Vivere sostenibile
La permacultura insegna a progettare sostenibilità
La disciplina delinea principi e metodi per progettare case, impianti energetici e pratiche agricole green. E c’è chi in Italia la insegna
Photo: gabemac
Se diciamo permacultura, probabilmente pochi sanno cosa sia. Ma se si fa riferimento a concetti quali bioagricoltura, energie rinnovabili, bioedilizia, sostenibilità le cose cambiano. Ebbene: la permacultura comprende tutti questi aspetti e tanto altro ancora. Come è riportato dall’Accademia italiana di permacultura, questo termine definisce “un processo integrato di progettazione che dà come risultato un ambiente sostenibile, equilibrato ed estetico”.
Non si tratta di una disciplina filosofica astratta: è sì una sintesi di ecologia, geografia, antropologia, sociologia e progettazione, ma “è essenzialmente pratica e si può applicare a un balcone, a un piccolo orto, a un grande appezzamento o a zone naturali, così come ad abitazioni isolate, villaggi rurali e insediamenti urbani”. Attraverso la permacultura passa la progettazione e la gestione ecosostenibile e integrata degli insediamenti umani e produttivi nel territorio agro-ambientale.
È un concetto sviluppato a partire dagli anni Settanta dagli australiani Bill Mollison e David Holmgren (il primo scienziato e naturalista, il secondo agronomo ed ecologo). In pratica, mediante la permacultura si sono diffuse pratiche come la costruzione di case in paglia o la realizzazione di mini impianti fotovoltaici o di biogas. E se in Africa, per esempio, nel mondo la disciplina e il suo impiego pratico sono strettamente legati a esempi di miglioramento delle condizioni delle popolazioni disagiate, nel mondo ci sono progetti, associazioni e un seguito sempre crescente.
La permacultura, forse prima di altri, ha visto lontano e ha compreso, per esempio, che in futuro si dovrà affrontare una riduzione crescente delle disponibilità idriche. E l’ha applicato in agricoltura con pratiche di immagazzinamento della pioggia nel terreno e dell’ottimizzazione del consumo idrico per scopi irrigui.
È un aspetto, questo, importante anche per Paesi a clima temperato come l’Italia. E restando proprio nel Belpaese, la permacultura si è diffusa progressivamente, a partire dalla nascita di progetti come Torri Superiore, in provincia di Imperia, un villaggio medievale rinato e dove vivono stabilmente un nucleo di persone e in cui si svolgono corsi dedicati e si pratica accoglienza turistica.
Altro esempio è Il Giardino della Gioia, nato nel 2011 e situato all’interno del promontorio pugliese del Gargano presso la Contrada Torre Mileto (comune di San Nicandro, Foggia). È anch’esso un nucleo di persone, che vive per lo più in yurte (tende circolari tipiche delle popolazioni mongole), che persegue un’etica a carattere ecologico ed ecosostenibile. Qui si è tenuta, tra l’altro proprio in questi giorni, l’assemblea plenaria di permacultura.
A fare da raccordo e coordinamento è l’Accademia italiana di permacultura, che svolge anche funzione di rete di supporto per le persone che hanno frequentato i corsi di progettazione in permacultura e che hanno deciso di continuare la propria formazione fino all’ottenimento del “Diploma di Progettazione in Permacultura Applicata”. Tra l’altro, l’Accademia è in rete con le altre Associazioni di Permacultura in Europa e nel Mondo.
A oggi la permacultura, solo a livello di membri dell’Accademia, conta su oltre 200 soci e, precisa la segretaria dell’Accademia, Anna Bartoli «Sono ormai 2-3 anni che proponiamo una ventina di corsi all’anno con una media di 15-20 studenti. Inoltre se si considerano i corsi degli anni precedenti (avviati già dal 2000) e i relativi partecipanti, oltre ai simpatizzanti, la permacultura in Italia è seguita da un numero cospicuo di persone. Ci sono poi i diplomati in accademia, 35 circa, mentre gli studenti in apprendimento attivo sono 90».
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L'autore
Andrea Ballocchi
Andrea Ballocchi, giornalista e redattore free lance. Collabora con diversi siti dedicati a energie rinnovabili e tradizionali e all'ambiente. Lavora inoltre come copywriter e si occupa di redazione nel settore librario. Vive in provincia di Milano.
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