impatto ambientale
Le Nazioni unite vogliono più riciclo di metalli
Serve metallo, ma secondo l'Unep non possiamo più permetterci di aumentare le attività estrattive. La soluzione è creare prodotti sempre più riciclabili
Photo: Foto Ahisgett, via Flickr
Serve metallo. Tanto, più di quanto possiamo permetterci di estrarne. L’allerta arriva dal Programma per l’ambiente delle Nazioni unite (Unep) che calcola che nei prossimi anni il consumo globale di metalli potrebbe aumentare di nove volte. Il problema di un’attività estrattiva così intensa risiede sia nei danni all’ambiente che ciò provocherà ma anche alla salute delle popolazioni coinvolte nelle attività estrattive. La soluzione, secondo l’Unep, è quella di avere sempre più prodotti che siano facilmente riciclabili.
«Man mano che le popolazioni nelle economie emergenti adottano tecnologie e stili di vita simili a quelli che attualmente hanno i paesi ricchi – spiega Achim Steiner, direttore dell’Unep – la richiesta globale di metalli aumenterà da tre a nove volte. Chi progetta i prodotti deve fare in modo che questi materiali possano essere facilmente recuperati quando gli oggetti arrivano alla fine del ciclo di vita».
La gran parte della domanda di metalli arriva da telefonini e dispositivi mobili, al cui interno si trovano tutti e 40 i metalli descritti dall’Unep. Per l’estrazione di questi 40 materiali già oggi si consuma il 7-8% dell’energia globale: una quantità senz’altro spropositata.
Un messaggio che coglie il nostro Paese in difetto: solo due tre mesi fa, infatti, l’Italia è stata bacchettata per la sua scarsa raccolta di rifiuti tecnologici degli Amici della Terra Europa e dal WeeeForum, l’organizzazione che riunisce 39 consorzi che si occupano di recupero e di riciclo in tutta Europa.
Per il futuro quindi sarà necessario non solo progettare oggetti che siano sempre più riciclabili, ma poi praticare davvero il riciclo.
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L'autore
Marco Gisotti
Direttore scientifico di Green factor, ha creato e dirige dal 2005 il Master in Comunicazione ambientale del Centro studi CTS con il Dipartimento di scienze della comunicazione della Sapienza di Roma e l’ENEA. È autore, con Tessa Gelisio, di “Guida ai green jobs. Come l’ambiente sta cambiando il mondo del lavoro” (Edizioni ambiente).
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