Made in Italy
L’ombrello dell’imperatore
Ginkgo, ovvero l'ombrello che si ricicla. Disegnato da artigiani italiani, è tutto in polipropilene. E ricorda l'antica arte di produrre ombrelli
Contravvenendo alle regole del giornalismo quest’articolo è scritto in prima persona. Uno: perché la notizia sta già facendo il giro del mondo e quindi è più facile commentarla che dare in anteprima al lettore qualcosa di nuovo. Due: perché si lega ad un ricordo personale e professionale.
Da qualche giorno circola in rete la notizia che Ginkgo è qui fra noi e presto sarà finita l’era degli ombrelli usa e getta.
Cos’è Ginkgo? È un’idea, per certi aspetti geniale nella sua semplicità. È un ombrello, tutto- dal manico alle stecche fino alla tela per ripararsi dalla pioggia – in polipropilene, materiale plastico completamente riciclabile (e in molti casi oggi anche ottenibile da fibre vegetali anziché dal petrolio).
Ginkgo non è composto da 120 pezzi, come gli ombrelli che compriamo in corsa all’uscita dalla metropolitana quando ci sorprende un diluvio, ma realizzato con solo 20 componenti, aumentandone la resistenza. Inoltre è personalizzabile. Sul sito del produttore si può assemblare nei colori che si vuole e poi si riceverà a casa.
Anni fa – ecco il ricordo personale – organizzando una conferenza sulla pesca del tonno rosso a Cetara, conobbi Kyoko, competente e laboriosa ragazza giapponese che ci supportò in molte delle complicate fasi preparatorie. Kyoko era figlia di un ombrellaio. Un artigiano che in gioventù era stato il produttore, per non dire l’incisore, degli ombrelli nientemeno che dell’imperatore del Giappone.
Lei ne parlava come dell’ultimo dei maestri di quell’arte e forse aveva ragione. In qualche soffitta, magari anche noi, conserviamo qualche vecchio ombrello dei nonni o prima ancora. Sarà pure rovinato, con le stecche ossidate o arrugginite, la tela provata dal tempo, ma osservandolo bene ci accorgeremmo della cura con cui fu prodotto. Vedremmo l’intelligenza e l’arte con cui fu immaginato e poi realizzato.
Ginkgo ovviamente è un prodotto industriale e non ha, né potrà mai avere l’unicità degli ombrelli prodotti dal padre di Kyoko, ma contiene quell’idea che l’artigiano ha sempre riposto nelle sue creazioni, che è poi una componente fondamentale della green economy italiana.
A Ginkgo auguriamo vita lunga e prospera.
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L'autore
Marco Gisotti
Direttore scientifico di Green factor, ha creato e dirige dal 2005 il Master in Comunicazione ambientale del Centro studi CTS con il Dipartimento di scienze della comunicazione della Sapienza di Roma e l’ENEA. È autore, con Tessa Gelisio, di “Guida ai green jobs. Come l’ambiente sta cambiando il mondo del lavoro” (Edizioni ambiente).
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