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Bioedilizia per il sociale

Al quartiere della Leopolda di Firenze arriva un giardino verticale che coniuga bioedilizia e riscatto sociale

Scritto da il 03 febbraio 2015 alle 16:48 | 0 commenti

Bioedilizia per il sociale

Bioedilizia e sociale possono convivere, anzi collaborare. é questo il senso della nuova “opera” architettonica realizzata a Firenze. Si tratta di un giardino verticale, realizzato con una spesa di poche migliaia di euro, grazie al progetto “In three” nato dalla collaborazione tra Istituito Apab, il Centro di giustizia minorile della Toscana e dell’Umbria e l’assessorato all’ambiente. Il giardino verticale è stato allestito su una parete esterna nel quartiere della Leopolda ed è stato inaugurato di recente dell’assessore all’ambiente del Comune di Firenze, Alessia Bettini, dalla direttrice Ufficio servizi sociali minorili, Anna Amendolea, dal direttore dell’Istituto penale minorile, Fiorenzo Cerruto e dal direttore dell’Istituto Apab Carlo Triarico. Il progetto “In three” ha come obiettivo quello di formare i giovani dell’area penale esterna al mantenimento del verde pubblico, all’agricoltura biodinamica e alla manutenzione degli edifici pubblici, mentre la realizzazione della parete, è stata interamente finanziata dal Centro giustizia minorile.

«Come già accaduto per le aiuole di piazza Beccaria e per quella con l’installazione della Bugs Hotel o l’albergo per gli insetti delle Cascine, l’aiuola del giardino di via Maragliano, le riparazioni della palestra della scuola La Pira – ha detto l’assessore Bettini – i ragazzi hanno lavorato a stretto contatto con i giardinieri del Comune di Firenze, realizzando questa piccola aiuola e una parete verticale di piante rampicanti di vite americana e nelle fioriere graminacee ornamentali e erbacee. Qui mancava un polmone verde e questa parete verticale può essere un primo, piccolo passo abbiamo realizzato un’area verde che produce umidità e ossigeno, assorbe anidride carbonica e polveri sottili e mitiga l’inquinamento acustico. Senza dimenticare le finalità sociali ed educative del progetto In Three».

«Ancora una volta, e con un ulteriore salto di qualità – afferma il direttore Triarico – per i ragazzi che hanno avuto problemi con la giustizia, grazie al progetto “In three” si è concretizzata la possibilità di una formazione professionale, probabilmente l’unica via per rimettersi sulla giusta strada, offrendo in più un lavoro di pubblica utilità e una chance di riconciliazione con la città».

Il quartiere residenziale Leopolda-Paisiello è stato realizzato tra il 2005 e il 2007 nell’ambito di un programma di edilizia residenziale promosso dalla giunta Domenici e oggi è ancora incompleto a causa di problemi economici delle ditte costruttrici che hanno portato a un blocco della realizzazione delle opere di urbanizzazione e la nuova opera è anche un espediente architettonico per aumentare il decoro. «Queste opportunità – commenta Anna Amendolea – consentono di far emergere le potenzialità dei ragazzi e consentono di valorizzare i loro aspetti positivi. Queste opportunità creano valore e una marcia in più».


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L'autore

Sergio Ferraris

Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.


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