I benefici di una filiera bio-etica
La tracciabilità garantisce i consumatori e porta a privilegiare le produzioni tipiche del territorio
Photo: swansea photographer
Abbiamo già evidenziato l’importanza della filiera corta nella gestione del recupero delle biomasse, a vantaggio di tutti i soggetti coinvolti nel processo (allevatori, agricoltori, produttori di mangimi, agroindustria, distribuzione). Ma le ricadute positive di una filiera corta che permette di ottenere energia verde dalle biomasse riguardano anche i consumatori finali, che spesso non percepiscono esattamente come tutto questo possa influire sulle loro decisioni di acquisto e più in generale sul loro comportamento.
L’importanza della tracciabilità
Se la filiera corta permette di avere un maggiore controllo su quanto viene prodotto e su come vengono gestiti gli scarti, attraverso una tracciabilità che interessa tutte le fasi del processo – dalla produzione dei mangimi per gli animali alla recupero di scarti buoni dell’industria agro alimentare – si evince che la sicurezza alimentare che ne deriva è un elemento fondamentale. Mi spiego meglio: se sono in grado di controllare cosa mangiano i miei bovini (poiché ho stipulato accordi specifici con i produttori di unità foraggere e mangimi, al fine di avere solo prodotti naturali), sono in grado di garantire che gli animali che allevo possano produrre latte e carne sana e di qualità, e le biomasse che ottengo dal letame prodotto dai miei allevamenti potrà essere utilizzato per la produzione di energia verde da biomasse, da cui poi si potrà ricavare anche un ristrutturante biologico completamente naturale e molta Co2 fissata come carbonio organico. Questo ristrutturante a sua volta può contribuire a migliorare i terreni aridi utilizzati per esempio per coltivazioni estensive, e di conseguenza va a sua volta a inserirsi nel ciclo della filiera.
Una filiera bio-etica
In questo modo può realizzarsi la vera filiera bio-etica alimentare sostenibile, che si genera solamente se tutti i processi di filiera rispettano determinati parametri e accordi, tenendo conto delle fonti e della qualità dei prodotti utilizzati. All’interno di una filiera corta, limitata sul territorio, la tracciabilità e la rintracciabilità possono avvenire con una maggiore facilità: perché i soggetti attivi nella filiera si conoscono, ripongono fiducia gli uni negli altri, operano scelte etiche nel rispetto dell’ambiente e della sicurezza alimentare, traggono vantaggio solo se tutti insieme rispettano certe regole.
Il consumatore finale può beneficiare dalla possibilità di scegliere dei prodotti biologici sani, che sono stati trattati secondo specifiche dichiarate e che quindi rispettano l’ambiente ma anche le caratteristiche naturali dei prodotti agricoli, d’allevamento, etc. Solo da coltivazioni e allevamenti sani si può infatti avere la garanzia di prodotti sani e veramente biologici. Il coinvolgimento del settore della distribuzione – grande distribuzione e distribuzione specializzata – e quindi il suo inserimento in un modello di produzione sostenibile è un ulteriore tassello dell’impegno che noi di Marcopolo, come soggetti attivi nella filiera corta, stiamo cercando di realizzare, sensibilizzando su queste tematiche i distributori dei prodotti alimentari. Riteniamo infatti che sia importante la promozione e vendita di prodotti sani (come per esempio carne, latte, formaggi), dando visibilità al consumatore del percorso di tracciabilità di questi alimenti. Con il controllo della provenienza e del ciclo di produzione, c’è conseguentemente una maggiore valutazione anche del valore commerciale (se conosco la provenienza certificata di un prodotto, posso essere disposto a pagare un certo prezzo, in virtù della qualità che ne consegue).
Oltre a tutto questo, attraverso la filiera corta, il consumatore può conoscere e acquistare quei prodotti peculiari dell’Italia che, a seguito dell’industrializzazione, stanno andando scomparendo. Grazie alla filiera corta, infatti, è possibile valorizzare quei prodotti della nostra tradizione agricola, provenienti da terreni coltivati in modo sano, e che possono quindi giungere sulle nostre tavole “non inquinati”. Molto spesso si tratta di prodotti agricoli tipici di alcune zone dell’Italia, che quindi contribuiscono a valorizzare produzioni specifiche di particolari aree del nostro Paese, a vantaggio delle caratteristiche delle nostre tradizioni alimentari.
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L'autore
Antonio Bertolotto
Antonio Bertolotto è il fondatore di Marcopolo Engineering. Nella sua attività si dedica alla costruzione e gestione di impianti di valorizzazione dei rifiuti con produzione di energia e fertilizzanti, fino a inaugurare nel 2010 il primo impianto al mondo di valorizzazione delle biomasse zootecniche di filiera a ciclo chiuso a Vignolo (Cuneo).
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