Nucleare
Nucleare infinito
Riprendono i tavoli di concertazione per lo smantellamento della centrale nucleare di Borgo Sabotino, ma non è certa la data della fine dei lavori
Il nucleare in Italia non è un capitolo chiuso. Il decommissioning delle vecchie centrali è tutt’ora un’attività in progress, specialmente a Latina dove sorge una delle centrali, quella di Borgo Sabotino, nei pressi di Latina a un centinaio di chilometri da Roma, che è tra le più complesse da decommissionare a causa della presenza di centinaia di tonnellate di grafite ad alta radioattività.
Per questo motivo la Regione Lazio ha convocato un tavolo, nel cuore della centrale, ovvero nella sala comandi, perfettamente conservata e mantenuta, di concertazione pubblico presso l’ex impianto nucleare, permettendo, con la presenza di Sogin di far toccare con mano a enti locali e ad associazioni le strutture in via di dismissione.
«L’intenzione è quella di garantire la maggiore trasparenza possibile sulle attivitá di decommissioning, aprendo addirittura le porte dell’impianto di Borgo Sabotino: è la prima volta che nel Lazio si aprono le porte di una centrale nucleare. – ha detto Fabio Refrigeri, assessore alle Infrastrutture, Politiche abitative e Ambiente della Regione Lazio, aprendo i lavori del tavolo – Fra le attività realizzate nell’ultimo periodo, vi è lo smantellamento dell’edificio turbine della centrale, una struttura in cemento armato che durante l’esercizio ospitava le turbine dell’impianto. Si è conclusa la costruzione di un deposito temporaneo di rifiuti radioattivi, per il quale è imminente l’ottenimento del Decreto di esercizio, dopo che Ispra ha terminato nel luglio 2014 le prove e i collaudi dei sistemi del deposito. Il nuovo deposito consentirá di custodire in sicurezza esclusivamente i rifiuti derivanti dell’esercizio della centrale e dalle attivitá di decommissioning, in attesa del loro trasferimento al Deposito Nazionale. Sono, inoltre, terminati i lavori per lo smantellamento dei grandi componenti all’interno della piscina».
Oltre a ciò sono stati assegnati i lavori per la rimozione degli involucri delle soffianti dei boilers ed è in corso la progettazione esecutiva, proseguono i lavori di realizzazione dell’impianto dove saranno trattati e cementati i fanghi radioattivi e gli splitters prodotti durante l’esercizio. È in corso la progettazione definitiva per la costruzione del nuovo sistema di trattamento effluenti liquidi radioattivi, denominato Radwaste, e si sta avviando l’attivitá che porterá alla realizzazione della stazione di trattamento materiali metallici.
La conclusione della prima fase dei lavoro è prevista tra il 2023 e il 2027 con lo smantellamento delle infrastrutture e l’abbassamento dell’edificio reattore dagli attuali50 metria 30, mentre la seconda e ultima fase del decommissioning, che riguarda lo smantellamento del reattore, sará avviata e portata a termine, con il raggiungimento dello stato di green field, solo a valle della disponibilità del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. Quindi dopo il 2027. Si tratta di un problema noto visto che per le centrali gemelle a quella di Latina in Gran Bretagna il Governo inglese ha deciso la conservazione in situ, per decenni aspettando che la grafite diminuisca il proprio livello di radioattività con il risultato che il decommissioning completo delle centrali gas-grafite britanniche è previsto per il 2115.
«Le procedure di trasparenza e partecipazione sono fondamentali in questa fase di decommissioning e smantellamento della centrale e di utilizzazione del deposito temporaneo per rifiuti da decontaminazione e da smantellamento. – hanno affermato i consiglieri regionali Cristiana Avenali e Rosa Giancola – La Sogin sta facendo un monitoraggio ambientale della fase di decommissioning e smantellamento e un monitoraggio radiometrico, al quale si aggiungeranno i monitoraggi di Ispra e Arpa. E’ stato inoltre affermato che le scorie prodotte dalla centrale e in fase di decommissioning ora in Inghilterra, anche in caso di indisponibilità del deposito unico nazionale nel 2025, non occuperanno il sito temporaneo di Borgo Sabotino».
Il problema finale della grafite è comunque noto. «La seconda e ultima fase del decommissioning riguarda lo smantellamento del reattore della centrale, che produrrà, fra l’altro, circa 2 mila tonnellate di rifiuti radioattivi ad alta attività (grafite)», si legge testualmente dal sito di Sogin e alcuni esperti sostengono che sia difficoltosa la manipolazione di una simile quantità di scorie fino a quando saranno ad alta attività. Comunque vada nel 2027 saranno passati esattamente 40 anni dal 1987, anno nel quale la centrale di Borgo Sabotino ha prodotto l’ultimo megawattora.
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L'autore
Sergio Ferraris
Sergio Ferraris, nato a Vercelli nel 1960 è giornalista professionista e scrive di scienza, tecnologia, energia e ambiente. È direttore della rivista QualEnergia, del portale QualEnergia.it e rubrichista del mensile di Legambiente La Nuova Ecologia. Ha curato oltre cinquanta documentari, per il canale di Rai Educational Explora la Tv delle scienze. Collabora con svariate testate sia specializzate, sia generaliste. Recentemente ha riscoperto la propria passione per la motocicletta ed è divenatato felice possessore di una Moto Guzzi Le Mans III del 1983.
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