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Le varie tipologie di asfalto

Le strade sono normalmente ricoperte di asfalto composto da bitume e inerti, ma si sviluppano nuove tecniche per renderlo più sostenibile. Ecco le principali

Scritto da il 17 maggio 2011 alle 11:00 | 3 Commenti

Le varie tipologie di asfalto

Le strade sono normalmente ricoperte di asfalto composto da bitume e inerti, ma si sviluppano nuove tecniche per renderlo più sostenibile. Ecco le principali:

  1. asfalto ecologico: è composto da un’emulsione a base di acqua, priva di solventi, additivata con biossido di titanio, un potente fotocatalizzatore che attraverso un processo naturale trasforma e rende innocue molte delle sostanze nocive presenti nell’aria.
  2. asfalto lavorabile “tiepido” o “semi caliente”: al bitume è possibile sostituire soluzioni bituminose che permettono una lavorazione del prodotto a più basse temperature e quindi una più semplice lavorabilità. Questo permette la lavorazione in loco e permette di avere superfici di minore spessore risparmiando quindi anche nei trasporti dei materiali.
  3. Asfalti riciclati e inerti da riciclo: gli inerti presenti nella mescola sono derivati dallo sfarinamento di altri prodotti quali i pneumatici, le resine plastiche, i prodotti di altoforno, materiali asfaltaci di recupero. Una volta sfarinati questi materiali vengono ricomposti all’interno dell’emulsione di bitume e quindi andranno a fare parte del manto stradale.
  4. Asfalti fono assorbenti. Si tratta di asfalti che hanno una particolare granulometria degli inerti aggregati di taglia 0/10 mm o 0/12 mm, con un vuoto nella curva granulometrica in corrispondenza delle dimensioni medie (2/6 mm). I leganti sono rappresentati da emulsioni bituminose contenenti polverino di gomma. Migliorano anche l’aderenza dei pneumatici.
  5. Asfalti colorati. Come nel caso delle piste ciclabili, l’utilizzo di particolari inerti dotati di particolari colorazioni permettono a queste porzioni di strada di distinguersi per l’offerta di mobilità.
  6. Asfalti decorati. La segnaletica orizzontale suggerisce la possibilità di avere un asfalto decorato, un asfalto che contiene informazioni diverse da quelle stradali, eventualmente ludiche o pubblicitarie. Caratteristiche: resistenza alle sollecitazioni meccaniche, elasticità, resistenza alla luce e visibilità notturna merito della presenza di “perline” di vetro.
  7. Levocell – Chromofibre VBA. Pavimentazione in calcestruzzo integrata da elementi inerti che ne determinano la colorazione. L’effetto lavato o “ghiaia a vista” è la sua caratteristica. Gli inerti sono scelti tra le pietre della zona permettendo un migliore inserimento ambientale della pavimentazione. E’ sicuro, antisdruciolo e resitente all’usura.
  8. Pieri – Kaolor Sul fronte delle pavimentazioni carrabili colorate questa tipologia di prodotto usa pigmenti che derivano da miscele di ossidi di ferro e/o di cromo e/o di titanio e/o di cobalto che vengono sparsi sul getto o direttamente conglomerati nel prodotto pozzolanico.
  9. Levostab99. Si tratta di un prodotto stabilizzante. Migliora le caratteristiche fisiche dei terreni. A differenza del semplice pietrisco per realizzare le strade bianche riduce rigonfiamenti, elimina le discontinuità e quindi ne limita il danneggiamento. Il principio è l’idratazione degli ossidi di cui è costituito che dialogano con l’umidità del terreno.
  10. Solari Road panel . Solar Roadways è una società che sperimenta alternative alle strade bituminose. Per ora poco più che un progetto ma c’è chi ci lavora intorno: una strada capace di produrre energia solare, una strada che è un collettore solare.

Commenti

Ci sono 3 commenti.

  • francesco
    scrive il 10 luglio 2012 alle ore 00:20

    salve per realizzare gli autodromi di auto e moto che tipo di asfalto viene utilizzato? da quello che vedo ad occhio ha granuli più grossi del classico asfalto che vediamo per le strade. grazie.

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L'autore

Fabio Fornasari

Fabio Fornasari alterna la pratica professionale con la didattica presso la NABA - Nuova Accademia di Belle Arti - di Milano e la Facoltà di Sociologia di dell’Università di Urbino “Carlo Bo”. Suo il progetto per il museo del Novecento a Milano.


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