osservatorio ambiente
FAO: ecco le guide alimentari per proteggere salute e Pianeta
Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei e quanto impatti sul pianeta. Ecco la dieta diffusa dalla FAO per essere in armonia con se stessi e la Terra
Già nell’800 il filosofo Feuerbach asseriva:” Noi siamo quello che mangiamo”. Oggi, a distanza di quasi due secoli, gli studiosi si sono accorti che i cibi che consumiamo non hanno conseguenze dirette solo su di noi, utenti finali, ma su tutto l’ecosistema.
Ad oggi oltre 80 governi hanno già pubblicato linee guida dietetiche per invitare le rispettive popolazioni ad adottare un’alimentazione e stili di vita sani. Questa iniziativa non ha trovato grossa diffusione nei paesi a basso reddito: nel continente africano solo 5 paesi hanno adottato indicazioni dietetiche a livello nazionale. Per altro la maggior parte delle linee guida esistenti non prendono in considerazione l’impatto ambientale delle scelte alimentari.
Sebbene il cibo che finisce sulle nostre tavole sia importante per la nostra salute e per quella dell’intero pianeta, sono pochissimi i governi che hanno emanato linee guida per la promozione di uno stile di nutrizione che garantisca, da un lato, una buona alimentazione a tutti e, dall’altro, di combattere il cambiamento climatico.
Questa è la conclusione dello studio “Plates, Pyramids, Planet” condotto dalla FAO e dal Climate Network Food Research (FCRN) dell’Università di Oxford – in cui dati sono stati rilanciati anche in Italia il 19 maggio – che ha sottolineato come solo i governi di quattro paesi (Brasile, Germania, Svezia e Qatar) avevano emesso linee guida alimentali che collegavano i rischi posti dai moderni sistemi di produzione alimentare e le abitudini alimentari che li guidano. Dal termine di tale studio altri due governi – quello britannico e quello olandese – hanno integrato le loro linee guida alimentari con considerazioni ambientali.
Diete ricche di carne e di cibi ad alto contenuto di zuccheri e grassi e basso contenuto di cereali integrali, frutta e verdura sono la causa di malattie non trasmissibili e di morte prematura e risultano insostenibili anche a livello ambientale. Nel report svedese, fra l’altro, vengono indicati quali sono le verdure da preferire, consigliando, ad esempio, gli ortaggi a radice piuttosto che l’insalata a foglie. Nelle linee guida brasiliane, invece, consigliano di dubitare della pubblicità e di evitare i cibi molto lavorati che, da un lato sono nocivi per la salute e, dall’altro, mettono a rischio le coltivazioni alimentari tradizionali.
In “Plates, Pyramids, Planet” viene rimarcato che, per avere un effetto reale sul consumo alimentare, le linee guida debbono essere collegate con le politiche alimentari effettivamente adottate come le normative per i pasti in scuole e ospedali e i regolamenti in materia di pubblicità del settore produttore.
Quali sono le caratteristiche di una dieta sana con basso impatto ambientale secondo la FAO?
Innanzitutto deve essere composta da un’ampia varietà di alimenti che assicurino un equilibrio tra apporto energetico e quantità di energia consumata. Devono essere prediletti tuberi processati il meno possibile, cereali integrali, frutta e verdura (ancora meglio se coltivati in campo, meno inclini a marcire e se necessitano di metodi di trasporto meno rapidi e di minor impatto energetico).
Moderato deve essere il consumo di carne (non sprecando nessuna parte dell’animale), di latte e latticini.
Sulle nostre tavole non devono mancare piccole quantità di pesce e prodotti acquatici provenienti da fonti certificate mentre dobbiamo limitare in maniera consistente il consumo di prodotti ad alto contenuto di grassi, zucchero o sale e a basso contenuto di micronutrienti.
Nella scelta di oli e grassi vanno preferiti quelli con un rapporto salutare di Omega 3 e Omega 6 e i nostri bicchieri riempiamoli con l’acqua del rubinetto.
Forse è il caso di ricordare che proprio la dieta mediterranea è stata identificata, nel 2010, dalla FAO come esempio di alimentazione sostenibile. Ciò non toglie che la consapevolezza di quanto e come il cibo possa impattare sull’ambiente possa portare ad ulteriori passi in avanti sia in termini di riduzione dell’impatto ambientale sia di salvaguardia per un modello alimentare amico del pianeta.
Condividi
Tag
L'autore
Letizia Palmisano
Giornalista dal 2009, esperta di tematiche ambientali e “green” e social media manager. Collabora con alcune delle principali testate eco e scrive sul suo blog letiziapalmisano.it. È consulente sulla comunicazione 2.0 di aziende ed eventi green e docente di social media marketing. In 3 aggettivi: ecologista, netizen e locavora (quando si può).
Ultimi articoli
Più letti della settimana
- Come scegliere una stufa a pellet : Consumi, costi e dati tecnici sono i parametri riportati sull’etichetta dell’apparecchio e le caratteristiche della stan...
- NovaSomor vince la prima edizione del Klimahouse Startup Award : La startup di Rimini ha ideato un motore solare termodinamico a bassa temperatura applicato al sollevamento delle acque...
- Tutti gli studi : ...
- Amianto, quando la minaccia si nasconde in casa : Chi chiamare se sospettiamo di avere manufatti o coperture in cemento-amianto a casa nostra...
- Come si vive in una casa in legno nel Salento? Il racconto di Nadia : Abbiamo chiesto ad una giovane mamma salentina come si vive in una casa in legno a Nardò (Le). La costruzione è stata af...