L’autorizzazione unica è legge. A termine però

Potrebbe essere la parola fine al complesso iter per far sì che l’Autorizzazione unica ambientale (Aua) diventi finalmente operativa. Già a settembre ne avevamo parlato, quando il Consiglio dei Ministri se ne era occupato. Adesso a dare il definitivo via libero è il Consiglio di Stato, con un importante precisazione, però: 15 anni sarebbero comunque troppi e raccomanda di limitare la durata della vigenza dell’atto.

L’autorizzazione unica ambientale renderà molti iter più semplici e veloci, sostituendo fino a sette procedure diverse (fra le quali l’autorizzazione allo scarico di acque reflue industriali, l’autorizzazione alle emissioni in atmosfera, la documentazione previsionale di impatto acustico, ecc.). Le Regioni, dal canto loro, avranno la possibilità di ampliare l’elenco degli atti regolati aggiungendo altre tipologie di autorizzazioni.

Lo schema di Dpr che ha già avuto il via libera sia dalla Commissione ambiente della Camera che da quella del Senato è un provvedimento preso in attuazione del cosiddetto decreto ”Semplificazioni” e prevede che l’autorizzazione ambientale sia rilasciata da un unico ente.

Raccomanda che il procedimento sia ispirato al principio di proporzionalità degli adempimenti amministrativi in relazione alla dimensione dell’impresa ed al settore di attività oltre che all’esigenza di tutela degli interessi pubblici. In altre parole, non dovrà comportare l’imposizione di ulteriori oneri a carico delle imprese.

L’Aua riguarderà gli impianti non soggetti alle disposizioni sull’autorizzazione integrata ambientale e le piccole e medie imprese. Per chiedere l’Autorizzazione unica ambientale sarà sufficiente  presentare la domanda allo Sportello unico attività produttive.