma che proprio la riqualificazione edilizia è non solo il futuro del mercato, ma il presente. «Gli investimenti in interventi di recupero abitativo – si legge nel rapporto – risultano essere l’unico comparto a mostrare una tenuta dei livelli produttivi (+0,8% nel 2012 e +3% nel 2013 su base annua), per un aumento complessivo, nell’arco dei 6 anni, del 12,6%, grazie all’effetto di stimolo degli incentivi fiscali». Questo anche per rispondere a chi, al governo, non crede o non punta sugli incentivi.
Il Rapporto ONRE 2013 – Dove puntano i comuni
Isolamento termico: è tra i punti fondamentali da affrontare per il contenimento dei consumi energetici delle abitazioni ed è un parametro trattato da almeno un comune per Regione. Sono 782 quelli che ne prevedono l’obbligo.
Tetti verdi: in 328 comuni per le nuove edificazioni è incentivata e promossa la realizzazione di parte della copertura con “tetti giardino” per un miglior isolamento termico.
Serramenti ad alta efficienza: il tema è sostenuto da 439 comuni, dei quali 386 obbligano a rispettare specifici parametri di trasmittanza, 64 incentivano miglioramenti nelle prestazioni.
Isolamento acustico: 303 comuni hanno deciso di affrontare l’argomento, di questi, 220 prevedono un limite preciso alle emissioni acustiche da rispettare, 45 prevedono incentivi qualora si raggiungano livelli di isolamento acustico particolarmente elevati.
Orientamento e schermatura degli edifici: sono 475 i comuni che lo hanno inserito nei loro regolamenti, inclusa l’ombreggiatura delle superfici vetrate. In 324 comuni i due requisiti sono obbligatori.
Permeabilità dei suoli ed effetto isola di calore: sono 212 i comuni che trattano questo aspetto fondamentale per impedire l’incremento delle temperature nella aree urbane, noto come effetto “isola di calore”, e di conseguenza per evitare nuovi impianti di climatizzazione.
Materiali da costruzione locali e riciclabili: 446 sono i comuni i cui regolamenti edilizi prendono in considerazione l’origine dei materiali e l’energia impiegata per la loro produzione. In 50 vengono proposti incentivi per realizzare edifici con materiali naturali e riciclati.
Utilizzo fonti rinnovabili: in ben 856 comuni italiani si parla dell’installazione di pannelli solari termici e fotovoltaici. Di questi sono 638 quelli dove vige l’obbligo di installazione del fotovoltaico e 613 per il solare termico.
Risparmio idrico: 570 i comuni che ne parlano nei regolamenti edilizi, di cui 505 ne prevedono l’obbligo, 15 incentivi ed i restanti 50 ne fanno semplice promozione.
Recupero acque meteoriche: le acque piovane per la manutenzione delle aree verdi e per gli autolavaggi sono presenti in 556 comuni, per 449 è un requisito obbligatorio.
Recupero acque grigie: presente in 199 regolamenti ed in 39 se ne fa un requisito cogente sia nel caso di nuova costruzione sia in quello di ristrutturazioni importanti.
Pompe di calore e caldaie a condensazione: 22 i comuni in cui si obbliga l’installazione di pompe di calore (in alternativa alle rinnovabili), in 165 si fa promozione, mentre in 17 sono previsti incentivi.
Contabilizzazione individuale del calore: 251 i comuni che si occupano della contabilizzazione individuale del calore con impianto centralizzato di produzione. Tra questi 208 quelli ne fanno un requisito cogente per i nuovi edifici o in caso di nuova installazione.
Ventilazione meccanica: l’adozione di sistemi di ventilazione meccanica controllata è prevista in 345 comuni. L’obbligo è presente in 105 regolamenti edilizi, mentre in 30 casi il requisito è incentivato.
Teleriscaldamento: 200 comuni richiedono esplicitamente di utilizzare la rete di teleriscaldamento qualora presente ad una distanza inferiore ai 1.000 metri. In 9 comuni sono previsti incentivi.
Certificazione energetica: 441 comuni sottolineano nel proprio regolamento l’obbligatorietà della certificazione energetica per gli edifici. Sono 38 quelli che prescrivono per i nuovi edifici e le ristrutturazioni l’obbligo di raggiungere almeno la classe B. Sono in tutto 84 i comuni che incentivano poi i “salti” di classe energetica, ossia il passaggio delle prestazioni energetico-ambientali degli edifici da una classe più bassa ad una più efficiente.
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L'autore
Marco Gisotti
Direttore scientifico di Green factor, ha creato e dirige dal 2005 il Master in Comunicazione ambientale del Centro studi CTS con il Dipartimento di scienze della comunicazione della Sapienza di Roma e l’ENEA. È autore, con Tessa Gelisio, di “Guida ai green jobs. Come l’ambiente sta cambiando il mondo del lavoro” (Edizioni ambiente).
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