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RISORSA IDRICA

Oro blu, protagonista assoluto del World Water Day

Se riusciremo a salvare l’acqua ci salveremo anche noi. Gli ultimi dati sullo stress idrico sono allarmati, ma si rimane in attesa

Scritto da il 21 marzo 2012 alle 8:00 | 0 commenti

Oro blu, protagonista assoluto del World Water Day

Photo: Concessione Word Water Day


Sono numerosi i punti su cui riflettere durante il World Water Day, ma se da una parte si vuole sensibilizzare individui e imprese sull’importanza dell’acqua, invocando una gestione sostenibile della risorsa idrica, dall’altra è lecito constatare che siamo fermi al palo.

Ricorre ogni 22 marzo la Giornata Mondiale dell’Acqua, coordinata dalla Fao, che quest’anno ha come tema principale l’Acqua e la sicurezza alimentare. L’obiettivo è mettere al sicuro l’oro blu. Secondo l’agenzia Onu per il cibo e l’agricoltura, ognuno di noi ha bisogno di una quantità di acqua potabile fra i due e i quattro litri al giorno a cui vanno aggiunti quelli necessari per produrre l’alimentazione giornaliera di una persona, ossia altri 2/5 mila litri d’acqua pro capite. Troppi per una popolazione che nel 2050 aumenterà passando dagli attuali 7 miliardi a 9, e non è questione di spazio, ma di falde acquifere che rischiano di rimpicciolirsi, mettendo in pericolo anche la produzione di cibo.

Soluzioni

Le vie d’uscita sono state individuate da un pezzo, il problema è metterle in pratica. Il World Water Day pone l’accento su un nuovo concetto di agricoltura che deve necessariamente produrre di più, usando meno acqua. Ad esempio utilizzare su larga scala dei sistemi di irrigazione come quelli a goccia, in grado di abbattere gli sprechi. Investire sulle nuove tecnologie per utilizzare acque di drenaggio, acque reflue trattate, acque salmastre o acque desalinizzate. Abbassare drasticamente la percentuale di cibo che ogni anno va persa, attualmente pari al 30 % della produzione complessiva, e prediligere delle diete sane e sostenibili.

Riflessioni da Marsiglia

Sul palcoscenico del sesto Forum Mondiale dell’Acqua tenutosi a Marsiglia dal 12 al 17 marzo, non sono mancati gli scenari da water stress. Se l’agricoltura attuale, consuma il 70% dell’acqua dolce del mondo, 900 milioni di persone sono affamante, e l’accesso alle risorse idriche è problematico per almeno una persona su tre, è evidente che bisogna trovare soluzioni efficaci prima di arrivare all’incremento demografico previsto per il 2050. Lo slogan di questa sesta edizione” Time for solution” era quanto mai illuminate, ma dopo i precedenti cinque forum di dibattito sulle sfide dell’acqua bisognerebbe passare ai fatti pratici. È lo stesso Guy Fradin, vicepresidente del Comitato Internazionale del sesto Forum Mondiale dell’Acqua ad affermare quanto sia importante che «il Forum abbia un seguito, che ci sia un meccanismo che assicuri il rispetto degli impegni».

Scarsità dell’acqua

A livello mondiale la scarsità d’acqua colpisce per almeno un mese ogni anno 201 bacini fluviali sui 405 analizzati, con 2,7 miliardi di persone che si trovano in gravi penuria d’acqua per almeno un mese all’anno con le decimazione della biodiversità e con gravi perdite economiche. Sono inequivocabili i dati del recente rapporto “Water Scarcity”, realizzato dal Wwf insieme ai ricercatori dell’Università olandese di Twente, del Water Footprint Network e di Nature Conservancy. Considerando che il 92% dell’impronta idrica totale dell’umanità è dovuta all’agricoltura, cosa si aspetta per agire?


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L'autore

Anna Simone

Anna Simone è una Sociologa Ambientale e si occupa di tematiche ambientali dal punto di vista sociale e culturale, contestualizzando quello che succede al posto in cui è successo per comprenderlo, analizzarlo e spiegarlo. È autrice del blog Ecospiragli.


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