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Efficienza energetica: la Cina ci crede

Arrivano massicci investimenti da parte della Cina sull'efficienza energetica mentre gli Stati Uniti puntano sullo shale gas

Scritto da il 03 marzo 2014 alle 8:30 | 0 commenti

Efficienza energetica: la Cina ci crede

Efficienza energetica: la Cina supera gli Stati Uniti. Secondo i dati pubblicati da Bloomberg New Energy Finance il colosso asiatico ha speso nel 2013 4,3 miliardi di dollari contro i 3,6 miliardi degli Stati uniti su una spesa complessiva mondiale di 14,9 miliardi di dollari in efficienza energetica.

E la cosa merita una riflessione. Di fronte all’aumento del 5% a livello mondiale della spesa in efficienza energetica il Nord America ha visto un calo del 33%, mentre in Europa il livello d’investimenti nel settore è rimasto sostanzialmente lo stesso.

Sulla scelta della Cina d’effettuare investimenti così massicci nell’energy saving di sicuro stanno giocando tre questioni. La prima è legata alla scarsità delle risorse energetiche del gigante asiatico cosa che preoccupa non poco il governo di Pechino, mentre la seconda è quella di guadagnare in competitività abbassando la quota dei consumi interni sia nel settore manifatturiero, e quindi l’energia impiegata per unità di prodotto, sia nel civile e nel terziario, due comparti dove stiamo assistendo a un vero e proprio boom dei consumi energetici cinesi.

La terza questione è quella legata all‘inquinamento che in Cina sta raggiungendo livelli intollerabili, al limite dei disordini sociali. É di qualche giorno fa, infatti, la notizia che a Pechino si sono raggiunte concentrazioni di PM 2,5 superiori ai 600 microgrammi per metro cubo, con punte fino ai 900. Basti pensare che da noi in Europa il limite per il PM 2,5 è di 25 microgrammi per metro cubo, ma l’Organizzazione Mondiale per la Sanità raccomanda il limite di 10 microgrammi per metro cubo. In questo quadro è chiaro perchè la Cina abbia installato oltre 250 milioni di dispositivi di smart metering (contatori intelligenti) mentre in Europa siamo fermi a 55 milioni, di cui30 in Italia.

Le ragioni di queste dinamiche sono diverse. Negli Usa la frenata sul fronte dell’efficienza è da collegarsi all’abbassamento della bolletta energetica dovuta allo shale gas, fonte che oltre alla diminuzione dei costi offre agli Stati Uniti anche un’indipendenza strategia sul fronte dei mercati, mentre in Europa subiamo l’incrocio della crisi con una certa inerzia sul fronte comunitario.

Nonostante le dichiarazioni degli anni scorsi da parte di Bruxelles sul fatto che l’efficienza energetica sia “un gigante dormiente” oppure “un giacimento di enormi proporzioni”, nel Libro Bianco sull’Energia al 2030 presentato dalla Commissione europea nel gennaio scorso, non si fissano obiettivi circa l’efficienza energetica, rimandando la questione alla nuova direttiva sull’argomento che dovrebbe essere varata entro l’anno.

Ed é già un ritardo considerevole poichè successivamente dovremo aspettare il recepimento da parte degli stati membri della direttiva, facendo passare tempo prezioso per le aziende europee che già oggi sono pronte con tecnologie e prodotti, per l’efficienza e alle quali sarebbe molto utile avere un mercato interno continentale in grado di recepire al meglio le loro istanze.


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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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