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Dal verde al blu

Luca Conti ci parla di Blue Economy, nuovo libro di Gunter Pauli che apre nuove prospettive al fare business in maniera sostenibile.

Scritto da il 04 ottobre 2011 alle 9:00 | 0 commenti

Dal verde al blu

Nuove fonti di alimentazione dai fondi del caffè, risparmio di risorse idriche seguendo i suggerimenti dei coleottori e la Natura come modello per l’impresa di domani. Blue Economy di Gunter Pauli apre nuove prospettive al fare business in maniera sostenibile. Un cambio di paradigma non solo possibile, ma già realtà che genera profitti verdi.

Conosci la green economy? La promessa di modificare il nostro modello di  sviluppo, cercando di promuovere tecnologie a basso impatto, a emissioni ridotte e a minor consumo di risorse non rinnovabili?

Dimentica tutto! La vera soluzione agli squilibri che l’uomo ha creato sul pianeta Terra e all’inquinamento che mette a dura prova la sopravvivenza della nostra specie nel prossimo secolo non è verde, ma blu. Non si tratta di un gioco di parole e neanche di colori che vanno più o meno di moda. La blue economy è la visione della società moderna del futuro presente secondo Gunter Pauli, economista tedesco fondatore dell’istituto ZERI (Zero Emission Research Iniziative) che ha scritto un libro con lo stesso titolo, tradotto e pubblicato in Italia da Edizioni Ambiente, con prefazione di Catia Bastioli.

Lo slogan che accompagna il libro può sembrare velleitario 10 anni, 100 innovazioni, 100 milioni di posti di lavoro ma non è così. La differenza sostanziale con la green economy è data dagli investimenti più ridotti per raggiungere la sostenibilità, non cercando di piegare l’attuale modello e le attuali tecnologie inquinanti per inquinare meno, ma imparando dalla Natura, applicando con minori capitali proprio ciò che la Natura ci insegna ogni giorno. In termine tecnico si chiama biomimesi, ovvero applicare e riprodurre su scala industriale quei processi naturali utili a risolvere problemi più o meno importanti, più o meno inquinanti, che l’umanità affronta ogni giorno.

Dall’imitazione del sistema di raccolta dell’acqua di un coleottero per ridurre il riscaldamento globale, ai funghi per l’alimentazione umana coltivata sui fondi del caffè, le innovazioni capaci di dare posti di lavoro, sostituendo allo stesso tempo processi produttivi ad alto impatto sull’ambiente è possibile e c’è chi è già sulla buona strada. Dall’Australia all’India, dalla Svezia alla Colombia, Pauli racconta come la blue economy sia già una realtà che comincia a dare i primi frutti, col minimo comune denominatore dell’innovazione a partire dai processi naturali, senza rifiuti e senza disoccupati. Il libro ha suscitato grande interesse in tutto il mondo e ha raccolto una comunità molto vivace su internet sotto il dominio blueeconomy.de.

Delle 100 innovazioni censite e raccontate nel volume modello di economia che riprende i processi naturali in chiave industriale un terzo hanno dato vita ad imprese già avviate, un terzo sono al momento in una fase di sviluppo di prototipo e il terzo rimanente, verificato scientificamente, richiede ancora investimenti in ricerca per trovare una strada per l’applicazione su larga scala.

21 sono i principi guida dell’economia blu. Tra questi si trovano la gravità come principale fonte di energia e l’acqua come solvente primario, la Natura come sistema non lineare, efficiente e con benefici multipli. In questa ottica i problemi diventano opportunità e il cambiamento costante determina soltanto nuove potenziali innovazioni dietro l’angolo, stimolo intellettuale per l’imprenditore del futuro.

Un modello da studiare e seguire, che ha un presupposto alla base: la volontà di cambiare rotta rispetto al modello oggi dominante e l’investimento in ricerca e sviluppo, dai quali emergono le nuove opportunità di business amiche del pianeta. In questo scenario il nostro paese non è spacciato, purché non perda tempo.

Il bando dei sacchetti di plastica ha innescato un circolo virtuoso per la bioplastica in Italia, con investimenti milionari. Che sia solo il primo passo verso il blu?


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L'autore

Luca Conti

Luca Conti, classe 1975, laureato in Scienze Ambientali apre il suo primo blog nel 2002. Da allora ha avviato uno studio del social web che lo ha portato a collaborare con Nova del Sole 24 Ore, Wired.it e altre testate. Ha scritto per Hoepli Fare Business con Facebook e Comunicare con Twitter, nella collana Web & Marketing 2.0 di cui è curatore. Aiuta le aziende a comunicare attraverso il Web 2.0 e dal 2007 ha collaborato con Rai News 24, Mediaset, Webank, Vodafone, Campari, Banca Etica, Vanksen Group, 90|10 e numerose altre PMI italiane. Esperto dell'evoluzione dei social network è stato intervistato da testate nazionali ed internazionali quali International Herald Tribune, Tg1, Tg3, Repubblica, Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore, Panorama, L'Espresso, Time Magazine.


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