Bioarchitettura
Edilizia e agricoltura, alleate per l’ambiente
Anab e l'architettura naturale: i materiali biologici base di modelli costruttivi a basso impatto ambientale
Photo: Casa in paglia e legno prima dell
L’agricoltura ha un ruolo fondamentale nella progettazione di edifici ecologici. Dalla terra, infatti, vengono quei materiali naturali usati nell’architettura sostenibile: legno, sughero, canapa, paglia, per citarne solo alcuni, che non danneggiano l’ambiente e la salute umana e garantiscono un elevato comfort abitativo e risparmio energetico. Edilizia e agricoltura, quindi, devono allearsi per favorire un modello di sviluppo a ridotto impatto ambientale.
Proprio su questa strada è impegnata da anni l’Associazione nazionale architettura bioecologica (Anab), che nel corso di Greenbuilding 2012, a Verona, ha organizzato il convegno “Coltivare edifici … seminando l’architettura naturale”, incentrato sul rapporto tra architettura ed elementi vegetali. Tekneco ne ha parlato con Paolo Callioni, responsabile comunicazione di Anab.
Dr. Callioni, come possono coesistere edilizia sana e agricoltura?
Fino alla rivoluzione industriale questi due mondi comunicavano, infatti si costruivano case con legno locale, con tegole fatte in loco, con calce naturale, insomma il mondo rurale e quello edile erano molto vicini. Poi il legame si è rotto fino ai giorni nostri, in cui l’edilizia è diventata altamente inquinante e la qualità dell’ambiente indoor molto bassa. Oggi si costruisce con materiali che danneggiano l’ambiente durante tutto il loro ciclo di vita, da quando si producono a quando si utilizzano, fino al momento allo smaltimento, si pensi al cemento armato, e che sono anche tossici per chi abita nelle case. Tornare agli elementi biologici significa far rivivere quel vecchio rapporto e favorire la valorizzazione del comparto agricolo.
Quali sono i materiali naturali utilizzabili e i vantaggi che portano?
Sono i prodotti no-food delle filiere agricole e forestali. La canapa, mischiata alla calce, permette di fare massetti e intonaci dall’elevato potere isolante, e ancora le fibre di legno, la paglia, il sughero, straordinario prodotto isolante per tetti, pareti, solai e dotato anche di caratteristiche di insonorizzazione. Il legno è un altro materiale che se viene da una filiera controllata e certificata è ottimo, per esempio un’azienda nata dal modello culturale di Anab, la Mavima Bautec, costruisce case con pareti di legno massello X-Lam usando solo legname certificato PEFC da filiera corta, prelevato in modo sostenibile dai boschi del bellunese. Anche i materiali non direttamente provenienti dall’agricoltura, come la terra cruda, usata tradizionalmente nel centro e sud Italia per fare mattoni crudi, può essere usata come intonaco con una eccellente risultato finale.
L’architettura naturale contro il degrado e per la riqualificazione, cosa significa?
Il consumo di suolo è un problema rilevante in Italia, dove ci sono due milioni di alloggi non utilizzati. Non si può pensare di intaccare ulteriormente il suolo agricolo, risorsa fondamentale per il tipo di edilizia che promuoviamo, dopo che negli ultimi 15 anni in Italia si sono cementificati oltre 3.5 milioni di ettari, pari alla superficie del Lazio e dell’Abruzzo, al ritmo di 244mila ettari all’anno. E’ necessario attivare politiche che favoriscano la riqualificazione e il riuso degli edifici esistenti basate sull’uso di materiali di origine agroforestale, soprattutto nelle aree urbane e nei centri storici, andando a sciogliere quei nodi burocratici che attualmente rendono difficili gli interventi in tal senso e incentivandoli fiscalmente. In questo modo, oltre a evitare il consumo di suolo, si favorisce la creazione di un indotto verde per milioni di piccole imprese, artigiani, aziende agricole.
Quindi questo settore può costituire un driver di crescita?
Secondo le stime di Anab le attese di sviluppo del mercato dei prodotti dell’edilizia naturale sono molto incoraggianti e i tassi di crescita risultano molto superiori alla media del settore edile: la valorizzazione della filiera dei materiali naturali e dell’edilizia ecologica potrebbe favorire un rilancio di un settore edilizio fortemente colpito dalla crisi e dalla stretta fiscale degli ultimi mesi. Bisogna poi sfatare il mito che la bioedilizia sia costosa. Si tratta infatti di soluzioni e materiali che, seppur inizialmente solo leggermente più onerosi, nel medio periodo consentono vantaggi energetici ed economici elevati.
Cosa fa Anab per favorire la cultura della bioachitettura?
Prima di tutto Anab si dedica alla formazione. In 20 anni abbiamo formato oltre 2 mila tecnici e progettisti. Molto importante è anche il sistema di certificazione del prodotto biologico realizzato con Icea, unico a livello nazionale. Abbiamo sviluppato anche uno strumento per la valutazione della sostenibilità dei progetti, SB100 (Sustainable Buildings 100), che analizza 100 azioni progettuali per la realizzazione di un edificio effettivamente ecologico, tra cui quelle legate all’energia, ai materiali, alla gestione dell’acqua, allo studio bioclimatico, agli aspetti economici e agli elementi sociali. In sostanza, va tenuto in considerazione l’intero approccio costruttivo, non basta l’introduzione di un singolo componente o materiale naturale per rendere un edificio ecologico né basta fare risparmio energetico per ottenere case ecologiche. Per caratterizzare un vero approccio ecologico e differenziarci da coloro che utilizzano il termine bioedilizia a sproposito, infatti, definiamo il nostro modello “architettura naturale”.
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L'autore
Roberta Pizzolante
Giornalista pubblicista dal 2005 e scrive di scienza, ambiente, energia, diritti umani e questioni etiche e sociali. Salentina di nascita, romana d’adozione, è laureata in Sociologia e ha un master in “Le scienze della vita nel giornalismo e nei rapporti politico-istituzionali” conseguito alla Sapienza. Fa parte della redazione di Galileo e Sapere e collabora con Le Scienze, Mente & Cervello, Terre di Mezzo street Magazine.
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