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Inquinamento atmosferico

Lo stato di salute degli ecosistemi in Europa

Secondo nuovi dati Eea, negli ultimi 20 anni si sono registrati importanti miglioramenti ma l’inquinamento atmosferico minaccia ancora la biodiversità

Scritto da il 04 agosto 2014 alle 8:30 | 0 commenti

Lo stato di salute degli ecosistemi in Europa

Le emissioni di inquinanti contenenti azoto continuano a danneggiare gli ecosistemi sensibili, secondo due nuovi report pubblicati il 30 giugno scorso dall’Agenzia europea dell’ambiente (Eea). Tuttavia, entrambi i report mostrano un deciso miglioramento negli ultimi 20 anni. Il report “Effects of air pollution on European ecosystems” valuta la percentuale di ecosistemi europei esposti a inquinanti contenenti azoto e zolfo oltre livelli sostenibili. Quando gli inquinanti superano tali livelli possono danneggiare piante e animali. Negli anni ‘70, molti governi europei sono diventati sempre più preoccupati per le piogge acide, che stavano danneggiando le foreste e uccidendo i pesci (come la trota fario e il salmone dell’Atlantico). Il report mostra che l’acidificazione si è molto ridotta dal picco del 1980, quando quasi la metà delle aree sensibili nei 28 paesi membri dell’Ue era interessata al fenomeno. Oggi questa proporzione si è ridotta a circa il 5% degli ecosistemi.

L’inquinamento atmosferico contribuisce anche all’eutrofizzazione, una sovrabbondanza di nitrati che può modificare gli ecosistemi, ad esempio creando condizioni più favorevoli per certe piante, riducendo la “ricchezza di specie” nelle praterie e in altre aree sensibili. L’eutrofizzazione da inquinamento dell’aria ha avuto il suo picco nel 1990, quando circa l’80% degli ecosistemi sensibili nell’Ue era esposto oltre i limiti di sicurezza. Nonostante alcuni miglioramenti, quasi il 60% degli ecosistemi sono ancora interessati a questo fenomeno. La situazione dovrebbe migliorare ulteriormente, ma il report indica che l’inquinamento dell’aria causerà ancora eutrofizzazione per diversi anni.

Il secondo rapporto pubblicato dall’Eea – un aggiornamento annuale sulle emissioni che l’Unione europea presenta alla Convenzione sull’inquinamento atmosferico transfrontaliero a grande distanza (Lrtap) – evidenzia i cambiamenti nelle emissioni inquinanti in atmosfera dal 1990. Il miglioramento dei trend è il risultato di consistenti tagli nelle emissioni di alcuni inquinanti negli ultimi decenni.
Il biossido di zolfo (SOx) è uno dei maggiori responsabili dell’acidificazione. Affrontare le emissioni di SOx è stata una delle esperienze di maggior successo della regolamentazione comunitaria, con emissioni che sono diminuite dell’84% dal 1990 al 2012. Ciò è stato dovuto in gran parte a politiche che puntavano a cambiare combustibili, installare depuratori dei fumi negli impianti industriali e ridurre il tenore di zolfo dei combustibili per il trasporto.
Anche gli inquinanti che causano eutrofizzazione sono diminuiti, anche se non così tanto come l’SOx: per esempio, le emissioni di ossidi di azoto e ammoniaca sono diminuiti rispettivamente del 51% e del 28%. Tuttavia, il report mostra che 11 paesi superano ancora i limiti fissati a livello internazionale dal Protocollo di Göteborg nel 2012.


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L'autore

Stefania Marra

Stefania Marra, giornalista professionista dal 1994, è stata per circa dieci anni caporedattrice della rivista Modus vivendi. Dal 2005 gestisce il modulo pratico di giornalismo al Master di comunicazione ambientale (CTS/Facoltà di Scienze delle comunicazioni Università La Sapienza). Scrive soprattutto di storia sociale dell'alimentazione e di ambiente, settore per il quale ha ricevuto diversi premi giornalistici.


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