Un prezzo per l’inquinamento

Poco più di una settimana fa la commissaria Ue al Clima, Connie Hedegaard, aveva lanciato l’allarme perché il prezzo delle emissioni di anidride carbonica, il pericoloso gas a effetto serra, era sceso sotto i 3 euro.

Un campanello d’allarme perché significava che il costo dell’inquinamento stava calando troppo. Il sistema di mercato delle emissioni inquinanti (Emission Trading System, ETS) serve proprio a calmierare la quantità di gas inquinanti in atmosfera ma negli ultimi tempi ha dato seri segnali di crisi, al punto che la Commissaria si era sentita in dovere di intervenire chiedendo un impegno più responsabile a tutti gli Stati membri della Ue.

Il rischio, sosteneva la Hedegaard, era quello di una deriva nella quale ogni singolo Paese potrebbe in futuro rischiare di creare un proprio sistema di ETS, vanificando gli sforzi fin qui compiuti dall’Europa. E di fatto indebolendo la nostra posizione in ambito internazionale.

Nel corso del 2013, quindi, la Commissione europea, ha spiegato la Hedegaard all’Ansa, «avvierà il quadro di politiche su clima ed energia per il 2030, in modo tale che l’Europa cominci a definire i suoi target per quella scadenza». «Continueremo – ha continuato – a frenare le emissioni attraverso una serie di strumenti specifici come i regolamenti per auto, i gas fluorinati, carburanti alternativi».

E, intervenendo ad una conferenza al Parlamento europeo sull’inquinamento degli aeroporti, la commissaria Ue al clima ha aggiunto che entro il settembre di quest’anno sarà presentata una strategia per assicurare a tutti i cittadini europei il diritto ad un’aria pulita.

«Occorre dare un prezzo. Come industria, anche in tempi di crisi questo significa investire in innovazione e competitività». Che come ci insegna ormai la green economy significano salute, ambiente più pulito e nuova occupazione.