Progetto Gerin
Un tappetino ecosostenibile imbottito di Posidonia
Lo ha sperimentato l’Enea nell’ambito di un progetto di recupero ecocompatibile dei resti di Posidonia che invadono le spiagge
Quante volte ci è capitato di trovare le spiagge invase dalle alghe. Ma quello che per i bagnanti è un fastidio può essere una preziosa risorsa, al punto da richiamare l’attenzione dell’Enea che, nell’ambito del sottoprogetto Gerin (Gestione Risorse Naturali) – finalizzato allo sviluppo di tecnologie per favorire il turismo sostenibile -, ha studiato una modalità di recupero ecocompatibile dei resti di Posidonia oceanica, pianta endemica del Mar Mediterraneo, che il mare deposita in grandi quantità sugli arenili. Questa attività, finanziata dal Miur, fa parte del Progetto “Ecoinnovazione Sicilia” ed ha ottenuto il Premio “Green Coast Award 2013”, classificandosi al terzo posto.
In genere, le biomasse vegetali spiaggiate che vengono mescolate ai rifiuti e portate in discarica. Invece con il progetto Gerin vengono utilizzate per realizzare delle stuoie, biodegradabili al 100%: il progetto, giunto alla fine della prima fase di sperimentazione, prevede la realizzazione di strutture a “materasso”, costituite da sacche in fibra naturale (cocco, juta, canapa, ecc.) da riempire con i resti di Posidonia. Questi tappetini sono facilmente trasportabili e possono essere poi utilizzati per creare camminamenti, sentieri, ma anche coperture naturali da distendere su tratti rocciosi ed impervi difficilmente fruibili, contribuendo a contrastare il problema dell’erosione costiera.
Il progetto Gerin si pone anche l’obiettivo della salvaguardia dell’habitat del fondo marino di Favignana, con il ripristino delle praterie di Posidonia oceanica degradata a causa degli ancoraggi o dello strascico.
In collaborazione con l’area marina protetta delle isole Egadi, presso l’isola di Favignana le bio-stuoie riempite di Posidonia sono state immerse alla profondità di 10 metri in un tratto di fondale antistante Cala Azzurra, dove la prateria di Posidonia è particolarmente danneggiata; per zavorrarle sono stati utilizzati blocchi di calcarenite, materiale proveniente da varie parti dell’isola e compatibile con la sabbia sciolta del fondo marino. Sulle bio-stuoie sono stati poi reimpiantati anche alcuni fasci di piante recuperati in loco, per favorire la ricolonizzazione del fondale.
Un ulteriore obiettivo del progetto Gerin è l’utilizzo dei resti delle piante marine per la produzione di compost per fini agricoli: un’innovazione che permette di coniugare le esigenze ambientali, sociali ed economiche delle località balneari, consentendo di migliorare i servizi turistici con una gestione sostenibile delle spiagge, e che ha ritorni anche occupazionali a livello locale.
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L'autore
Stefania Marra
Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.
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pietro
scrive il 30 luglio 2016 alle ore 11:22
vorrei sapere dove comprare i tappetini di alghe, il prezzo e se posso mettere in contatto l'impresa con le amministrazioni locali sulle cui coste sono spiaggiate le alghe. Sono a Trapani Grazie