Ecosistema marino
Viaggio alla scoperta dell’ecosistema sottomarino siciliano [video]
L'ISPRA si è calata, attraverso un robot sottomarino, tra vulcani sommersi ed ecosistemi marini delle acque siciliane
Photo: Ispra
Quali sono le prime cose che vi vengono in mente quando sentite parlare di Sicilia? Probabilmente cibo, arte e le vacanze al mare. Ebbene, forse sono pochi a sapere che l’ecosistema sottomarino siciliano brulica di biodiversità e di scenari le cui ricchezze sono ancora in gran parte da scoprire e mostrare agli “inquilini del piano di sopra” e sono tali da far provare le medesime emozioni che suscita ai bambini la lettura di “Ventimila leghe sotto i mari”.
Le nuove tecnologie, sempre più evolute, consentono di studiare ambienti sino a ieri inaccessibili come i mari profondi, ecosistemi affascinanti, ma al contempo fragili e messi a rischio dalle attività antropiche (inquinamento, introduzione di specie aliene, cambiamenti climatici, ecc.).
L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), nell’ambito dell’Osservatorio per la Biodiversità della Regione Siciliana, ha recentemente realizzato un documentario per mostrare e diffondere la meravigliosa biodiversità sottomarina delle coste sicule. L’Osservatorio, che si avvale delle competenze del Cnr, dell’Arpa e dell’Ispra, ha, come obiettivo principale, la realizzazione della base conoscitiva necessaria alla tutela e alla conservazione della biodiversità presente.
Le immagini del documentario mostrano anche ambienti finora poco noti, come i vulcani sottomarini delle isole Eolie e i bassifondi remoti dello Stretto di Sicilia. In non molti conoscono i coni vulcanici dello stretto di Sicilia, come la Ferdinandea che “emerse” per soli sei mesi o i banchi praticamente incontaminati e che, per questo, riescono ad ospitare specie minacciate in altre aree del Mediterraneo.
L’attività di documentazione è stata resa possibile attraverso l’utilizzo di un veicolo robotico filoguidato, il ROV, che raccoglie immagini ad alta definizione e campioni fino a una profondità di 500 metri e il Multibeam, un ecoscandaglio multi fascio in grado di creare mappe tridimensionali estremamente accurate dei fondali in grado di mappare secche, montagne ma anche navi affondate.
Grazie alla tecnologia avanzata utilizzata per la prima volta nell’area, è stato possibile riprendere, ad esempio, decine di aquile di mare in atteggiamento riproduttivo, foreste di rare laminarie e distese di coralli molli mai “avvistate” altrove con tale densità.
Conoscere quali siano le specie che compongono la biodiversità, ma anche lo stato di salute è il primo, fondamentale, passo per tutelare il mondo sottomarino.
Il documentario ha permesso di far “emergere” ricchezze sottomarine che le istituzioni hanno l’obbligo di salvaguardare, “in una sfida resa sempre più difficile dai tanti tentativi di sfruttamento improprio del mare dell’isola” – hanno commentato gli esperti dell’Ispra - ma a cui un lavoro come quello della campagna in corso nei mari dell’Isola può dare sicuramente un contributo fondamentale.
Lo studio condotto ha dimostrato che i fondali sommersi dei mari siciliani sono ambienti ricchi di biodiversità, ma ancora largamente sconosciuti, in grado di nascondere patrimoni sommersi ecologicamente, naturalisticamente e culturalmente preziosi. Ciò può costituire un’importante opportunità per l’economia siciliana a condizione di un utilizzo ecocompatibile ed ecosostenibile delle risorse legato alla conservazione del patrimonio naturalistico e marino. Come si sa, i mari non conoscono confini e gli studiosi sottolineano che le operazioni di tutela intraprese possono essere efficaci e durature solo se realizzate nell’ambito di progetti di cooperazione internazionale.
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L'autore
Letizia Palmisano
Giornalista dal 2009, esperta di tematiche ambientali e “green” e social media manager. Collabora con alcune delle principali testate eco e scrive sul suo blog letiziapalmisano.it. È consulente sulla comunicazione 2.0 di aziende ed eventi green e docente di social media marketing. In 3 aggettivi: ecologista, netizen e locavora (quando si può).
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