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UE: l’inquinamento vale 100mila vite

Il commissario Ue all'ambiente, Janez Potocnik, lancia il 2013 come “Anno europeo dell'aria”, con iniziative nei settori chiave e politiche efficaci

Scritto da il 15 gennaio 2013 alle 8:30 | 1 commento

UE: l’inquinamento vale 100mila vite

«I cittadini ci chiedono di intervenire e noi lo faremo esaminando nel 2013 la nostra politica sulla qualità dell’aria. Ci vengono chieste più misure nei settori chiave e una migliore informazione sull’efficacia delle politiche: per soddisfare tali richieste dobbiamo collaborare a tutti i livelli politici e dispiegare interventi concreti sul territorio». Così ha commentato Janez Potočnik, commissario europeo per l’Ambiente, la presentazione dei dati Eurobarometro sulla posizione dei cittadini sull’inquinamento.

Secondo i dati, infatti, la maggior parte degli europei (56%) pensa che la qualità dell’aria sia peggiorata negli ultimi dieci anni. In Italia addirittura è l’81% a pensarla così, al contrario di paesi come Cipro, Francia, Grecia, Ungheria, Romania e Spagna dove la percentuale si attesta tra il 70 e il 75%

L’indagine, dal titolo “La posizione degli europei riguardo alla qualità dell’aria”, ha indagato espressamente se gli intervistati fossero a conoscenza delle norme dell’unione sulla qualità dell’aria e dei limiti nazionali di emissione; tra quelli che hanno dichiarato di conoscere tali strumenti (il 25% in entrambi i casi), oltre la metà (rispettivamente il 58 e il 51%) è a favore di un loro potenziamento.

Per contrastare l’inquinamento atmosferico gli intervistati (43%) suggeriscono di rafforzare i controlli sulle emissioni dell’industria e del settore energetico: le emissioni dei veicoli (96%), del settore industriale (92%) e dei trasporti internazionali (86%) sono considerate le maggiori responsabili dell’inquinamento atmosferico.

L’intento della Commissione è di utilizzare  risultati dell’indagine nella revisione della politica dell’UE in materia di qualità dell’aria, attualmente in corso, che dovrebbe essere ultimata nella seconda metà del 2013.

«Solo impiegando le tecnologie esistenti – ha spiegato il commissario europeo all’ambiente – sulla più ampia scala possibile, possiamo ridurre gli effetti sulla salute fino a 100mila morti premature l’anno ed eliminare un terzo del fenomeno dell’eutrofizzazione sui siti protetti Ue della rete Natura 2000».

«Non è solo un obiettivo ambientale – ha aggiunto il Commissario all’Ambiente – ma un’opportunità economica» poiché in questo  settore «diverse aziende europee sono leader mondiali in un mercato in espansione con un potenziale per creare crescita e posti di lavoro».

Secondo sette intervistati su dieci dell’indagine Eurobarometro, ritengono infatti che le fonti energetiche rinnovabili debbano essere considerate la principale opzione energetica per il futuro e circa l’85% concorda con il principio “chi inquina paga”.

Ma un contributo importante alla soluzione del problema inquinamento secondo la maggioranza degli intervistati (il 63%) arriverà dalla riduzione dell’uso dell’automobile e (il 54%) dalla sostituzione delle apparecchiature vecchie che consumano troppa energia con modelli più efficienti.


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L'autore

Marco Gisotti

Direttore scientifico di Green factor, ha creato e dirige dal 2005 il Master in Comunicazione ambientale del Centro studi CTS con il Dipartimento di scienze della comunicazione della Sapienza di Roma e l’ENEA. È autore, con Tessa Gelisio, di “Guida ai green jobs. Come l’ambiente sta cambiando il mondo del lavoro” (Edizioni ambiente).


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