European Bioplastics Conference
L’ora delle bioplastiche, ma l’Europa è in ritardo
Nel 2016 il mondo produrrà cinque volte gli attuali quantitativi di biopolimeri, ma pochi saranno biodegradabili
Il boom delle bioplastiche è ormai alle porte. Non solo perché fra un paio di settimane si aprirà a Berlino la settima European Bioplastics Conference, ma perché proprio questo evento consentirà al mondo della chimica verde di fare il punto sull’intero settore che lo scorso anno, a livello globale, ha raggiunto 1,2 milioni di tonnellate di biopolimeri prodotti.
Secondo l’associazione europea dei produttori di biopolimeri questa sarebbe solo la punta dell’iceberg poiché le stime, anticipate qualche giorno fa proprio in previsione della Conferenza, lasciano prevedere che nel 2016 questa cifra potrebbe arrivare a 5,78 milioni di tonnellate.
Si tratta in realtà di una crescita così forte che le stime redatte solo un anno fa appaiono oggi obsolete. Bioplastiche, però, che non sempre vogliono dire biodegradabilità, però. Si chiamano “biobased”, cioè di origine naturale, ma sono pur sempre prodotti come il polietilene o il Pet.
Il bioPet nel 2016 arriverà a 4,6 milioni di tonnellate, rappresentando più dell’80% dell’intera produzione (oggi arriva al 40%). Il polietilene biobased raggiungerà, invece, le 250.000 tonnellate, vale a dire il 4% del totale. Per Hasso von Pogrell, direttore di European Bioplastics, anche le plastiche biodegradabili, per fortuna, registreranno una crescita importante «di due terzi entro il 2016».
Il futuro delle bioplastiche vedrà, quindi, la conferma di Nord America ed Europa quali aree geografiche di importanza strategica per la ricerca e lo sviluppo, oltre che come mercati di vendita, ma i nuovi impianti di produzione si concentreranno in Asia e Sud America.
Anche in previsione di questo scenario, la posizione assunta da Andy Sweetman, Presidente di European Bioplastics in vista del Congresso è quella si chiedere all’Unione europea di darsi da fare sia a livello comunitario che di singoli Stati: «se l’Europa vuole trarre profitto da una crescita dell’intera filiera - dice – è giunto il momento di decidere».
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L'autore
Marco Gisotti
Direttore scientifico di Green factor, ha creato e dirige dal 2005 il Master in Comunicazione ambientale del Centro studi CTS con il Dipartimento di scienze della comunicazione della Sapienza di Roma e l’ENEA. È autore, con Tessa Gelisio, di “Guida ai green jobs. Come l’ambiente sta cambiando il mondo del lavoro” (Edizioni ambiente).
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