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L’ambiente deve essere la chiave per uscire dalla crisi
Sedici associazioni ambientaliste hanno presentato al Governo una serie di proposte per attuare la riconversione ecologica del Paese
L’eccellenza ambientale deve essere la chiave per uscire dalla crisi economica: ne sono convinte 16 associazioni ambientaliste (tra queste Legambiente, Greenpeace, Wwf e Fai) che hanno presentato ieri al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, l’“Agenda ambientalista per la ri-conversione ecologica del Paese”. Numerose sono le proposte concrete per attuare questa svolta green: innanzitutto c’è la richiesta di convocazione di una conferenza nazionale su Clima e Energia che definisca una Strategia Energetica Nazionale e un Piano per la decarbonizzazione con obiettivi chiari al 2020 e al 2030 per raggiungere entro il 2050 l’obiettivo del 100% rinnovabili, procedendo subito alla progressiva chiusura degli impianti a carbone.
Coraggio si chiede al Governo anche in relazione alle scelte su trasporti e infrastrutture nel procedere a una profonda revisione delle procedure semplificate sulle grandi opere del Codice Appalti a tutela delle legalità e dei diritti dei cittadini alla partecipazione e informazione e l’abbandono del Programma sulle infrastrutture strategiche (i cui costi sono lievitati dai 125,8 miliardi del 2001 agli attuali 375 miliardi di euro) in favore di un Piano nazionale della mobilità che punti sul superamento dello squilibrio gomma/ferro e sull’adeguamento delle infrastrutture esistenti.
Per le associazioni ambientaliste la più grande opera pubblica di cui avrebbe bisogno il Paese è, invece, la manutenzione del territorio e la riqualificazione delle aree urbane. Il Piano annunciato dal Governo nelle scorse settimane non è bocciato ma si chiedono rassicurazioni sulla reale consistenza dei fondi. Tra gli interventi di sistema per garantire la governance ambientale nell’Agenda ambientalista si chiede di portare il bilancio annuale del Ministero dell’Ambiente, di gran lunga il dicastero con meno risorse tra quelli con portafoglio, dagli attuali 580 milioni di euro a 700 milioni di euro. Inoltre gli ecologisti chiedono di rendere finalmente effettiva la tutela penale dell’ambiente, sollecitando il parlamento alla veloce approvazione del testo unificato approvato a larghissima maggioranza alla Camera e oggi fermo in Senato.
La risposta del Governo è stata per il momento interlocutoria. In particolare Delrio ha evidenziato nel recente Accordo di partenariato sui fondi strutturali europei la presenza di obiettivi particolarmente legati ai temi ambientali ed ecologici. Il Governo, insomma, è interessato a “proseguire il confronto in maniera operativa”, anche se l’impressione è che i tempi saranno tutt’altro che brevi.
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L'autore
Gianluigi Torchiani
Giornalista classe 1981, cagliaritano doc ormai trapiantato a Milano dal 2006. Da diversi anni si interessa del mondo dell’energia e dell'ambiente, con un particolare focus sulle fonti rinnovabili
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